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che quello portinaio veracemente ci cognosca, e che Iddio il fa parlare contra a noi; o frate Leone, scrivi, che qui è perfetta letizia. E se noi perseveriamo picchiando, e egli uscirà fuori turbato, e come gaglioffi importuni ci caccerà con villanie e con gotate, dicendo: Partitevi quinci, ladroncelli vilissimi, andate allo spedale, chè qui non mangerete voi, nè albergherete; se noi questo sosterremo pazientemente e con allegrezza e con amore; o frate Leone, scrivi, che quivi è perfetta letizia. E se noi pur costretti dalla fame e dal freddo e dalla notte, più picchieremo, e chiameremo, e pregheremo per l'amore di Dio con grande pianto, che ci apra e mettaci pure dentro, e quelli più scandolezzato dirà: Costoro sono gaglioffi importuni, io gli pagherò bene come sono degni; e uscirà fuori con uno bastone nocchieruto, e piglieracci per lo cappuccio; e gitteracci in terra, e involgeracci nella neve, e batteracci a nodo a nodo con quello bastone; se noi tutte queste cose sosterremo pazientemente e con allegrezza, pensando le pene di Cristo benedetto, le quali dobbiamo sostenere per suo amore; o frate Leone, scrivi, che qui e in questo è perfetta letizia. E però odi la conclusione, frate Leone: Sopra tutte le grazie e doni dello Spirito Santo, le quali Cristo concede agli amici suoi, si è di vincere sè medesimo, e volentieri per lo amore di Cristo sostenere pene, ingiurie, ed obbrobri e disagi.

Come san Francesco si guadagnò tre ladroni.

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In quello tempo usavano nella contrada tre nominati ladroni, li quali faceano molti mali nella contrada; li quali vennero un dì al luogo de' frati, e pregavano frate Angelo guardiano che desse loro da mangiare; e il guardiano rispose loro in questo modo, riprendendogli aspramente: Voi ladroni e crudeli omicidi non vi vergognate di rubare le fatiche altrui, ma eziandio come presuntuosi e sfacciati volete divorare le limosine che sono mandate alli servi di Dio, che non siete pure degni che la terra vi sostenga; perocchè voi non avete nessuna reverenza nè a uomini nè a Dio che ci creò: andate adunque per li fatti vostri, e qui non apparite più. Di che coloro turbati, si dipartirono con grande sdegno. Ed ecco san Francesco tornare di fuori colla tasca del pane e con un vaselletto di vino ch'egli e il compa

1 Gotate. Colpi di mano sulle gote, schiaffi.

2 E meltaci pure ec. E ci lasci almeno entrare, tanto che siamo al coperto.

3 Guardiano. Il custode della porta; il portinaio.

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gno avevano accattato: e recitandogli1 il guardiano com'egli avea cacciato coloro, san Francesco fortemente lo riprese, dicendo che s'era portato crudelmente: imperocchè li peccatori meglio si riducono a Dio con dolcezza che con crudeli riprensioni: onde il nostro maestro Gesù Cristo, il cui evangelio noi abbiamo promesso d'osservare, dice che non è bisogno a' sani il medico, ma agl' infermi; e che non era venuto a chiamare li giusti, ma li peccatori a penitenza, e però egli spesse volte mangiava con loro. Conciossiacosa adunque che2 tu abbia fatto contra alla caritade e contro al santo evangelio di Cristo, io ti comando per santa obbedienza, che immediatamente tu prenda questa tasca del pane ch' io ho accattato, e questo vasello di vino, e va'loro dietro sollecitamente per monti e per valli, tanto che tu li trovi, e presenta loro tutto questo pane e vino per mia parte; poi t'inginocchia loro dinanzi e di' loro umilmente tua colpa della tua crudeltà; e poi li prega da mia parte che non facciano più male, ma temano Iddio, e non lo offendano più: e se egli faranno questo, io prometto di provederli nelle loro biso gna, e di dare loro continuamente da mangiare e da bere: e quando tu avrai detto questo, ritórnati qua umilmente. Mentre che il detto guardiano andò a fare il comandamento di san Francesco, egli si pose in orazione, e pregava Iddio che ammorbidisse i cuori di que' ladroni, e convertisseli a penitenza. Giugne a loro l' ubbidiente guardiano, ed appresenta loro il pane e il vino, e fa e dice ciò che san Francesco gli ha imposto. E, come piacque a Dio, mangiando quelli ladroni la limosina di san Francesco, cominciarono a dire insieme: Guai a noi, miseri sventurati e come dure pene dello inferno ci aspettano ! che andiamo non solamente rubando li prossimi e battendo e ferendo, ma eziandio uccidendo; e nientedimeno, di tanti mali e così scellerate cose come noi facciamo, noi non abbiamo nessuno rimordimento di coscienza nè timore di Dio; ed ecco questo frate santo che è venuto a noi, e per parecchie parole che ci

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1 Recitandogli. Raccontandogli; forse in modo che mostrava persuasione di dovere esser lodato.

