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dal vero, inquantochè Dante nè pose al suo libro quel titolo a capriccio ed a caso, nè volle per esso indicare un nuovo periodo del viver suo, ovvero una rigenerazione della sua vita. Infatti come mai quello Scrittore, il quale non pubblicò mai cosa che non avesse prima in se lungamente meditata, potea porre ad una sua operetta un titolo senza una giusta ragione, un titolo che non rispondesse esattamente all'argomento in quella trattato? Noi sappiamo che Dante nel suo Convito divide l'umana vita in quattro periodi, che etadi appella della prima parlaudo, niuno dubita, ei dice, ma ciascun savio s'accorda in stabilire, che ella dura insino al venticinquesimo anno (1). Ecco pertanto che il secondo periodo, il secondo stadio dell' umana vita comincia, secondo lo stesso Scrittore, nell'anno ver tesimosesto. Ma di quali anni della vita di Dante abbiamo in questo Libretto la storia, se non principalmente di quelli, che dal nono trascorsero per infino al ventesimosesto? E come mai poteva l'Alighieri intitolar questo Libro la storia d'un secondo periodo della sua vita, quando in esso ci dà la storia del periodo suo primo, della prima età di ragione, ch'ei fa cominciare dal suo nono anno, perciocchè davanti di quello, poco, dice, potersi trovare nella sua memoria?

Libro della Vita Nuova non altro dunque significa letteralmente e naturalmente, che Libro della Vita giovanile. Novo, novello per giovanile, giovane si rinvengono di frequente negli antichi Scrittori; e i dodici esempi che qui appresso riporto, credo poter esser bastanti a far persuaso qualunque non per anco lo fosse:

Tutta l'età mia nova
Passai contento, e 'l rimembrar mi giovą.
Petr. Cauz. XII, St. 2.

(1) Pag. 498.

Questi fu tal nella sua vita nova
Virtualmente, ch'ogni abito destro
Fatto averebbe in lui mirabil prova.
Dante Purg. XXX, 115.

Nella sua vita nova, idest, nella sua prima età.
Landino, Comm. alla Commedia

Nella sua vita nuova, idest in pueritia.
Benvenuto da Imola.

Novo augelletto due e tre aspetta,
Ma dinanzi dagli occhi de' pennuti
Rete si spiega indarno o si saetta.

Dante Purg. XXXI, 61.

Innocenti facea l'età novella.

Dante Inf. XXXIII, 88.

Dice l'autore che la tenera etade nella quale elli erano, li scusava ec.

L'Ottimo, Com. alla Commedia Io sono stato tolto da questa che voi chiamate vita, per gl' inganni della mia novella sposa.

Fir. As. 60.

Bello era e fresco, e nella nuova etade.

Boccaccio Teseide lib. X, St. 69. Un poco pur la tua novella etade.

Boccaccio, Tes. lib. IV, St. 7. Per la novella età che pur nove anni Son queste ruote intorno di lui torte. Dante, Par. XVII, 80. E noi in donne ed in età novella Vediam questa salute (la gentilezza). Dante, Canz. XVIII, St. 6. Se per una parte può far meraviglia, come un significato sì facile e sì naturale non venisse in mente ad alcun di loro, che presero a parlare di questo Libretto Dantesco, non farà per l'altra meraviglia minore l'intendere come i seguaci de' Filelfi e de' Biscioni, levando oggi molto arditi la testa, ed affannandosi a comprovare lo scetticismo di cotesti

Novatori, asseriscano pertinacemente, che la Donna di Dante, come tutte quelle degli altri suoi contemporanei, siano una sola e identica allegoria: sicchè se loro tu presti fede, se' costretto quasi ad inferirne, che un gentile e naturale amore nel petto di que' grandi uomini fosse una cosa del tutto impossibile. Il buon Canonico Biscioni pensò (come già molto innanzi pensato aveva Mario Filelfo), che la Beatrice di Dante non fosse una donna vera e reale, e quindi la Portinari: Che la Vita Nuova fosse un trattato d'amore meramente intellettuale, senza alcun mescuglio di profano, e si raggirasse tutta quanta sopra l'allegoria, restando affatto esclusa ogni specie di vera storia: Che l'oggetto dell'amore di Dante fosse la Sapienza, in largo significato presa, e poscia individuata alla suprema spezie, o vogliamo dire alla più alta cognizione dell' umano intendimento, alla quale egli pose nome Beatrice: Che l'amore del Poeta significhi lo studio, conforme egli ha di propria bocca confessato nel Convito; la subita sollevazione de' tre spiriti, vitale, animale e naturale, alla prima vista della sua donna, siano i contrasti che si sentono in noi nell' accingersi a malagevole impresa, e spezialmente nell'età giovanile; il saluto di Beatrice mostri la capacità alle Scienze, per esser quelle facilmente corrispondenti a chi ha intelligenza, ed è beu disposto ad apprenderle: Che per le diverse donne, che con Beatrice s'accompagnano, si debbano intendere le scienze tutte, le quali della medesima Beatrice sono aucelle; e che la morte del Padre di questa donna si possa credere essere stata la mancanza del maestro di Dante (2). Tutto questo però confessando il Biscioni aver detto per un certo zelo che egli ebbe sempre verso il buon nome di questo so

