SONETT O. Dal pellegrin, che torna al suo soggiorno Dal mio cor, che a se stesso or fa ritorno, Pur col pensier del sostenuto esiglio FRANCESCO DE LEMENE Lodigiano, tra gli Arcadi Arezio Gateabico. Visse in patria, e diede alla luce tra le altre cose un volume di Rime varie, ed un al tro intitolato il Dio, opera teologica divisa in Sonetti, Inni, e Canzoni. Mori l anno 1704. Di lui ancora scrisse la vita Ludovico Mu ratori. SONETT O. Stravaganze d'un sogno! A me parea Per gastigare il suo peccato, e 'l mio. SONETT O. Eterno Sol, che luminoso e vago, E quella immago, e quel beato ardore MADRIGALE. Offesa verginella Piangendo il suo destino, Tutta dolente e bella Fu cangiata da Giove in augellino, In verde colle udì con suo diletto Con miracol gentil, prese di Giove Onde, poi ch' ebbe udito Quel musico Usignuol, che sì soave Canta, gorgheggia, e trilla, Cangiollo in verginella: e questa è Lilla. CANZONE. Su i cardini lucenti Pria, che rotasse il Cielo, e nel suo pondo E il Mare incatenato, e sciolti i venti; argenteo flutto: . Pria che fosser gli abissi, e fosse il tutto; Nacque celeste Donna, pur ne ascea D'ogni bell' opra Architettrice e Dea. Sovra candido foglio Sta di eccelso lavor l' Idea dipinta, A Ed a grand' opre accinta Dell' eterno voler s' accosta al soglio. Che fa perpetuo giorno Era del gran Monarca il seggio ornate. Stavano al piè d' intorno Pietà, Giustizia, Onnipotenza, e Fato. Le gioje tue: sol di Te stesso vago Che tua felicità crescer non puote; Tua gloria non intesa : Apri, o immensa Bontà, gli erarj tui, O sommo Ben, palesa Che sei beato, e puoi beare altrui ; E in questa, ch'or ti mostro, opra stupenda La tua gloria immortal sempre si renda. Queste alate figure, i Che con ombre minute io qui t' addito, Di semplici sostanze, e menti pure. Tua Bontà, tuo Potere, Fia, che il musico stuolo ognora ammiri. Distinte in nove cori, Queste beate schiere Ti formeranno intorno eterni giri. Vo', che a giri si bei tu sieda dentro, Saran pronti messaggi, O gran voler, de' tuoi sovrani imperi; Tramanderan del lume infuso i raggi. Ai spirti sì veloci Lascerem solo un peregrin momento. Il temerario suo folle ardimento; Segno qui sotto i Cieli, e in moti varj Angelica virtù li mova sempre. Fonti d'ogni influenza Quegli punti son stelle. Queste vo', che sian fisse, e queste erranti. Farà la tua potenza A luci così belle Cangiar gli effetti in variar sembianti Per avvivar la mole, Per dar la norma ai tempi, agli astri il lume, China il guardo, o gran Nume, Che quest obliqua via, quest' ombra è il Sole. Del suo raggio vitale Riempirà quest' aria Chiara, s' ei sorge, e se ei tramontą bruna: Di luce sempre uguale, Ch' agli occhi altrui par varia, Coi raggi d'oro arricchirà la Luna: |