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AL MEDESIMO

Quanto indugio a risponderle! Mi ha impedito dal farlo insino ad ora la febbre, che mi ha tenuto in letto alcuni giorni. Dalla posta di Lugo ho ricevuto gli Sc. 7: 35; e a lei ed al Sig. Pederzini ne rendo grazie. La prima volta, che gli scriverà, gli faccia noto come di questo gli sono gratissimo; e dell' avere fatto per modo che non si ristampi il mio Compendio di Storia Romana. Se poi passando egli di qua, potrò anche in voce dirgli le stesse cose, con tutte l'altre che ho nel cuore di stima, di gratitudine, di affezione per lui, mi sarà di grandissima contentezza. Alla metà di Giugno uscirà il secondo volumetto. Melandri mi dice prima; ma non lo credo. Il foglio di stampa trovato in uno degli esemplari del primo volumetto lo tenga a conto per farmelo avere, quando ne abbia modo; e questo senza veruna fretta. Nuovamente la ringrazio di quanto ha fatto e fa per questo mio Compendio; e colla stima, colla gratitudine, coll'affezione grandissima quanto le debbo, mi professo ecc.

Bagnacavallo, II Maggio, 1839.

AL MEDESIMO

Ho scritto al Melandri che dia al sig. Avvocato Scalaberni un esemplare del secondo volumetto da mandare a lei, e sono certo che lo farà. Io desidero ch' ella abbia caro questa dimostrazione della stima, della gratitudine, dell'affezione, che ho per lei. Ma che cosa mi dice ella mai d'immense bellezze in questo mio scrittarello? Io non posso dubitare nè della sua dirittura nel giudicare, nè della sua lealtà nel significare; ma temo che la benevolenza, che ha per me, non le faccia velo, sì che qualche volta non discerna bene. Con verità le dico che il giudicio, che ne do io, è molto diverso. Ma siamo nati per fare e si fa; si è cominciato, e bisogna finire. Sono con tutto il cuore ecc.

Bagnacavallo, 28 Luglio, 1839.

AL MEDESIMO

Bagnacavallo, 24 Luglio 1841

ho

Ieri sera tornato qua, dopo vari giorni di assenza, trovato l'involto dei denari mandatomi da lei, e gli altri due minori in esso, uno de' quali conteneva Sc. 2: 70: 3, come vi era scritto sopra, e che sono il prezzo degli esemplari del volume 4. della mia Storia Romana, che ella ha avuti pe' suoi associati; e l'altro conteneva quanto il Sig. Pederzini, con biglietto postovi dentro, scrive di mandarmi. Somme grazie rendo di tutto a lei; ed oggi ne rendo eguali grazie al sig. Pederzini con lettera, che inchiudo in questa. Mi dispiace assaissimo della infermità, che ella ha sofferto, e che ancora la tormenta; ma mi consola che sia in convalescenza. Non si stanchi di diligenza e di lunghezza di riguardi, e ne risanerà bene. Mi continui la sua benevolenza, che mi è molto cara; e con tutta la stima, la gratitudine e l'affezione mi dichiaro suo ecc.

AL MEDESIMO

Bagnacavallo, 15 Novembre, 1841 Il perdono delle due mie lettere, che ella nella sua Istruzione epistolare pe' Giovanetti (4) ha voluto porre insieme con quelle di tanti belli scrittori, è dato; sebbene sia cosa da domandarne veramente perdono, perchè io non poteva colle mie, che male comparirci: ma il perdono è dato, e di tutto cuore; con che estimo che ci guadagnerò qualche cosa di più nella sua benevolenza. Insieme con questa consegno alla Posta un esemplare del mio Discorso, ch' ella mi domanda pel ch. Sig. Ab. Federighi. La settimana passata ne ho mandati due

(4) Sono a p. 125 dell'ottava stampa della mia Istruzione Epistolare (Bologna pel Tiocchi 1841). Questa veramente sarebbe la Nona, perchè quando fu fatta io non conosceva quella di Ripatransone (tip. Taffei 1838) esemplata al tutto sulla 7. di Perugia ( Bartelli, 1837). Le istesse due lettere riapparvero nell'ediz. 10. p. 172 (Imola pel Baracani 1844.) Nell' XI, che è la XII (Bologna, Tiocchi 1846) in luogo delle prime due, diedi quelle, che leggonsi alle pagine 24, 40, 47, 50.

a lei, legati in una fascia, dei quali per lei era uno, pel Sig. Cavazzoni l'altro, come diceva la scritta di ciascuno; e credo che gli avrà già ricevuti, e che col Sig. Cavazzoni mi avrà favorito. Mi si fa tanta fretta per le lettere che non posso altro dirle, che sono di tutto cuore ecc.

