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LA

DIVINA COMMEDIA

DI DANTE ALIGHIERI.

BREVE DESCRIZIONE

DELL' INFERNO, DEL PURGATORIO,

E DEL PARADISO DI DANTE.

L'Inferno di Dante è un' ampia conca, una piramide rovesciata, un imbuto, il cui maggior largo è nella superficie della terra, il più stretto nel centro. Nove gran cerchi il dividono, in ognuno de' quali si paga il fio d'un genere di delitti diverso, e alcuno de' quali trovasi suddiviso in tante partizioni, quante sono le specie del punitovi misfatto. Si ristringono i circoli all'approssimarsi del centro della terra, ed in ragione inversa della loro circonferenza sono i tormenti. Nel fondo sta fitto Lucifero, quasi base e sostegno di tutto l' edificio infernale. Dante, passato il punto,

Al qual si traggon d'ogni parte i pesi,

sale verso gli antipodi, non iscoperti in allora, e vi colloca il suo Purgatorio, ch' è una montagna altissima, e quasi piramidale, divisa in sette piani circolari, o gironi; luoghi dell' anime. Al di sopra del settimo ed ultimo girone, in cima alla montagna, ritrovasi il famoso giardino d' Eden (intorno al sito del quale s' erano già immaginati infiniti sistemi). La più alta vetta del monte è l' antipodo perfetto della città di Gerusalemme: cosicchè, conducendo una linea retta dalla città

di Gerusalemme al paradiso terrestre; questa linea passerebbe pel centro della terra, e per quello di tutti i cerchi dell' Inferno e di tutti i gironi del Purgatorio. Forte e profonda idea di porre il luogo del primo peccato nel punto diametralmente opposto al luogo della Redenzione.

Tra la porta infernale e il fiume Acheronte, al di là del quale comincia l' Inferno, son tormentate orribilmente l' anime degl' ignavi od egoisti, di coloro che meritare non seppero nè lode nè biasimo. Tra l' Acheronte e lo Stige sono compresi i cinque primi cerchi : primo, il Limbo: secondo, i Lussuriosi: terzo, i Golosi : quarto, i Prodighi e gli Avari : quinto, gl' Iracondi. Passato lo Stige, s' entra nella fortezza di Dite; e nello entrare si vede una vasta pianura, ch'è il sesto cerchio, soggiorno de' Miscredenti. Per calare da questo al settimo cerchio, v'è una roccia alta ed alpestre, dalla quale alcun uomo non potrebbe discendere.

Negli ultimi tre cerchi, settimo, ottavo e nono, sono puniti i Violenti, i Fraudolenti, i Traditori. Questa grande distanza tra i cinque primi ed i tre ultimi cerchi, separati fra loro dal fiume Stige, dalla fortezza di Dite, e dalla roccia scoscesa, è saviamente immaginata dal Poeta per distinguer le colpe figlie delle passioni, dai delitti che nascono dal mal uso della ragione e dalla riflessione. In mezzo è posto il sesto cerchio, ove stanno i Miscredenti; perchè il lor fallo può essere egualmente prodotto dalla passione e dalla riflessione.

Lucifero, che vedemmo nel centro del globo, vi piombò, secondo il Poeta, dall' emisfero opposto al nostro, e slogò tanta terra, precipitando, che non restò in quell'emisfero che una montagna altissima, e tutto il rimanente fu coperto dal mare; e questa è la montagna del Purgatorio.

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