Sayfadaki görseller
PDF
ePub

A lei si volser tutti i miei desiri,
Quando la donna mia

Fu giunta dalla sua crudelitate:
Perchè il piacere della sua beltate,
Partendo sè dalla nostra veduta,
Divenne spirital bellezza grande,
Che per lo cielo spande

Luce d'amor, che gli Angeli saluta,
E lo intelletto loro alto e sottile
Face maravigliar: tanto è gentile.

In quel giorno, nel quale si compiva l'anno, che questa

donna era fatta de' cittadini di vita eterna, io mi sedea in parte, nella quale ricordandomi di lei, disegnava un angelo sopra certe tavolette: e mentre io 'l disegnava, volsi gli occhi, e vidi lungo me uomini, a' quali si convenìa di fare onore. E' riguardavano quello ch'io facea; e secondo che mi fu detto poi, egli erano stati già alquanto anzi che io me n'accorgessi. Quando li vidi, mi levai, e salutando loro dissi: «Altri era testè meco, e perciò pensava.» Onde partiti costoro, ritornaimi alla mia opera, cioè del disegnare figure d'angeli, e facendo ciò, mi venne un pensiero di dire parole per rima, quasi per annovale di lei, e di scrivere a costoro, li quali erano venuti a me. E dissi allora questo sonetto, lo quale comincia: «Era venuta.» Lo quale ha due cominciamenti; e però lo dividerò secondo l'uno e secondo l' altro.

Dico che secondo il primo, questo sonetto ha tre parti: nella prima dico, che questa donna era già nella mia memoria; nella seconda dico quello che Amore però mi facea; nella terza dico degli effetti d'Amore. La seconda comincia quivi: «Amor che...», la terza quivi: Piangendo usciano... Questa parte si divide in due: nell' una dico che tutti i miei sospiri usciano parlando; nell' altra dico come alquanti diceano certe parole diversi dagli altri. La seconda comincia quivi:

A

Zu ihm ist hingewandt all mein Verlangen,
Seitdem die Herrin mein

Getroffen ward von seinem grausen Schlage:
Weil ihrer Schönheit Zauber seit dem Tage,
Wo sie sich unsern Blicken abgewendet,
Als hohe geistige Schönheit ward enthüllt,
Daß sie den Himmel füllt

Mit Liebeslicht, das Engeln Grüße spendet
Und ihre Geisteskraft, hoch und erlesen,
Erstaunen macht: so liebreich ist ihr Wesen.

In jenem Tage, an dem sich das Jahr vollendete, wo diese Herrin unter die Bürger des ewigen Lebens eingegangen war, saß ich irgendwo und zeichnete in Erinnerung an sie einen Engel auf Täfelchen; und während ich ihn zeichnete, wandte ich die Augen und sah Männer bei mir stehen, die zu ehren sich geziemte. Sie betrachteten, was ich machte; und wie mir nachher gesagt wurde, hatten sie schon eine Weile dagestanden, ehe ich es bemerkte. Als ich sie sah, erhob ich mich, und indem ich sie begrüßte, sprach ich zu ihnen: „Jemand anders war soeben bei mir und deshalb war ich in Gedanken." Als jene fortgegangen waren, kehrte ich an meine Arbeit zurück, nämlich Engelsgestalten zu zeichnen, und während ich dies tat, kam mir ein Gedanke, ein paar Verse zu machen, gleichsam zu ihrem Jahrestag, und sie an die zu richten, die mich besucht hatten. Und dann dichtete ich dieses Sonett, das anfängt: „Es war gekommen." Es hat zwei Anfänge; und deshalb werde ich es nach dem einen einteilen und nach dem andern.

Ich sage, daß nach dem ersten Anfang dieses Sonett drei Teile hat: im ersten sage ich, daß diese Frau schon in meiner Erinnerung lebte; im zweiten sage ich, was mir Umor daher tat; im dritten spreche ich von Amors Wirkungen. Der zweite Teil beginnt bei: „Amor, der...", der dritte bei: „Wehklagend her..." Dieser Teil zerfällt in zwei: im einen sage ich, daß alle meine Seufzer sprechend herauskamen; im zweiten sage ich, daß in einigen Worte laut wurden, verschieden von den andern.

Ma quelli... Per questo medesimo modo si divide secondo l'altro cominciamento, salvo che nella prima parte dico quando questa donna era così venuta nella mia memoria; e ciò non dico nell' altro.

PRIMO COMINCIAMENTO.

Era venuta nella mente mia

La gentil donna, che per suo valore

Fu posta dall' altissimo Signore

Nel ciel dell' umiltate, ov'è Maria.

SECONDO COMINCIAMENTO.

