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postale la destra sulla fronte, la segnò del segno augusto della Redenzione! Appena, purificato dal suo olocausto, presentossi egli a Dio, che la città intera di Brünn, i cui abitanti, per quanto durava la malattia, accalcavansi nella via del suo palazzo, o nelle Chiese dove i soldati del presidio, e altre classi facevano esporre l'Augustissimo Sacramento, la città intera, dissi, risonò di sospiri e di lamenti. Con moto spontaneo vollersi chiusi i teatri, si celebrarono solenni funerali da' corpi militari e da' cittadini, ripetuti in Kremsier ed in Olmütz, e persino, mirabile a dirsi! i poveri mendicanti, sì spesso da lui sollevati, raccolto fra essi l'obolo sottratto alla fame, vollero con ufficio di requie pagargli un tributo commoventissimo di postuma riconoscenza. Quando poi seppesi che la salma lagrimata, per ultima volontà del memore suo cuore, sarebbe trasportata alla patria sotto l'arca, com'ei desiderava, dell'amata sua Genitrice; allora le genti delle vie per cui passava il convoglio mostrarono l'immenso duolo col tappezzare a lutto le loro case, col mettere bandiere nere alle finestre, col salutarlo anche una volta piangendo; e sulla porta della città per cui doveva uscire, il Magistrato comunale fece alzare un grande e nero stendardo su cui leggevasi questa scrittura Dio ti compensi, o Ferdinando, del bene che ci facesti. =

O Ferdinando Carlo Vittorio d'Austria-Este, le tue gesta oh sono pur meglio registrate ora in Paradiso, che non in questa miserabile orazion mia! Lassù si vede quanto tu avresti potuto fare, se le circostanze meglio avessero secondato quel tuo

cuore grande e potente in religione, in coraggio, in carità. Lassù, dove si premiano anche i desiderj non soddisfatti, tu otterrai che il molto a te conteso di domestiche letizie, e di magnanime imprese, tutto si cumuli sopra la tua Augusta Famiglia, per suo compenso e per felicità di noi tutti!

CANONICO D. CESARE GALVANI.

LETTERE INEDITE

(V. il tomo VI di questa serie, a facc. 108)

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Agli altri incomodi che ci hanno apportati que

sti benedetti sospetti di contagio, (1) per cui da tutte le parti ci sono, come u'abbiamo scritto, serrati i passi, s'aggiunge anche questo di non hauer ancora potuto negoziare col Conte di Collalto. Aspettiamo però da S. E. una tal risposta la quale, uenuta che sia, crediamo senza dubbio che si presenterà qualche adito di poter trattare seco, se non in persona, almeno col mezzo di qualche nostro ministro o seruitore. Ci piace intanto l'intendere che da cotesta parte uoi habbiate ridotte le cose a così buon

(1) Sempre lo stesso palliato frasario, le stesse lusinghe ed illusioni che gli uomini si fanno in consimili congiunture. Come i sospetti si fossero, anche per Modena, convertiti in certezza, si può conoscere da altra lettera del medesimo giorstampata nella serie precedente di queste Memorie, tom. XVIII, facc. 379.

no

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segno, e siccome noi ci assicuriamo che siate per continuare nella solita uostra uigilanza et accuratezza, così ui promettiamo..... che per quello che tocca a Noi potete uiuer certo che non mancheremo mai in conto alcuno......

Noi ci siamo accorti, non ha gran tempo, che il negozio del matrimonio si uada in cotesta parte mantenendo uiuo con intenzioni aeree, e con pretesti lontani; ma quanto più la dilazione è ricercata da cotesti ministri, tanto più è abborrita da noi; nè vi addurremo la ragione di ciò per non reiterare in tutte le lettere la medesima cantilena. Non così tosto intendemmo che la Reina d'Ungheria portaua costà partiti di accasamento, che ci souuenne dell'Infante Carlo, e conchiudemmo dentro di noi quello stesso che ancor uoi asserite di hauer penetrato. Le trattatiue di matrimonj tutte per l'ordinario riescono lunghe, e singolarmente quelle dei Principi grandi. Valga per esempio cotesto della Reina d'Ungheria, che prima di finirsi ui è passata di mezzo, si può dire, un'età. Ora che pensate che sia per succedere di quest' altro, che non è ancor promosso? Vi replichiamo che non comple a' nostri interessi l'aspettar tanto, e supposto che cotesta negoziazione si conchiudesse anche presto, ui sarebbero sempre per noi delle lunghezze e de' pretesti in riguardo delle pretensioni di Polonia. Vogliamo dunque, e questa è finale ed ultima nostra risoluzione, che uoi ne spicchiate la trattazione, e che ci mettiate totalmente in libertà. Sebbene ueramente non sappiamo d' essere in tale obbligazione che anche

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senza dir altro non potessimo deliberar noi a modo nostro, giouaci d'usare questo atto di riuerenza uerso la Maestà dell' Imperatore, e sarà uostra cura il tener mano che il discioglimento di questa pratica segua con reciproca soddisfazione, e che l'effetto non pregiudichi in conto alcuno alla buona opinione che costà han conceputa del nostro diuotissimo ossequio. La prudenza uostra ci assicura d'ogni buon effetto.

E senza più, ui auguriamo da Dio Signore ogni

contento.

Di Valuerde 2 Agosto 1630.

FRANCESCO

Ricordateui sopra tutto di fare in maniera che non disgusti.

D. FULVIO TESTI

LII. (2)

FRANCESCO DUCA DI MODANA EC.

Bene et isquisitamente ui siete portato nell'esecuzione degli ordini nostri, nè possiamo se non lodar la prudenza e diligenza uostra, e conseruare

(2) Riportiamo qui compita la lettera che, sotto il n. xxxvi (tom. XVIII, facc. 388 della seconda serie di queste Memorie), non potemmo dare se non mozza in principio ed in fine, per difetto della sola copia onde allora fu tratta.

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