Sayfadaki görseller
PDF
ePub

LETTERA PASTORALE

DEL CARDINALE ARCIVESCOVO E DEI VESCOVI

DELL' ECCLESIASTICA PROVINCIA DI RAVENNA

ai loro Diocesani

Il Cardinale Arcivescovo ed i Vescovi dell'ecclesiastica provincia di Ravenna ai loro amatissimi Diocesani

Pace e benedizione in Gesù Cristo.

Sino dai primordii della Chiesa, fratelli e figli carissimi,

uomini involti in mantello filosofale insidiarono i seguaci del Nazareno, s' attentarono corromperne la sovrumana dottrina; e l'apostolo S. Paolo ne avvertiva quei di Colossi, (1) acciò evitassero i tesi lacci. Simili trame dei rinascenti sofisti non cessarono per mutamenti di tempi, e Tertulliano alla sua età, (2) e Lattanzio, (3) e S. Girolamo (4) e S. Leone Magno (5) ne dolorarono. Giammai però una filosofia, profanatrice di questo nome, non sorse più infesta all'uman genere di quella che, figlia moltiforme del Protestantismo, e seco lui federata, dominò dopo la metà dello scorso secolo, e che domina nel presente, allora smascheratamente incredula, ora larvata di veli religiosi, sempre egualmente distruggitrice, e che arrogandosi d'essere ammaestratrice del mondo, putabat, come Daniele (6) si espresse, putabat, quod possit mutare tempora et leges. La prima, accampatasi in Francia, manomise ogni sacra ed umana cosa sfidando pur anco e movendo guerra a Dio stesso, che la debellò abbandonandola ai suoi delirii, e dandola all'universo in terribile esempio della follia dell'

(1) Ad Colloss. c. II, v. 8.

[ocr errors]

(2) De Anima c. III. - (3) Divin. Instit. 1. 111, c. 28. – (4) T. IV, Epist. LIV ad Pammachium. - (5) In Serm. v, jejun. x, mens. c. IV. - (6) Cap. vii, v. 25.

umana sapienza. La seconda, insinuatasi a grado a grado con ipocriti scaltrimenti in ogni parte della nostra Italia, inalberò, non ha guari, in Roma precipuamente la bandiera ribelle contro la fede e contro le terrene podestà. Iddio confonderà ancora questa: ma intanto le sue mene non lasciano d'agitarsi in più parti della Penisola, per tacere delle commozioni d'altre contrade europee.

Fratelli e figli dilettissimi, poichè nel nome del Redentore divino e della sua Vergine Madre noi ci siam congregati per varii oggetti di vostro spirituale vantaggio, non ci poteva sfuggir dal pensiero il debito che ci corre di rivelarvi nel suo vero aspetto questa recente congiura, che armata di finzioni ne desolò e ne desola tuttora. Vorremmo che le nostre parole non fossero odiose ad alcuno! Quanti testè cospirarono contro l'altare ed il trono ci sono fratelli, e sebbene violentissimi i loro attacchi, non mai valsero a rompere i cari e sacri legami che ad essi ci uniscono. La nostra tenerezza sarà sempre più forte della loro avversione; e se rimembriamo adesso i loro trascorsi, è solo perchè i fedeli si confermino nell'osservanza de' proprii doveri, ed essi resipiscant a diaboli laqueis, a quo captivi tenentur ad ipsius voluntatem. (7)

Fino dal secolo della riforma si tentò introdurne in Italia le massime corrompitrici; ma assai radi ne furono i seguaci, e cautamente nascosi. Se, nei secoli successivi, prima Bayle e Spinoza vollero far dubitare di tutto, poi Voltaire e gli enciclopedisti vollero tutto deridere sovvertendo ogni idea di morale e di giustizia, Italia ebbe assai pochi che bestemmiassero con quelli. Quando l'influsso giansenistico prevalse nella mente di monsignor Scipione Ricci, raggirato dalle astuzie di corrotti teologi, l'opposizione de' vescovi toscani, ed il commovimento popolare di Prato furono il segno del dissenso e del fremito universale di tutt' Italia. Le stesse calamità della Chiesa, quando prigioni esularono gl'immortali Pio VI e Pio VII, ristrinsero in più caldi nodi gl'itali cuori alla fede,

(7) D. Paul. ad Timoth. c. II, v. 26.

T. X.

26

406

e tornarono a maggior trionfo di lei. Dopo il lungo corso delle accennate vicende, enumerate le perdite e gli acquisti, la Chiesa cattolica si rallegrava di cresciute moltitudini, di più esteso impero in remoti lidi, della decadenza non dubbia dell'eresia e del filosofismo.

Filosofi ed eretici se ne spaventarono, e contemplando quant' autorità ed efficacia le cattoliche istituzioni da Roma e da Italia sortivano per l'universo, deliberarono un simultaneo assalto onde snidare d'Italia e di Roma il Cattolicismo, o almeno indebolirlo così da poter abusare presso altre genti del nostro esempio. Parve loro medesimamente non potersi estinguere o illanguidire il Cattolicismo nel bel paese, se non invitandoci a libertà religiosa e politica, e proclamandola col nome in bocca di Gesù Cristo ipocritamente ed erroneamente invocato. Eccovi, o fratelli e figli, il concetto della grande congiura, a cui posero mano Europa ed America.