Era venuta nella mente mia

Quella donna gentil, cui piange Amore,
Entro quel punto, che lo suo valore
Vi trasse a riguardar quel ch' io facia.

Amor, che nella mente la sentla,
S'era svegliato nel distrutto core,
E diceva a' sospiri: «Andate fuore l
Per che ciascun dolente sen partia.

Piangendo usciano fuori del mio petto

Con una voce, che sovente mena

Le lagrime dogliose agli occhi tristi.

Ma quelli che n'uscian con maggior pena,
Venien dicendo: O nobile intelletto,
Oggi fa l'anno che nel ciel salisti.»

Poi per alquanto tempo, conciofossecosachè io fossi in

parte, nella quale mi ricordava del passato tempo, molto stava pensoso, e con dolorosi pensamenti tanto, che mi faceano parere di fuori d'una vista di terribile sbigottimento. Ond' io, accorgendomi del mio travagliare, levai gli occhi per vedere s'altri me vedesse; e vidi una gentil donna giovane e bella molto, la quale da una fenestra mi riguardava molto pietosamente quant' alla vista; sicchè tutta la pietade pareva in lei accolta. Onde, conciossiacosachè quando i miseri veggono di loro compassione altrui, più

Der zweite Teil beginnt bei: „Doch die..." Ebenso wird auch beim andern Anfang eingeteilt, nur daß ich im ersten Teil sage, wann diese Frau mir so ins Gedächtnis kam; und das sage ich nicht im andern.

Da

Erster Anfang.

Es war gekommen mir in meinen Sinn
Die edle frau, der nun für ihren Wert
Verliehn ward, wie der höchste Herr begehrt,
Marias Demuthimmel zum Gewinn.

Zweiter Anfang.

Es war gekommen mir in meinen Sinn
Die edle frau, die Amor weinend ehrt,
Im selben Augenblick, als wohl ihr Wert
Euch trieb, zu sehn, woran ich tätig bin.

Amor, der ihrer ward im Geiste inn,

Ward mir im Herzen wach, das bang beschwert,
Und rief den Seufzern zu: „Von dannen kehrt!"
Weshalb ein jeder jammernd ging dahin.

Wehklagend her aus meiner Bruft sie jagten
Mit einem Ton, daß du zu vielen Malen
Don feuchtem Schmerz, o trübes Auge, bebtest.
Doch die da flohen unter größten Qualen,

Die warens, die „Ø edler Geift“ mir sagten,

n

Heut ists ein Jahr, daß du gen Himmel schwebtest."

ann nach einiger Zeit, als ich mich irgendwo befand, wo ich der vergangenen Zeit gedachte, stand ich tief in Sinnen und so in schmerzlichen Gedanken, daß sie mir wohl auch äußerlich das Aussehen gänzlicher Verzagtheit gaben. Und da ich mir dieses qualvollen Ringens bewußt war, erhob ich die Augen, um zu sehen, ob mich jemand bemerkte; und ich sah ein liebliches Weib, das jung und gar schön war und mich von einem Fenster aus, ihren Mienen nach höchst mitleidsvoll, betrachtete, sodaß in ihr alles Mitleid vereint schien. Und da die Unglücklichen, wenn sie in andern Mitleid

tosto si muovono al lagrimare, quasi come di sè stessi avendo pietade, io sentii allora li miei occhi cominciare a voler piangere; e però, temendo di non mostrare la mia viltà, mi partii dinanzi dagli occhi di questa gentile; e dicea poi fra me medesimo: «E' non puote essere, che con quella pietosa donna non sia nobilissimo amore.» E però proposi di dire un sonetto, nel quale io parlassi a lei, e conchiudessi in esso tutto ciò che narrato è in questa ragione. E però che per questa ragione è assai manifesto, si nollo dividerò.

A

Videro gli occhi miei quanta pietate
Era apparita in la vostra figura,
Quando guardaste gli atti e la statura,
Ch'io facia pel dolor molte fiate.

Allor m' accorsi che voi pensavate
La qualità della mia vita oscura,
Sicchè mi giunse nello cor paura
Di dimostrar cogli occhi mia viltate.

E tolsimi dinanzi a voi, sentendo
Che si movean le lagrime dal core,
Ch' era sommosso dalla vostra vista.

Io dicea poscia nell' anima trista:
«Ben è con quella donna quello amore,
Lo qual mi face andar così piangendo..

vvenne poi che ovunque questa donna mi vedeva, sì facea d'una vista pietosa e d'un color pallido, quasi come d'amore: onde molte fiate mi ricordava della mia nobilissima donna, che di simile colore mi si mostrava. E certo molte volte non potendo lagrimare nè disfogare la mia tristizia, io andava per vedere questa pietosa donna, la quale parea che tirasse le lagrime fuori delli miei occhi per la

« ÖncekiDevam »