Dice, nello stesso argomento, gli effetti di questo scherno, e dipinge l'infelice suo stato.
Ciò che m'incontra nella mente, more, Quando vengo a veder voi, bella gioja; E quand' io vi son presso, sento Amore, Che dice: fuggi, se 'l perir t' è noja.
Lo viso mostra lo color del core, Ch'è tramortendo, dovunque s'appoja; la ebrietà del gran tremore Le pietre par, che gridin: moja, moja.
Peccato face, chi allor mi vide,
Se l'alma sbigottita non conforta, Sol dimostrando che di me gli doglia;
Per la pietà, che 'l vostro gabbo uccide', La qual si cria nella vista morta Degli occhi, ch' hanno di lor morte voglia.
Lo gabbare di questa donna, lo qual trae a sua simile operazione coloro che forse vedrebbono questa pietà. (Dant. V. N.)
speranza di guarire, benchè
delusa, il riconduce pur sempre a veder la sua donna.
Spesse fiate vegnonmi alla mente L'oscure qualità, ch' Amor mi dona: E viemmene pietà sì, che sovente I' dico: lasso! avvien egli a persona?
Ch' Amor m' assale sì subitamente, Che la mia vita quasi m'abbandona: Campami un spirto vivo solamente; E quel riman, perchè di voi ragiona.
Poscia mi sforzo, che mi voglio atare; E così smorto, d'ogni valor voto, Vegno a vedervi, credendo guarire.
E se io levo gli occhi per guardare, Nel cor mi s'incomincia un terremoto', Che fa da' polsi l' anima partire.
1 Terremoto per tremito violento è iperbole da non imitarsi.
LE LODI DI BEATRICE.
Alle compagne della gentilissima, e a tutte le donne gentili, narra il Poeta i pregi di lei.
Donne, ch'avete intelletto d' Amore, Io vo' con voi della mia donna dire; Non perch'io creda sua laude finire, Ma ragionar per isfogar la mente. Io dico, che pensando al suo valore, Amor sì dolce mi si fa sentire; Che, s'io allora non perdessi ardire, Farei parlando innamorar la gente : Ed io non vo' parlar sì altamente, Ch'io divenissi per temenza vile; Ma tratterò del suo stato gentile, A rispetto di lei leggeramente, Donne e donzelle amorose, con vui; Che non è cosa da parlarne altrui.
Angelo chiama il divino intelletto, E dice: Sire, nel mondo si vede
Maraviglia nell'atto, che procede D'un' anima che 'n fin quassù risplende: Lo cielo, che non ha altro difetto Che d'aver lei, al suo Signor la chiede; E ciascun Santo ne grida merzede. 1 Sola pietà nostra parte difende;
Che parla Iddio, che di Madonna intende: 2 Diletti miei, or sofferite in pace, Che vostra speme sia, quanto mi piace, Là ov'è alcun che perder lei s' attende; Ę che dirà nell' inferno a' mal nati 3 : I' vidi la speranza de' Beati.
4 Madonna è desiata in l'alto cielo: Or vo' di sua virtù farvi sapere. Dico: qual vuol gentil donna parere, Vada con lei; che quando va per via, Gitta ne' cor villani Amore un gielo, Perch' ogni lor pensiero agghiaccia e pere: E qual soffrisse di starla a vedere, Diverria nobil cosa, e si morria:
E quando truova alcun che degno sia Di veder lei, quei prova sua virtute;
1 Parla il Poeta.
2 Parla Iddio.
3 Si vede qui che Dante sin dall' età giovanile aveva concepito l'idea del suo gran poema.
4 Torna a parlare il Poeta.
Che gli avvien ciò, che gli dona salute; E sì l'umilia, ch'ogni offesa oblia. Ancor l'ha Dio per maggior grazia dato, Che non può mal finir, chi l'ha parlato.
Dice di lei Amor: cosa mortale Com' esser può sì adorna, e sì pura? Poi la riguarda, e fra se stesso giura, Che Dio ne 'ntende di far cosa nova: Color di perla quasi in forma, quale Conviene a donna aver, non fuor misura. Ella è, quanto di ben può far natura; Per esempio di lei beltà si pruova: Degli occhi suoi, comecch'ella gli mova, Escono spirti d'Amore infiammati,
Che fieron gli occhi a qual, ch' allor gli guati, E passan sì, che 'l cor ciascun ritrova. Voi le vedete Amor pinto nel viso, Là u' non puote alcun mirarla fiso.
Canzone, io so, che tu girai parlando A donne assai, quando t'avrò avanzata : Or t'ammonisco, perch'io t'ho allevata Per figliuola d'Amor, giovane e piana; Che dove giugni, tu dichi pregando: Insegnatemi gir, ch'io son mandata A quella, di cui lode io sono ornata : E se non vuogli andar, siccome vana,
« ÖncekiDevam » |