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fronte incoronata, si baciò adorandola la mano tua misteriosa, si offerse in olocausto lo stesso proprio dolore! Oh verranno, sì dunque verranno i dì delle tue ricompense, ed io, innanzi di riaprire colla triste orazion mia le piaghe ancor recenti e sanguinose, io oso prometterli questi giorni, e prometterli proporzionati a que' degli affanni! Ed anzi mi pare che quel grande e generosissimo cuore di Ferdinando Carlo Vittorio, che sì effuso in lui conoscemmo tutti qui in terra, e che ora è fatto perfetto nella seconda vita, quel cuore il quale posponeva sempre sè stesso ad altrui, or mi comandi che prima di favellare di lui, io dica in suo nome ai desolati augusti Congiunti com' egli ha già ragionato di loro con Dio, e come quella palma che non al solo martirio del sangue, ma a quello ben anche della carità si concede nel Cielo, gli fu data e qual prezzo dell' eroico suo sacrificio, e qual pegno ch'esso sarebbe propiziatoriò ai rimasti fra le travagliose prove del mondo.

O Ferdinando Carlo Vittorio d' Austria-Este, io non deploro oggi il tuo fine perchè si perda chi in sè riuniva ai chiarissimi sangui di Ausburgo e di Lorena, il nobilissimo della più antica e chiara fra le sovrane Case d'Italia; io non deploro que' mancati onori a cui t'avrebbe condotto la tua prosapia; bensì, se ministro di Dio e della sua legge di carità, debbo con bella invidia guardare a quella santità di zelo che ti condusse alla morte, non posso, come vecchio omai ed affezionato servitore di tua regale Famiglia, non posso impedirmi dal deplorare che tu, nato e cresciuto con un ani

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mo, e per fede, e per coraggio, e per larghezza, maggiore perfino di tua fortuna, tu che avevi la potenza e l'ardente brama di sollevarti per le tue virtù e le tue gesta al paro de' più eccelsi fra' tuoi maggiori, tu abbia dovuto in un sol sacrifizio racchiudere il distacco dai più cari oggetti dell' amor tuo, e da quella vera e santa altezza di gloria di che ti sentivi capace in cuore per opere forti e generose ! Quando scende nella pace del sepolcro uno di que' personaggi che grave d'anni e di meriti potè traversare lungo spazio di vita, occupando le contemporanee generazioni de' suoi magnanimi fatti, e legandone la ereditaria memoria alle avvenire; giusto è il lamento per tanto generale jattura, ma almen può dirsi, pronunziando il suo nome questi ha vissuto abbastanza pel proprio bene, e per l'altrui. Ma quando, nel fiore della speranza, morte invidia la serie di utili, di splendide, di eroiche azioni che a sè prometteva un giovinetto impaziente di mettere a chiara prova l'immenso ardore di travagliarsi per la difesa della Società e della Religione, combattute da tutte le potenze nemiche; quand'essa gli intima di contentarsi del desiderio, e lasciar altri a cogliere le sudate corone; oh allora mi sembra che più amara ancora esser debba la doglia, perchè non si sospira soltanto la perdita di una sì cara acerba vita, ma la perdita insieme di quegli augurati beneficj che da lui si attendevano con sicura fiducia! - Questo, o Signori, è il sentimento che mi domina nella lagrimevole odierna solennità, e questo è pure, io son certo, quello che maggiormente conturba gli

animi vostri, perchè, io mi appello francamente a chiunque di voi, tutti, sì tutti conoscemmo fin dall'infanzia i rarissimi germi delle rare doti che lo rendevano la delizia di sua R. Famiglia, e l'amor de' soggetti; tutti lo seguimmo cogli affetti lontano, quando il dovere conducevalo ad offrire un braccio giovine sì ma gagliardo alla Imperial Casa d'Austria, e in essa al miglior baluardo dello sconvolto ordine sociale d'Europa: tutti pensavamo in noi stessi che un cuore sì pio, sì forte, sì generoso avrebbelo portato a conseguire un giorno tal nome che illustrasse di nuovo lucidissimo raggio la splendida serie degli Estensi immortali. E invero facciamoci alquanto, o Signori, a richiamare le comuni rimembranze, e nei primi anni da lui passati nella reggia di questa Modena, ch' egli sempre amò tanto, vedremo già prodursi molti frutti ammirabili e precoci della sua religione, del suo coraggio, della sua carità. Sceglierò pochi tratti e principali, perchè la copia di essi produrrebbe troppo a lungo altrimenti l'orazion mia.- E per cominciare dall' intimo sentimento, e dal pratico fervore con cui venerava ed amava il suo Dio, qual maggior prova di quelle replicate caldissime istanze colle quali, fanciulletto ancora di nove anni, sollecitò sì efficacemente il saggissimo suo istitutore, e tanto ricambio gli promise di applicazione e di profitto, che lo indusse a ottenergli l'anticipata consolazione di partecipare all' eucaristica Mensa innanzi il tempo che gli era stato prefisso? Erano i solenni giorni Pasquali del 1831, e Maria Beatrice Vittoria coi figli, e pochi ma leali seguaci, aspettava in Gorizia

