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suna cosa faccia più riguardeuoli i feudi che la quantità de' sudditi, non uediamo come quel di Correggio, ch'è disertato e distrutto, possa ualere quei milioni o quelle centinaja di mila scudi che costì andauano predicando. Seruiteui prudentemente dell' auuiso e che Dio ui contenti e prosperi. Di Riualta li 10 Ott. 1630

FRANCESCO

DON FULVIO TESTI

* LV.

FRANCESCO DUCA DI MODANA EC.

In questo punto che stiamo per ispedire i dispacci di Venezia, riceuiamo la uostra dell'ultimo di Settembre. Questa non contiene negozj particolari, ma semplici auuisi, i quali però sono stati letti da noi con gusto singolare. In Italia si spera pur anche la pace. Ma costà se ne dourà hauer prima la certezza, e uoi forse sarete il primo a darcene ragguaglio. Piaccia a Dio benedetto di ridurre una uolta alla desiderata tranquillità le turbolenze di questa pouera prouincia.

De' nostri negozj u'abbiamo per altra lettera scritto diffusamente; e non sapendo presentemente che dirui di uantaggio, preghiamo Dio che ui contenti e prosperi. Di Riualta 19 Ott. 1630

FRANCESCO

DON FULVIO TESTI

* LVI.

FRANCESCO DUCA DI MODANA EC.

Ecci di particolar gusto l'intendere che i caualli siano giunti costà assai bene all'ordine; ma possiamo già ricordarci di loro che non ci souuenga di Florestano, e che in conseguenza non sentiamo particolare amaritudine d'hauerlo perduto. Troppo, senza l'opera sua, scema di pregio il nostro dono; ma non si può ricalcitrare al uolere di S. D. M. Aspettiamo di giorno in giorno l'auuiso che i caualli si siano presentati, e stiamo con grande curiosità attendendo di sapere come sia poi riuscita la mostra di essi, e quanto l' Imperatore habbia mostrato di gradirli. Quel giouinetto che gli ha condotti, era paggio di Florestano, et alcune uolte ancora è stato a cauallo; ma non può dirsi che habbia alcun principio del mestiere, nè che sia allieuo di lui. In ogni caso però S. M. è padrona di farne ciò che uuole, nè altro ci preme se non ch'egli non habbia (9) sufficienza et abilità da corrispondere all' aspettazione.

Da tutte le parti uengono auuisi uniformi della Pace, e l'Italia esalta la clemenza di Cesare, che potendo fare notabili progressi, frena il corso de' suoi trionfi, e si contenta più del nome che dell' effetto della uittoria. Premierà Dio con sempre più prosperi successi la generosa moderazione di S. M.

(9) Leggesi nell' altra copia..... ciò che uuole, se non che ci dispiace ch'egli non habbia ecc.

Ma noi intanto habbiamo stimato termine d'ossequio

e riuerenza il rallegrarci colla M. S. della gloria che ne risulta al suo nome, e il renderle grazie della quiete che in mezzo a tante riuoluzioni dona a quest' afflitta Prouincia.

E perchè la prudenza del S. Principe d'Echemberg ha ancor essa cooperato in gran parte ad opera così degna, passiamo coll' E. S. i medesimi uffici, e mandiamo qui congiunte in uostra mano le lettere con sigillo amouibile, perchè uediate il contenuto, et in conformità d' esso regoliate ancor uoi i uostri complimenti.

Habbiamo più uolte scritto all' infante di Fiandra, ed essendo priui di risposta, siamo uenuti in parere che per queste congiunture della guerra e del contagio i dispacci si perdano; onde habbiamo risoluto di mandar per l'auuenire, finattanto che si aprano i passi, le lettere a uoi, perchè le incamminiate poi con qualche buona occasione al lor recapito. (Il uiaggio sarà lunghetto, ma almen sicuro, e tanto più se procurerete di ualerui del mezzo di qualche persona che habbia commercio in quelle parti, e che possa pur anco ordinare che in sua mano siano di là trasmesse le risposte che ci darà S. A. Fate in questo particolar diligenza, et assicurateui che incontrerete grandemente la nostra soddisfazione.

Da qui innanzi potrete inuiare i uostri pieghi a Gio. Pietro Codebò, che in Venezia assiste a' nostri interessi; ch' egli haurà cura di rimetterceli

(10) L'altra copia: perchè le recapitiate alla lor direzione.

con sollecitudine e sicurezza. E senza più ui auguriamo da Dio il colmo d'ogni desiderata contentezza. Di Riualta il 1 Novembre 1630

FRANCESCO

DON FULVIO TESTI

* LVII. (11)

FRANCESCO DUCA DI MODANA, EC.

Il Conte Emanuello Boschetti s'è poi finalmente abboccato col Signor Conte di Collalto, et ha lungamente discorso con l'E. S. del negozio di Correggio. Ha riportato per risposta ch'egli è uero che il Ferro gli ha fatta mercede di quello stato, ogni volta però che il Principe ne sia giuridicamente decaduto, e che perciò egli ha spedito costà un tal dottore colla copia del processo, affinchè il Consiglio Aulico dichiari se il Principe suddetto è in caso di caducità; che di giorno in giorno s'aspetta il ritorno di questo dottore con qualche precisa et accertata risoluzione, e ch' allora si tratterà di uenderlo più uolontieri a noi che ad alcun altro, dichiarandoci ch' egli stesso fin da principio haueua hauuto il medesimo pensiero, e che l'hauerebbe eseguito senz' altro nostro motiuo.

(11) È tratta da una sola copia, ov'è notato che tutto l'originale è in cifra, salvo le parole in corsivo.

Tutto questo uiene confirmato dal Marchese di Grana e dall' Affabris, il primo confidentissimo del Conte, il secondo suo segretario; ed amendue promettono di farci hauere nel prezzo e ne' termini de' pagamenti ogni possibile uantaggio. Da certi rincontri però che noi habbiamo parci comprendere che il Conte non habbia altra mira nè altro fine che quello della propria utilità, e che quello stato si debbia uendere, per così dire, all'incanto a chi più offerirà e più darà. Noi non uorremmo entrare in competenza, nè piacerebbeci tampoco che la mercatanzia ci fosse incarita dai nostri amici. Lo stato di Correggio è stretto ed angusto, pouerissimo e mendico per l'alloggio e contribuzioni date alla soldatesca alemanna, spopolato e uoto d'abitatori per lo contagio che u'ha fatta una strage miserabile; nè ueggiamo perciò come un feudo di questa sorte debbia pagarsi le centinaja di mila scudi. Vi facciamo questi tocchi perchè, giudicandolo opportuno, possiate de tramente metterli in considerazione al Signor Principe d' Interprete, ricordando con bella maniera a S. E. che poco ci sarebbe giovato il suo patrocinio, quando si douesse camminar con noi a tutto rigore. Auuertite in ogni caso di non ingaggiarui costà in gran promesse, e di non offerire se non cose molto moderate, perchè se il negozio si slargherà da un capo, ragion uuole che si stringa dall' altro, nè si potrà donar molto, quando il contratto costi troppo. Anzi, non doueremmo dar nulla a cotesti ministri, quando nella compra del feudo, non solo non riceuessimo ageuolezza, ma incontrassimo quei rigori de' quali

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