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cerdoti cattolici, udite adunque che il medesimo Pio VI scrivesse a tutti i Cattolici: Certamente che in questo scompiglio di tempi, in questo perturbatissimo sconvolgimento di tutte cose, è di tutti i buoni l'armarsi e far fronte ad ogni nemico del Nome Cristiano (Bolla Auc. Fidei). E prima di lui già aveva scritto il XIII Clemente: Siamo, per carità, siamo ripieni di fortezza, e di spirito di Dio; acciocchè non siamo come cani muti, non valenti a latrare, e lasciamo per viltà il nostro Gregge esposto alla rapina, e le pecorelle in preda a' lupi. Oh! non ci spaventi la guerra che incontreremo per ciò co' nemici di Dio. Che se avvenisse mai, il che Dio tolga, che fossimo atterriti dall' audacia dei nemici, sarebbe finito della dignità e del ministero episcopale, e della sublime potestà di governar la Chiesa: nè Cristiani più saremo, se a questo si sia pervenuti che de' tristi le insidie temiamo e le minacce (Lett. cir. del 1758). Imitate quei Campioni gloriosissimi della Chiesa, che colla fortezza non meno nel sostenere tormenti, che nella ecclesiastica libertà del dire e dell' operare, tanto bene meritarono della Religione Cattolica. Non pretendo che si ricorra fino a' Grisostomi, agli Atanagi, agli Ambrogi, a' Lioni, a' Gregori, che ebbero la forza di resistere agli Imperatori, agli eserciti; e nemmanco che si vadano ad evocare dall' ombre di morte que' primi forti atleti che irrigarono la Chiesa col sangue loro: no; la nostra età, quantunque poverissima, ha pure esempli gloriosi di eroica fortezza. Vive ancora chi conobbe di vista quel fortissimo Pio che non piegò la fronte a quel Nabucco, che tutto voleva a suo senno; e vive pure alcu

no di quella invitta schiera che gli fè di sè scudo e corona. Gli esempi eroici del Clero francese nell' ultima persecuzione cui sono ignoti? Risuonano ancora le voci del vener. Arcivescovo di Ravenna: Io non debbo tacere: e se mai tacessi, il più sacro de' miei doveri io tradirei (Past. del 1832); e le non meno forti ed eroiche dell' Arcivescovo di Firenze (1848), del Vescovo di Gubbio (1849), dell' Emo Oppizzoni (1849), degli Arcivescovi e Vescovi d'Austria (1849). Nè tra il Clero minore secolare o regolare sarebbero mancati esempli simili di sacerdotale fermezza, se la falsa politica di alcuni loro superiori non li avesse spogliati di questa gloria. Comunque sia di questi, io terrò sempre col grande Inglese Sarisboriense Giovanni: qualunque sia, che in tanta usurpazione di diritti ecclesiastici, e distruggimento di religione, consigli a tacere e a dissimulare a' Sacerdoti, non dubito costui essere eretico e precursore dell' Anticristo. (Lett. al Card Leg.)....

Ma chi son io, ultimo tra' Ministri del Santuario, che abbia ardire di fare il Giudice in Isdraele? Oh li Sacerdoti sapranno di per sè i loro doveri pressantissimi; e non si debbe credere che un solo sia dalla parte dei Moderati. Ciò dicev'io a bello studio per non essere tacciato di parziale, e perchè avessero più credito appo di voi, popoli, le parole che sono per dirvi.

Sì, dirovvi con Elia, Popoli Cristiani, Cattolici, Italiani, usquequo claudicatis in duas partes? fin a quando starete voi, in fra due, sospesi? S'egli il Signor nostro è Dio, lui seguite; se poscia Baal, cacciatevi con esso lui! Se conoscete che il partito cattolico è di Dio; dunque lo seguite. Se poi il pro

