Manuale della letteratura italiana: pt. 2 Appendice al volume 3: Seconda metà del sec. XIX

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G.C. Sansoni, 1914

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Sayfa 569 - SERA DEL DÌ DI FESTA. Dolce e chiara è la notte e senza vento, E queta sovra i tetti e in mezzo agli orti Posa la luna, e di lontan rivela Serena ogni montagna.
Sayfa 564 - O PATRIA mia, vedo le mura e gli archi E le colonne ei simulacri e l'erme Torri degli avi nostri, Ma la gloria non vedo, Non vedo il lauro e il ferro ond' eran carchi I nostri padri antichi.
Sayfa 413 - Muse e dell'amore, unico spirto a mia vita raminga, qual fia ristoro a' dì perduti un sasso che distingua le mie dalle infinite ossa che in terra e in mar semina morte?
Sayfa 570 - Questo di fu solenne: or da' trastulli prendi riposo; e forse ti rimembra in sogno a quanti oggi piacesti, e quanti piacquero a te: non io, non già, ch'io speri, al pensier ti ricorro.
Sayfa 476 - Perché, baciando i pargoli, La schiava ancor sospira? E il sen che nutre i liberi Invidiando mira? Non sa che al regno i miseri Seco il Signor solleva?
Sayfa 213 - A voi, celeste prole, a voi, concilio di semidei terreni, altro concesse Giove benigno: e con altr'arti e leggi per novo calle a me convien guidarvi.
Sayfa 414 - Senti raspar fra le macerie ei bronchi la derelitta cagna ramingando so su le fosse e famelica ululando; e uscir del teschio, ove fuggia la luna, l'upupa, e svolazzar su per le croci sparse per la funerea campagna e l'immonda accusar col luttuoso 85 singulto i rai di che son pie le stelle alle obbli'ate sepolture.
Sayfa 570 - Ahi, per la via odo non lunge il solitario canto dell'artigian, che riede a tarda notte, dopo i sollazzi, al suo povero ostello; e fieramente mi si stringe il core, a pensar come tutto al mondo passa, e quasi orma non lascia. Ecco è fuggito il di festivo, ed al festivo il giorno volgar succede, e se ne porta il tempo ogni umano accidente. Or dov'è il suono di que
Sayfa 568 - Sì ch'a mirarla intenerisce il core. Odi greggi belar, muggire armenti; Gli altri augelli contenti, a gara insieme Per lo libero ciel fan mille giri, Pur festeggiando il lor tempo migliore: Tu pensoso in disparte il tutto miri; Non compagni, non voli, Non ti cai d'allegria, schivi gli spassi; Canti, e così trapassi Dell'anno e di tua vita il più bel fiore.
Sayfa 416 - Lieta dell'aer tuo veste la Luna di luce limpidissima i tuoi colli per vendemmia festanti, e le convalli popolate di case e d'oliveti mille di fiori al ciel mandano incensi: e tu prima, Firenze, udivi il carme che allegrò...

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