Pria che freddi, in porcellana, La sovrana De le terre, la reina, La superba gelatina. Un bell' argin di cristallo, Scalmanate in mezzo il ballo. O qual gloria, Nise mia, Regolar l' etrusca terra! Col Contento d'Inghilterra! ANTONIO TOMMASI Lucchese, della Congregazione della Madre di Dio. Fu assai felice nel comporre sonetti Anacreontici. SONETTO. Musa, tu che de' sacri Inni canori Nè lor nieghi i tuoi doni? e i santi allori Qual fia de' carmi onor, ch' arso e distrutto Diran, diran le genti: è questo il degno SONETTO. Limpido rio, che desïoso ai bassi Cortese e amica al bel candor de l'onda. Che non sai quanto è limacciosa e immonda: SONETTO Quel cieco Amor, cui cieca turba adora, In cui gli trasse ne l' iniquo inganno. Vie più gli accende, e dice: oh qual contento Nascerà in breve al cor da tante pene! Folli! ma cento pur sentiro, e cento Servi d'Amore al fin l'aspre catene Bestemmiar tra vergogna e pentimento. SONETTO. Quante, oh quante ingorde fiere Qui d'intorno urlare io sento! Tirsi, omai da le costiere Richiamiam lo sparso armento. Ahi già sorge, e il cor mi fere De le prede alto il lamento. Ahi per monti e per riviere Cento stragi io scorgo e cento. Tanto è il danno, e voi Pastori, Per fiorite erme pendici Vaneggiate in lenti amori! Ov'è il senno, ove l'ultrici Fiamme accese in forti cori ? Ahi, ahimè mandre infelici! SONETTO. Questo capro maledetto Mena il gregge in certe rupi, Che mi par, che per dispetto Voglia porlo in bocca ai lupi. Ma, s' ei siegue, io son costretto Di lasciarlo in questi cupi Antri agli orsi, o un di lo getto Giù per balze e per dirupi; Ed il teschio e 'l corno invitto. Onde altier cozza e guerreggia, E soverchia ogni conflitto, Vo', che là pender si veggia Sul Liceo, con questo scritto: Perchè mal guidò la greggia. SONET TO. Ier, menando i bianchi agnelli Quella sciocca; e altera e gaja GIOVANBATISTA ZAPPI Nobile Imolese. Studiò nel collegio Montalto di Bologna, ove fece st rapidi e si maravigliosi progressi, che in età di soli 13. anni vi ricevette la laurea. In Romá esercitò la professione di Avvocato, ed ebbe le cariche di assessore nel tribunale dell' agricoltura, e di fiscale in quello delle strade. Il suo studio prediletto fu però quello della volgar poesia; ma le sue Rime sentir fanno sovente il cattivo gusto del secolo. Fu uno de' fondatori dell' Arcadia. Ebbe a moglie Faustina Maratti, la quale gareggiò con lui nel talento di poetare. Caro a' più ragguardevoli personaggi fu rapito da immatura morte ai 30. di luglio del 1719. |