AL MEDESIMO

Bologna, 23 Maggio, 1845 Non mi oppongo al suo desiderio di publicare alcune mie lettere avrei però piacere di rivederle, acciocchè uscissero meno sconcie; non dico nette, perchè non confidandomi di conoscere in esse tutti i difetti, coi quali son nate, non posso confidarmi di rimondarle interamente. Potrebbe ella farmele avere per mezzo de' signori Sassoli; ed io giovandomi della cortesía de' medesimi gliele rimanderei. La debolezza degli occhi mi obbliga a servirmi d'altra mano per le lettere. Gran che l'invecchiare! Mi conservi la sua affezione; chè io con piena stima di tutto cuore sono sempre il suo ecc.

AL MEDESIMO

Mi pare che troppe sarebbero le lettere, che parlano della mia Storia Romana, e dell' affaccendarsi per venderla. Ne ho per ciò tolto via alcune da quelle, ch'ella mi mandò; e nel luogo loro (se non di tutte) le ne mando altre, delle quali potrà valersi, se le piaccia, per la sua stampa. Non so se il copista le avrà scritte bene: dove troverà mancamento, corregga; il che mi sarà segno della cara sua benevolenza, alla quale affettuosamente corrispondo.

Bologna, 27 Luglio, 1845.

AL MEDESIMO

Raccomando alla sua gentilezza la lettera diretta al sig. Pederzini, ch' ella riceverà con questa, pregandola che l'abbia in Modena lunedì. Sono certo che ella di buon grado mi farà questo favore; ed io le ne sarò grato assai. Ella si ricordi che la stimo assaissimo; che l'amo di tutto cuore, e che desidero che mi comandi.

Bologna, 23 Luglio, 1846.

AL MEDESIMO

Sebbene io abbia posto indugio a rispondere alla carissima sua delli 3 di questo mese, non ho posto indugio a fare quello, che io poteva in beneficio del sig. Leonardi suo raccomandato. Esso fu subito ammesso alle scuole della Facoltà Medica in questa Università come uditore. Se nell' avvenire potrò fare altro in beneficio di lui, lo farò molto volentieri; acciocchè la S. V. abbia anche in ciò una dimostrazione della piena stima, e dell' affezionato animo, con cui mi professo ecc. Bologna, 14 Novembre, 1846.

LETTERA PASTORALE

DI

MONSIGNOR FRANCESCO SPALLETTI

VESCOVO DI SUTRI E NEPI

FRANCESCO SPALLETTI

PATRIZIO DI NORCIA E DI VITERBO, PER LA GRAZIA DI DIO E DELLA S. SEDE APOSTOLICA VESCOVO DI SUTRI E NEPI, ALLA MEDESIMA SANTA SEDE IMMEDIATAMENTE SOGGETTO, DELLA SANTITÀ DI NOSTRO SIGNORE PIO PAPA IX. PRELATO DOMESTICO, ED AL SOGLIO PONTIFICIO ASSISTENTE.

AL VENERABILE CLERO, E POPOLO DELLE SUE CHIESE.

Venerabili Fratelli, e Figli in Gesù Cristo carissimi

La lettera, che vi mandammo il dì 7 Febbraio passato

fu diretta allo scopo di confortare la vostra fede, e la vostra virtù a sostenere coraggiosamente le guerre già rotte contro la S. Chiesa e perciò a voi comuni; insegnando S. Pietro, doverci piuttosto rallegrare se per poco ci contristano le svariate tentazioni, onde la nostra professione provata in fatti sia più preziosa, e lucente dell'oro, e risalti a nostra maggior gloria, ed onore. (1) Dicemmo che questa lotta, forse la più feroce, o almeno, per l'estensione e novità delle forme, la più terribile di quante ne ha registrate la storia, non sarebbe stata lunga, e aggiungerebbe alla combattuta guerriera un titolo di splendida gloria. Il che potemmo assicurare su la fede delle promesse infallibili che Dio le fece di custodirla invulnerabile contro ogni sforzo d'inferno, e di proteggerla sino alla consummazione de' secoli. L'oracolo dell' Eterno, innanzi al quale cede tutto l'orgoglio dell' umana filosofia, sembrava volesse prima d'ora adempirsi, quando generose armi, ed armati cat

(1) 1. Petr. cap. 1. v. 6.

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