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surare col bianco, e diconsi più e meno visibili, secondo che a lui più vicini, e da lui più distanti si sono. E si come di questi, che mostrano quantità e qualità diciamo, parimente di ciascuno dei predicamenti, e della sustanzia pensiamo potersi dire; cioè che ogni cosa si può misurare in quel genere con quella cosa, che è in esso genere semplicissima. Laonde nelle nostre azioni, in quantunque specie si dividano, si bisogna ritrovare questo segno, col quale esse si abbiano a misurare; perciò che in quello che facciamo come semplicemente uomini, avemo la virtù, per la quale generalmente intendemo; perciò che secondo essa giudichiamo l'uomo buono, e cattivo; in quello poi che facciamo, come uomini cittadini, avemo la legge, secondo la quale si dice buono, e cattivo cittadino; così in quello, che come uomini Italiani facciamo, avemo certi segni semplicissimi, cioè de' costumi, degli abiti e del parlare, coi quali le azioni italiane si hanno misurare e ponderare. Adunque quelle delle azioni Italiane sono nobilissime, che non sono proprie di niuna città d'Italia, ma sono comuni in tutte; tra le quali ora si può discernere, il Volgare, che di sopra cercavamo, essere quello, che in ciascuna città appare, e che in niuna riposa. Può ben più in una, che in un' altra apparere, come fa la semplicissima delle sustanzie, che è Dio, il quale più appare nell' uomo, che nelle bestie e che nelle piante, e più in queste che nelle miniere, ed in esse più che nel foco, e più nel foco che nella terra. E la semplicissima quantità, che è uno, più appare nel numero dispari che nel pari; ed il semplicissimo colore, che è il bianco, più appare nel citrino che nel verde. Adunque ritrovato quello, che cercavamo, dicemo, che

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pti quod quærebamus, dicimus Illustre, Cardinale, Aulicum, et Curiale Vulgare in Latio, quod omnis Latiæ civitatis est, et nullius esse videtur, et quo municipalia Vulgaria omnia latinorum mensurantur, ponderantur, et comparantur.

CAPUT XVII.

Quare hoc idioma Illustre vocetur.

Quare autem hoc quod repertum est Illustre, Cardinale, Aulicum, et Curiale adjicientes, vocemus, nunc disponendum est, per quod clarius ipsum quod ipsum est faciemus patere. Primum igitur quid intendimus, cum illustre adjicimus, et quare Illustre dicimus, denudemus. Per hoc quidquid Illustre dicimus, intelligimus quid illuminans, et illuminatum præfulget. Et hoc modo viros appellamus Illustres, vel quia potestate illuminati, alios et justitia et caritate illuminant, vel quia excellenter magistrati excellenter magistrent, ut Seneca, et Numa Pompilius. Et Vulgare, de quo loquimur, et sublimatum est magistratu et potestate, et suos honore sublimat et gloria. Magistratu quidem sublimatum videtur, cum de tot rudibus Latinorum vocabulis, de tot perplexis constructionibus, de tot defectivis prolationibus, de tot rusticanis accentibus, tam egregium, tam extricatum, tam perfectum, et tam urbanum videamus electum, ut Cinus Pistoriensis, et Amicus ejus ostendunt in Cantionibus suis. Quod autem sit exaltatum potestate, videtur: et quid majoris potestatis est, quam quod humana córda versare potest; ita ut nolentem, volentem, et volentem, nolentem faciat, velut ipsum et fecit, et facit? Quod autem honore su

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'Anche qui, come altrove, per amico di Cino intende se stesso.

il Volgare Illustre, Cardinale, Aulico Cortigiano in Italia è quello, il quale è di tutte le città Italiane, e non pare che sia di niuna, col quale i Volgari di tutte le città d'Italia si hanno a misurare, ponderare, e comparare.

CAPITOLO XVII.

Perchè si chiami questo parlare Illustre.

Perchè adunque a questo ritrovato parlare aggiungendo Illustre, Cardinale, Aulico e Cortigiano, così lo chiamiamo, al presente diremo; per il che più chiaramente faremo parere quello, che esso è. Primamente adunque dimostriamo quello, che intendiamo di fare, quando vi aggiungiamo Illustre, e perchè Illustre il nominiamo. Per questo noi il dicemo Illustre, che illuminante, ed illuminato risplende. Ed a questo modo nominiamo gli uomini Illustri, ovvero perchè illuminati di potenzia sogliono con giustizia e carità gli altri illuminare, ovvero perchè eccellentemente arnmaestrati, eccellentemente ammaestrano, come fe' Seneca e Numa Pompilio. Ed il Volgare di cui parliamo, il quale è innalzato di magisterio e di potenzia, innalza i suoi di onore e di gloria. E ch' el sia da magisterio innalzato, si vede, essendo egli di tanti rozzi vocaboli Italiani, di tante perplesse costruzioni, di tante difettive pronunzie, di tanti contadineschi accenti, così egregio, così districato, così perfetto e così civile ridotto, come Cino da Pistoia, e l' Amico suo nelle loro Canzoni dimostrano. Ch' el sia poi esaltato di potenzia, appare e qual cosa è di maggior potenzia che quella, che può i cuori degli uomini voltare, in modo che faccia colui, che non vuole, volere, e colui che vuole, non volere, come ha fatto questo, e fa? Che egli poscia innalzi di onore chi lo possiede, è in pronto: non sogliono