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2 Conciossiacosa ec. Poichè dunque tu ec. Ma la voce conciossiacosache, la quale talvolta per eleganza, come in questo esempio, spezzavasi, è caduta in disuso.

3 Si noti la naturalezza e l'efficacia di questo cambiamento di sintassi: Io ti comando che prenda... e va' loro dietro... presenta loro ec.

Bisogna al sing. vale Affare, negozio. Qui è plur. di bisogno.

5 Parecchie parole, alquante, poche. Ci ha detto sua colpa; e poco sopra di loro umilmente tua colpa della tua crudeltà, sono locuzioni tolte dal mea culpa che dice il sacerdote nel principio della messa; e si odono ancora tra il popolo..

disse giustamente per la nostra malizia ci ha detto umilmente sua colpa, e oltre a ciò ci ha recato il pane e il vino e così liberale promessa del santo padre. Veramente questi si sono santi di Dio, li quali meritano paradiso da Dio; e noi siamo figliuoli della eternale perdizione, li quali meritano le pene dello inferno.

Del miracolo che Iddio fece, quando santo Antonio,
essendo a Rimini, predicò a' pesci del mare.

Volendo Cristo benedetto dimostrare la grande santità del suo fedelissimo servo messere santo Antonio, e come divotamente era da udire la sua predicazione e la sua dottrina santa; per gli animali' non ragionevoli una volta fra l'altre, cioè per gli pesci, riprese la sciocchezza degli infedeli eretici, a modo come anticamente nel vecchio Testamento, per la bocca dell'asina avea ripresa la ignoranza di Balaam. Onde essendo una volta santo Antonio a Rimino, ove era grande moltitudine di eretici, volendogli ridurre al lume della vera fede, e alla via della virtude, per molti di predicò loro, e disputò della fede di Cristo e della Santa Scrittura; ma eglino, non solamente non acconsentendo alli suoi santi parlari, ma eziandio, come indurati e ostinati, non volendolo udire, santo Antonio uno di per divina ispirazione se ne andò alla riva del fiume allato al mare; e standosi così alla riva tra 'l mare e 'l fiume cominciò a dire a modo di predica dalla parte di Dio alli pesci: Udite la parola di Dio, voi pesci del mare e del fiume, dappoichè gli infedeli eretici la schifano d'udire. E detto ch'egli ebbe così, subitamente venne alla riva a lui tanta moltitudine di pesci grandi, piccoli e mezzani, che mai in quel mare, nè in quel fiume non ne fu veduta si grande moltitudine; e tutti teneano i capi fuori dell' acqua, e tutti stavano attenti verso la faccia di santo Antonio, e tutti in grandissima pace e mansuetudine e ordine: imperocchè dinanzi, e più presso alla riva stavano i pesciolini minori, e dopo loro stavano i pesci mezzani, poi di dietro dov'era l'acqua più profonda, stavano i pesci maggiori. Essendo dunque in cotale ordine e disposizione allogati i pesci, santo Antonio cominciò a predicare solennemente, e dire così: Fratelli miei pesci, molto siete tenuti, secondo la vostra possibilitade, di ringraziare il nostro Creatore, che v' ha dato così nobile elemento per vostra abitazione, sicchè come vi piace, avete l'acque dolci

