Sayfadaki görseller
PDF
ePub

DELLO SVOLGIMENTO

DELLA LETTERATURA NAZIONALE

DELLO SVOLGIMENTO

DELLA LETTERATURA NAZIONALE

DISCORSO PRIMO

Dei tre elementi formatori della letteratura italiana: l'elemento ecclesiastico, il cavalleresco, il nazionale.

I.

V'imaginate il levar del sole nel primo giorno dell'anno mille? Questo fatto di tutte le mattine ricordate che fu quasi miracolo, fu promessa di vita nuova, per le generazioni uscenti dal secolo decimo? Il termine dalle profezie etrusche segnato all'esser di Roma; la venuta del Signore a rapir seco i morti e i vivi nell'aere, annunziata già imminente da Paolo a' primi cristiani; i pochi secoli di vita che fin dal tempo di Lattanzio credevasi rimanere al mondo; il presentimento del giudizio finale prossimo attinto da Gregorio Magno nelle disperate ruine degli anni suoi; tutti insieme questi terrori, come nubi diverse che aggroppandosi fan temporale, confluirono su 'l finire del millennio cristiano in una sola e immane paura. Mille, e non più mille aveva, secondo la tradizione, detto Gesù: dopo mille anni, leggevasi nell'Apocalipsi, Satana sarà disciolto.

Di fatti nelle nefandezze del secolo decimo, in quello sfracellarsi della monarchia e della società dei conquistatori nelle infinite unità feudali, in quell' abiettarsi ineffabile del ponteficato cristiano, in quelle scorrerie procellose di barbari nuovi ed orribili, non era egli lecito riconoscere i segni descritti dal veggente di Patmo? E già voci correvano tra la gente di nascite mostruose, di grandi battaglie combattute nel cielo da guerrieri ignoti a cavalcione di draghi. Per ciò tutto niun secolo al mondo fu torpido, sciaurato, codardo, siccome il decimo. Che doveva importare della patria e della società umana ai morituri, aspettanti d'ora in ora la presenza di Cristo giudicatore? E poi, piuttosto che ricomperarsi una misera vita coll'argento rifrugato fra le coneri della patria messa in fiamme dagli Ungari, come avean fatto i duecento sopravvissuti di Pavia, non era meglio dormire tutti insieme sepolti sotto la ruina delle Alpi e degli Appennini? Battezzarsi e prepararsi alla morte, era tutta la vita. Alcuni, a dir vero, moveansi; cercavano peregrini la valle di Josafat, per ivi aspettar più da presso il primo squillo della tromba suprema.

Fu cotesto l'ultimo grado della fievolezza e dell'avvilimento a cui le idee ascetiche e la violenza dei barbari avevano condotto l'Italia romana. E che stupore di gioia e che grido salì al cielo dalle turbe raccolte in gruppi silenziosi intorno a'manieri feudali, accosciate e singhiozzanti nelle chiese tenebrose e ne' chiostri, sparse con pallidi volti e sommessi mormorii per le piazze e alla campagna, quando il sole, eterno fonte di luce e di vita, si levò trionfale la mattina dell'anno mille! Folgoravano ancora sotto i suoi raggi le nevi delle Alpi; ancora tremolavano commosse le onde del

Tirreno e dell'Adriatico; superbi correvano dalle rocce alpestri per le pingui pianure i fiumi patrii; si tingevan di rosa al raggio mattutino così i ruderi neri del Campidoglio e del fòro come le cupole azzurre delle basiliche di Maria. Il sole! Il sole! V'è dunque ancora una patria? v'è il mondo? E l'Italia distendeva le membra raggricciate dal gelo della notte e toglieasi d'intorno. al capo il velo dell' ascetismo per guardare all'oriente.

II.

Di fatti sin nei primi anni del secolo undecimo sentesi come un brulicare di vita ancor timida e occulta, che poi scoppierà in lampi e tuoni di pensieri e di opere: di qui veramente incomincia la storia del popolo italiano.

G'imperatori sassoni, intendendo a frenare l'anarchia ribelle dei grandi feudatarii, ne avevano spezzato i possedimenti, e, confinando essi nelle contee della campagna, avean trasmesso ai vescovi la signoria delle città. Vero è che la corruzione già grande della chiesa spirituale ne divenne maggiore; ma ne crebbe anche, anzi ne rinacque, la virtù dell'elemento romano; poichè i vescovi, o per essersi il clero mescolato ai nazionali conquistati e per essere in parte nazionale esso stesso, o per tener fronte ai feudatari della campagna, si aiutarono del popolo e soffiarono nelle ceneri ancor calde del municipio. Cresciuta intanto la corruzione ecclesiastica, i primi imperatori salici vollero aver la funesta gloria di purificare e riformare la chiesa. Ora la chiesa purificata, vale a dire, risanata e rinsanguata, con quel suo romano organamento rafforzatosi nei

« ÖncekiDevam »