testantico, il massonico vi pare migliore, ebbene tal sia di voi, voi l'abbracciate. Che moderati, che moderazione adunque? O di Cristo o del Diavolo; l'ora della scelta è giunta. Giù le maschere, si straccino le bende: non si può a due padroni servire; chi non è con Cristo, è suo nemico: la luce colle tenebre non ponno aver società; nè i figli di Dio co' figli del Diavolo. Popolo cattolico, popolo eletto da Dio, a che t'immischj e t'assocj co' figli della riprovazione? Non odi il precetto di Dio? Non volerti, egli dice espressamente, non volerti aggiogare cogli infedeli. Esci d'in mezzo a loro, separati da loro, dice il Signore (2. Cor. 6. 17). Lo s' intenda una volta, esser opera perduta il mettersi ad associare due partiti più opposti che la luce e le tenebre. Poi, come farete voi ad associarli? Certamente converrà diminuire qualche cosa allo zelo, alla purezza di fede, all'esatta osservanza delle leggi di Cristo. Ma Cristo non ammette, ma riprova queste diminuzioni: Egli o tutto vuole il nostro cuore, tutti i nostri affetti, o nulla: divisioni non ne soffre. Ogni piccolissima parte che si conceda al partito contrario è tolta a Cristo; quindi è sacrilegio. Eppoi, onde questa ansia di fratellarsi co' nemici di Cristo? Non è un dire aperto di non essere contenti di lui? di volerlo a poco a poco abbandonare? Non è un dire che temete della giustizia della sua causa? che non vi fidate di lui? che alla men peggio avete paura de' suoi nemici, perchè credete ch' egli non sia valente a difendervi, a coprirvi da loro? Non è un dire che siete vili, che amate più di Dio le vostre sostanze e la vita vostra? Oh sciagurati! se tanto v'è cara la vita e le sostanze vili di questo mondo, perchè

de'

professare una religione che nacque dal sangue Martiri, si educò tra i ferri e le ruote, le prigioni e i patiboli, si dilatò per le persecuzioni? Nol sapevate voi che la Fede vostra è guerriera? che perciò appunto, come a tanti atleti, unsevi la fronte del sacro crisma? La Religione certamente non abbisogna di voi per vincere e trionfare, ma ella a ragione sdegna di avere tra le sue file uomini vili, non uomini ma donne, anzi non donne, chè n'ebbe delle fortissime, ma lepri e conigli. Ella ha il Dio degli eserciti che combatte per lei e vince ogni pugna, ma a somiglianza di quel prode di Gedeone grida a tutti i suoi soldati: chi è pauroso e timido, retroceda, esca dalle file: qui formidulosus et timidus est, revertatur. Il tempo della battaglia è giunto; i nemici di Cristo s'avanzano in ordinate e foltissime schiere; se anima v'è del Signore, s'unisca meco alla pugna: ma non si accosti il timido e pauroso moderato: revertatur. Vada egli co' nemici, se lo vorranno; ma nol vorranno no, perchè questi sciaurati, che mai non fur vivi, sono

<< A Dio spiacienti, ed a' nemici sui. Così, sarà pur sempre vero che la moderazione tra partiti è viltà, in religione è nullità, è sacrilegio; e che i moderati col pretendere di piacere a due partiti, a Cristo e al Diavolo, la finiscono col disgustarli tutti:

<< Misericordia e giustizia li sdegna:
«Non ragioniam di lor, ma guarda e passa!

P. B.

ORAZIONE FUNEBRE

PER L'ARCIDUCA

FERDINANDO CARLO VITTORIO

D' AUSTRIA - ESTE (1)

Gran Dio, unico potente sopra la morte e sopra

la

vita, unico Signore della croce e della consolazione, se, come è fermissima cristiana speranza, la misura delle ben sostenute tribolazioni è la misura eziandio delle preparate mercedi, oh devono essere pur solenni i conforti, pur durature le glorie che si maturano ne' tuoi arcani consigli per la tanto provata augusta Famiglia de' nostri buoni Sovrani! Oh quante volte nel corso di pochi anni fu visitata dall'amarezza e dal dolore! Quante volte alle pubbliche le si congiunsero particolari sciagure, e il tumultuante insanire delle Nazioni fu per lei preceduto e seguíto da domestici lutti! La quarta delle tombe reali or si è aperta e richiusa per sempre, ed oltre la salma mille volte benedetta e compianta, in sè conserva il mesto e lungo desiderio di que' che rimasero a meditare sopra tante perdite inconsolabili. Eppure, o gran Dio, se qui si piansero i Genitori, la Figlia, il Fratello, qui colla pietà de' Contardi e delle Beatrici si chinò a terra la

(1) Fu pronunziata nella R. Chiesa Parrocchiale di S. Domenico, il 15 di gennajo del corrente anno 1850, giorno trigesimo dalla morte dell' amatissimo Principe.

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