1 Per gli ec. Per mezzo degli animali.

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e salse, e avvi dati molti refugi a schifare le tempeste; avvi ancora dato elemento chiaro e trasparente, e cibo, per lo quale voi possiate vivere. Iddio vostro creatore cortese e benigno, quando vi creò, sì vi diede comandamento di crescere e multiplicare, e diedevi la sua benedizione; poi quando fu il diluvio, generalmente tutti quanti gli altri animali morendo, voi soli riserbò Iddio senza danno. Appresso v' ha date l'ali1 per potere discorrere dovunque vi piace. A voi fu conceduto, per comandamento di Dio, di serbare Giona profeta, e dopo il terzo di gittarlo a terra sano e salvo. Voi offereste 2 lo censo al nostro Signore Gesù Cristo, il quale egli come poverello, non aveva di che pagare. Voi fusti cibo dello eterno Re Gesù Cristo innanzi alla resurrezione, e dopo, per singulare misterio; per le quali tutte cose molto siete tenuti di lodare e di benedire Iddio, che v' ha dati tanti e tali beneficii più che altre creature. A queste, e simiglianti parole e ammaestramenti di santo Antonio, cominciarono li pesci ad aprire la bocca, e inchinarongli i capi, e con questi e altri segnali di reverenza, secondo li modi a loro possibili, laudarono Iddio. Allora santo Antonio vedendo tanta reverenza di pesci inverso di Dio loro creatore, rallegrandosi in ispirito, in alta voce disse: Benedetto sia Iddio eterno, perocchè più l'onorano i pesci acquatici, che non fanno gli uomini eretici; e meglio odono la sua parola gli animali non ragionevoli, che li uomini infedeli. E quanto santo Antonio più predicava, tanto la moltitudine de' pesci più crescea, e nessuno si partia del luogo ch' avea preso. A questo miracolo cominciò a correre il popolo della Città, fra li quali vi trassono eziandio gli eretici sopradetti; i quali vedendo lo miracolo così maraviglioso e manifesto, compunti ne' cuori loro, tutti si gettavano a' piedi di santo Antonio per udire la sua parola. Allora santo Antonio cominciò a predicare della fede cattolica, e sì nobilmente ne predicò, che tutti quelli eretici convertì, e tornarono alla vera fede di Cristo, e tutti li fedeli ne rimasono con grandissima allegrezza confortati e fortificati nella fede. E fatto questo, santo Antonio licenziò li pesci colla benedizione di Dio, e tutti si partirono con maravigliosi atti d'allegrezza; e similemente il popolo.

1 L'ali. Le pinne che i pesci muovono a guisa d'ali.

2 Offereste. Offriste. La storia di Giona stato tre giorni nel ventre de'la balena è notissima. Nel Vangelo di San Matteo (cap. 18) si legge che mancando il denaro per pagare il censo in Cafarnao, Gesù disse a Pietro che andasse al mare, gittasse l' amo, e al primo pesce che salisse fuori trove rebbe in bocca la moneta occorrente. In San Luca (cap. 24) e in San Gio vanni (cap. 21) si legge dei pesci mangiati dopo la risurrezione.

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FRANCO SACCHETTI.

Dopo il Boccaccio ebbe il secolo XIV due altri novellieri; Franco Sacchetti e Ser Giovanni Fiorentino. Quest'ultimo, di cui la storia non ci ha tramandata quasi veruna notizia, immaginò che un abbate e una monaca per venticinque giorni convenissero nel parlatorio d'un monastero, raccontando ciascuno una novella ad ogni tornata. Le novelle sono in gran parte storiche; eleganti senza affettazione di lingua o di stile come l'invenzione del libro è molto meno felice che quella del Boccaccio, così anche le novelle sono lontane dal raggiungere la varietà e l'attrattiva del loro modello.

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Di Franco Sacchetti sappiamo che nacque iu Firenze circa l'anno 1335 di famiglia illustre ed antica. Pare che nella sua giovinezza fosse, come tanti altri, indirizzato al commercio; ma si diede poi alle lettere, e ne venne in fama assai presto: però ebbe in patria l'onore di magistrature e ambascerie, e nelle principali città d'Italia molte belle amicizie. Viaggiando per commissione della sua repubblica, fu dai Pisani depredato in mare; e nella guerra di Gian Galeazzo Visconti gli furono guaste le terre che possedeva nei dintorni della città. Non ci è noto in quale anno morisse, ma certamente nei primi del secolo XV. Lasciò di sonetti, canzoni, capitoli, madrigali ed altri componimenti poetici un grosso volume, che rimase quasi tutto inedito, nè credo che la poesia italiana s' avvantaggerebbe gran fatto se qualcuno lo pubblicasse oggidì. La celebrità del Sacchetti si fondò sempre nelle novelle. Queste furono propriamente trecento, ma non più di dugento cinquantotto ne pervennero sino a noi. Non sono collegate in un tutto come quelle del Boccaccio. Lo stile (dicono i Deputati a correggere il Decamerone) è più puro e famigliare, che affaticato o ripulito, e come allor dicevano azzimato, ed è pieno dei medesimi detti é parole del Boccaccio, perchè nasce dalla medesima vena di quel buon secolo, quando, come gli abiti e le monete, così usavano tutti li medesimi modi e parole. Tuttavolta lo scrivere del Sacchetti ha qualche cosa che lo fa essere differente da quello degli altri e degno che sia studiato principalmente da chi vorrebbe accostare la lingua scritta alla parlata, ed evitare scrivendo tutto ciò che può parere artifiziato

AMBROSOLI. — I.

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