che l'intrepida mano ed il senno del Reale Consorte le facessero appien sicuro il ritorno nella sua sede da breve ma fiero turbine esagitata: deh! qual conforto, qual pienezza di gioja non innondò allora il cuore della gran Donna al vedere il suo Ferdinando tutto assorto ne' divini Misteri della comunicazione con Dio; e al vedersi innanzi col conscio e perspicace occhio materno quanto di giurate promesse, e di assicurata riconoscenza ferveva allora nell'anima santificata del figlio? Da quel punto crebbe in lui sempre e durò la profonda riverenza al Sacramento dell'Altare, della quale dava ampia testimonianza e il raccoglimento dinanzi ai santi tabernacoli, e quel prontissimo scendere o di cavallo o del cocchio e gittarsi ginocchione a terra sulla pubblica via quante volte gli accadde incontrarsi negli Azzimi Sacrosanti portati agl' infermi; e quel ribrezzo di orrore che in lui si destava al vedere che tanti, ahimè! fra' Cristiani si tenevano alti, o quasi motteggianti innanzi la velata maestà dell' Altissimo, ribrezzo che talora fu da lui manifestamente palesato ad altrui correzione ed esempio. Che se alcuno il lodasse di questi suoi atti di ossequio innanzi il Re dei Re, ei se ne corrucciava non solo, ma di ciò parlando co' suoi confidenti, non sapea cessare le meraviglie come far si potesse oggetto di plauso ciò che era puro dovere di un credente, e solea dir loro chi imaginerebbe che si volesse adularmi perchè adempio un obbligo, cui se mancassi mi brutterei di gravissima macchia? =

Nè minore era in lui lo zelo per la purità delle cattoliche dottrine, e la osservanza della legge del

Signore. Io vidi in parecchie lettere, specchio fedele della candida anima sua; io udii dal labbro di quelli che familiarmente seco erano usi conversare, vidi e udii massime di filial sudditanza alla Chiesa, di obbedienza a' suoi precetti, di sommessione al Vicario di Gesù Cristo, di santo disdegno contro le regalistiche usurpazioni de' diritti dell'Altare, di viva bramosía che gli occhi de' traviati fratelli si distenebrassero tornando dall' error loro sulla unica via della salute, sicchè più volte commosso dovetti in lui riconoscere un esemplare del vero Principe Cristiano. Ma questa ingenua e matura pietà non solo nulla toglieva al carattere di valor generoso, agli alti sensi di cavalleresco onore, alla vagheggiata fama guerriera del giovine Ferdinando; che anzi, francandogli la coscienza da' rimorsi, lo facea più pronto a prodigare, ove giusta causa il volesse, il proprio sangue e la vita. E qui pure comincerò, o Signori, dal fornirvene a prova un suo desiderio che, per quanto fosse allora immaturo e impossibile, non lascia però di manifestarvelo al vivo. Egli non aveva ancora due lustri quando una notte di tradimento e di congiura atterrì Modena inconsapevole, che apprendeva improvvisamente come una mano di scellerati, imbaldanzita da esterni ajuti, attentasse sacrilegamente alla Reggia. Mentre l'impavido Francesco IV recavasi con piccol drappello a prevenire l'attacco, la non meno impavida sua Sposa raccoglieva a sè intorno nelle interne stanze i teneri figli, e le persone che ne avean cura, e alternando a brevi sublimi concetti le cristiane preghiere, aspettava,

T. X.

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