Non dobbiamo dirvi, come universalmente già noti, gli artifizii concordi e i tentativi delle propagande europee filosofiche e protestanti. Vi rammenteremo però come queste si rafforzarono in America, quando all' unico scopo d'assaltare Roma ed Italia, discepoli di varie sette fondarono in Nuova York, il 12 giugno 1843, una novella società colla denominazione d'Alleanza Cristiana. Statuirono rinvigorirsi di novelli proseliti e di congreghe ausiliarie, e giovarsi degli assenti Italiani acciò al loro ritorno ne infestassero di volgarizzate e corrotte bibbie e d'altri libri mortiferi. La santa memoria di Gregorio XVI svelava e condannava questa nuova società il dì 8 maggio 1844. (8) Così le sette d'Europa e d'America, collegate in un su Roma, sol volere, si gettarono sulla miseranda Italia e quasi leoni a divorar la preda. Conjuratio prophetarum in medio ejus, sicut leo rugiens, rapiensque praedam, animas devoraverunt. (9)

E che non vedemmo? Che non ascoltammo? Facili a vincersi le leggiere menti de' giovani, e necessaria la loro auda

(8) Nell'Enciclica che incomincia: Inter praecipuas machinationes. (9) Ezech. cap. xxii, v. 25.

cia precipitosa, vennero universalmente adescati col prestigio della nazionale indipendenza, degli onori, delle publiche cariche. Necessarii ad aversi dei cooperatori negli uomini chiari per valor di mente e di penna, si prometteva comprarsene a peso d'oro gli scritti, (10) e taluni mercando iniquamente il più bel dono del Cielo, venundati sunt ut facerent mala. (11) Necessaria la forza brutale, si assoldava il volgo più rotto della città, sciogliendolo ad ogni vizio, proteggendolo nei delitti, chiamandolo popolo, assicurandolo per l'avvenire dei possessi e delle dovizie delle alte classi.

Contro i Gesuiti il primo scoppio. Così nello scorso secolo, volendosi sterminare la Chiesa, s'incominciò con lo sperpero degl' Ignaziani, sua fida ed intrepida milizia. Così nel presente secolo i razionalisti di Francia, i demagoghi di Spagna, i radicali di Svizzera, i comunisti di Germania, ardendo di conculcare il Cattolicismo, gridarono abbasso i Gesuiti. E sebbene si parli tanto di lettere e di progressi scientifici, non si rispettarono fra noi nemmeno i sommi ingegni dei De-Vico, dei Secchi, dei Marchi, dei Pianciani, dei Perrone, e di altri preclari lumi delle scienze, ed onor vero d'Italia.

Eppure era tuttavia il tempo in cui si copriva d'applausi quell'angelo di Pio IX, che ne trambasciava! Eppure molte belle anime si affidavano ancora all' inimico della Chiesa, che copriva l'inganno di parole benevole, religiose e lusinghiere ! Si potriano assomigliare costoro a quei di Gerusalemme ai tempi di Antioco, che davano credenza a chi volea dispogliarli ed ucciderli: Et locutus est ad eos verba pacifica in dolo. Et irruit super civitatem repente, et percussit eam plaga magna. (13)

Descrittavi per tal modo la macchinazione, è tempo, o carissimi, che poniamo a rassegna le dottrine de' macchinatori,

(10) Si vegga l'Araldo settimanale della Pragmalogia Cattolica, anno vi, n. 164. Sieno lodi al coltissimo signor can. D. Giuseppe Silvestri, ed a quanti seguirono il suo esempio rifiutandosi all'invito nefando! (11) Mach. 1. 1, c. I, v. 16.

(12) Mach. 1. 1, c. 1, v. 31, 32.

e i fatti corrispondenti a cotali dottrine. Vi accennammo già che intendevano a precipuamente stabilire fra noi la libertà religiosa. Il che viene a dire, che nel seno stesso del Cattolicismo possa ognuno professare quella religione e quel culto che più gli è in grado, od anco non professarne veruno. Intendete bene la nequizia di tale sistema? Vuolsi riguardare la religione quale umano trovato, dichiarare indifferente qualunque religione per la salvezza, negar fede alla parola di Dio scritta e alla tradizione, vilipender Dio quasi amasse medesimamente la verità e l'errore, credere che l'uomo possa aspirare alla gloria de' giusti, tanto se fido osservatore del Cattolicismo, quanto se turco a Costantinopoli, se ebreo in Amsterdam, se calvinista in Ginevra, se luterano in alcuni cantoni Svizzeri, se anglicano in Londra, se scismatico in Pietroburgo, non che se deista, se scettico, se materialista, se sansimoniano. E qual più trista morte può darsi all'anima, scriveva sant' Agostino, che la libertà dell' errore? (13) Cotale libertà, che importa l'implicita negazione del principio religioso, ed autorizza la publica accettazione dell' ateismo e della empietà, scioglie ancora i governi dal debito di venerare una religione. Ed infatti nella pretesa Costituente romana, discutendosi il progetto di Costituzione, chi si avventò bruscamente contro il Cattolicismo, chi perorò pel cambiamento di religione, chi propose fin anco di rimetter sugli altari un Giove ed un Marte, e la maggioranza deliberò finalmente non abbracciare credenza alcuna. Infelici! Il Redentore celeste ha dichiarato che chi seco lui non raccoglie, disperge ; (14) che chi non crede, sarà condannato. (15) Ed unisono a questo divino anatema, l'apostolo S. Giovanni (16) intimava al mondo: Qui incredulus est Filio, non videbit vitam, sed ira Dei manet super eum.

(13) S. August. Ep. 166.

(14) Luc. x1, 23.

(15) Marc. xvi, 16.

(16) C. III, v. 36.

« ÖncekiDevam »