(2) Prefaz. alle Prose di Dante, pag. XXVI e XXXVII.

vrano autore, e concedendo parimente che la Beatrice Portinari sia stata in questo mondo, e potesse esser dotata di pregevoli doti, e forse anche ben conosciuta e praticata da Dante per la vicinanza delle loro abitazioni (3), pretende nulladimeno mostrare che la Dantesca Beatrice non sia colei nè alcun altra donna, ma una femmina ideale, a bello studio dal Poeta inventata. Egli perciò si sdegna contro Gio. Boccaccio, Benvenuto da Imola, Leonardo Aretino, Cristoforo Landino, il Vellutello, il Daniello, e tutti gli altri biografi ed espositori di Dante, che credettero reali gli amori di lui colla figlia di Folco

(3) Gli Alighieri abitavano non più di cinquanta passi lontano da' Portinari, poichè questi avevano le loro case dov'è ora il Palazzo Ricciardi, già de' Duchi Salviati in via del Corso presso il Canto de' Pazzi, e quelli abitavano sulla Piazza di s. Martino, e precisamente in sull'angolo della via che porta a s. Margherita, e le loro case (chè più d'una ne possedevano) rispondevano in sulla Piazza de' Donati, altrimenti detta della Rena.

Beatrice nacque nell'Aprile del 1266, e dal Testamento di Folco rogato nel 15 Gennajo 1287, e pubblicato dal Richa (Vol. VIII, p. 229) s' apprende che innanzi cotesta epoca ella era stata maritata a Simone de' Bardi. Ecco la particola del Testamento: « Item Do» minae Bici filiae suae et uxori Domini Simonis de » Bardis reliquit libr. 50 ad floren. ». Qui potrebbe da alcuno farsi una domanda, ed è questa: come mai Dante, ch' era tanto innamorato di Beatrice non cercasse di ottenerla in isposa? Si vuol rispondere a ciò: che forse Dante non avrà omesso di tentarlo, ma che la discrepanza delle loro fortune, giacchè Folco era doviziosissimo, (come quegli che con una parte delle sue ricchezze potè fondar lo Spedale di s. Maria Nuova) ne sarà stato probabilmente l'ostacolo.

Portinari, e pensarono che la Vita Nuova prendesse da quelli argomento.

Ma dappoichè il fantastico edifizio del Biscioni . incominciò a ruinare per opera del valoroso Dionisi, e dappoichè fu per altri osservato che se un' allegoria era la donna di Dante, avrebbonlo dovuto essere pur l'altre de'di lui contemporanei, che parlando d'amore tenevano tutti egualmente un mistico e platonico linguaggio, surse ardito il Ro setti a puntellarlo, imprendeudo non solo nelle Note alla Divina Commedia, ma altresì, e più ampiamente, in un apposito libro (4) a dimostrare, che Beatrice sì come Giovanna, Selvaggia, Laura, Fiammetta ec, altro non erano che una personificazione della Potestà Imperiale, da Dante, Cavalcanti, Cino, Petrarca, Boccaccio ec. invocata dominatrice e riformatrice d'Italia (5). E dietro alle orme del Biscioni e del Rossetti non mancarono altri che battessero la stessa via, o piuttosto professassero la stessa opinione, dacchè niun novello argomento riuscirono a mettere in campo, da quelli in fuori portati già da que'due loro antesignani. Questo eco recente di un antico paradosso, rivelando una frivola tendenza ad abbandonare le vie del semplice e del vero per voglia di raffigurare nelle tradizioni storiche ancor le più ovvie un carattere simbolico ed allegorico, e tentando e sforzandosi di cancellare Beatrice, Giovanna e le altre dal novero delle gentili femmine vissute ad ornamento della nostra patria, e ad ispirazione de' suoi ingegni migliori, mi richiama ad un' accurata analisi critica, e ad una severa confu. tazione di esso.

(4) Dello Spirito Antipapale.

(5) « È cosa sicurissima che la donna di questo eser>> cito d'amatori era una sola. » (Rossetti, Comm. di Dante, vol. II. pag. 427, ed altrove).

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