Le voci aulicum et curiale son tradotte dal Trissino aulico e cortigiano; ma se aulicum può tradursi per aulico ovvero per cortigiano, queste due voci non suonando che lo stesso, non può tradursi curiale

per cortigiano, ma bensì per curiale, cioè linguaggio della Curia, o del Foro, quia curialitas nil aliud est, quam librata regula eorum, quæ peragenda sunt, cap. XVIII.

blimet, in promptu est. Nonne domestici sui Reges, Marchiones, et Comites, et Magnates quoslibet fama vincunt? minime hoc probatione indiget. Quantum vero suos familiares gloriosos efficiat, nos ipsi novimus, qui hujus dulcedine gloriæ nostrum exilium postergamus; quare ipsum Illustre merito profiteri debemus.

CAPUT XVIII.

Quare hoc idioma vocetur Cardinale, Aulicum et Curiale.

Neque sine ratione ipsum Vulgarem Illustrem decussamus1 adjectione secunda, videlicet ut id Cardinale vocemus : nam sicut totum ostium cardinem sequitur, et quo cardo vertitur, versatur et ipsum, seu introrsum, sive extrorsum flectatur: sic et universus municipalium Vulgarium grex vertitur et revertitur, movetur et pausat secundum quod istud; quod quidem vere paterfamilias esse videtur. Nonne quotidie extirpat sentosos frutices de Italica silva? nonne quotidie vel plantas inserit, vel plantaria plantat? quid aliud agricolæ sui satagunt, nisi ut admoveant, et removeant, ut dictum est? Quare prorsus tanto decorari vocabulo promeretur. Quia vero Aulicum nominamus, illud causa est, quod si aulam nos Itali haberemus, palatinum foret: nam si aula totius Regni communis est domus, et omnium Regni partium gubernatrix augusta, quicquid tale est, ut omnibus sit commune, nec proprium ulli, conveniens est, ut in ea conversetur, et habitet: nec aliquod aliud habitaculum tanto dignum est habitante. Hoc nempe videtur esse id, de quo loquimur, Vulgare; et hinc est, quod in regiis omnibus conversantes, semper Illustri Vulgari loquuntur. Hinc etiam est, quod nostrum Illustre velut accola peregrinatur, et in humilibus hospitatur asylis, cum aula vacemus. Est etiam me

' Alcuni testi, invece di decussamus hanno decoramus, ma l'una e l'altra voce riesce allo stesso signi

ficato, perchè decussare vale adornare, venustare. V. il Glossario del Du Cange.

i domestici suoi vincere di fama i Re, i Marchesi, i Conti, e tutti gli altri Grandi? certo questo non ha bisogno di pruova. Quanto egli faccia poi i suoi famigliari gloriosi, noi stessi l'abbiamo conosciuto, i quali per la dolcezza di questa gloria ponemo dopo le spalle il nostro esilio. Adunque meritamente devemo esso chiamare Illustre.

CAPITOLO XVIII.

Perchè questo parlare si chiami Cardinale, Aulico e Cortigiano.

Non senza ragione esso Volgare Illustre orniamo di seconda giunta, cioè che Cardinale il chiamiamo; perciò che si come tutto l'uscio seguita il cardine, talchè dove il cardine si volta, ancor esso lo entro, o fuori che 'l si pieghi) si volge; così tutta la moltitudine dei Volgari delle città si volge e rivolge, si muore e cessa, secondo che fa questo: il quale veramente appare esser Padre di famiglia. Non cava egli ogni giorno gli spinosi arboscelli della Italica selva? non pianta egli ogni giorno semente, o inserisce piante? che fanno altro gli agricoli di lei se non che lievano, e pongono, come si è detto? Il perchè merita certamente essere di tanto vocabolo ornato. Perchè poi il nominiamo Aulico, questa è la cagione; perciò che se noi Italiani avessimo aula, questi sarebbe palatino. Se la aula poi è comune casa di tutto il regno, e sacra gubernatrice di tutte le parti di esso, convenevole cosa è che ciò che si truova esser tale, che sia comune a tutti, e proprio di niuno, in essa conversi ed abiti; nè alcuna altra abitazione è degna di tanto abitatore. Questo veramente ci pare esser quel Volgare, del quale noi parliamo; e quinci avviene, che quelli che conversano in tutte le corti regali, parlano sempre con Volgare Illustre. E quinci ancora è intervenuto che il nostro Volgare, come forestiero va peregrinando, ed albergando negli umili asili, non avendo noi aula.

Per i familiari del volgare illu

stre, che vincono di fama i Re e

eccellenti scrittori, che hanno det. tato poemi in lingua italiana.

tutti gli altri Grandi, intende gli

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