Sayfadaki görseller
PDF
ePub

Indice degli Autori de' Sonetti con-
tenuti nel Lib. XI.

M

a c.257. a c. 258.

. Cino da Piltoja a D. Alagh, a c. 255. Guido Cavalc. a D. Alagh. a c. 256. Dante da Majano a D. Alagh. D. Alagh. a M.Cino da Piftoja. M. Cin, da Piftoja a D. Alagh. D. Alagh. a Guid. Cavalc. Guid. Čavalc. a D. Alagh. Cuid. Cavalc. a D. Alagh.

M. Honefto Bolognefe a M. Cino

da Piftoja.

[blocks in formation]

M. Honello Bolognefe a M. Cino

a c. 259. a c. 260.

a c. 261.

a c. 262.

a c. 263.

ac. 264.

a c. 265.

a c. 266.

a c. 269.

a c. 270. a c. 271.

da Filloja. a c. 267. M.Cin.da Piftoja a M.Hon.Bologn. a c. 268. Dante da Majano a D. Alagh. D. Alagh. a D. da Majano. D. da Majano a D. Alagh. D. Alagh. a D. da Majano. D. da Majano a D. Alagh. D. da Majano a D. Alagh. D. Alagh. a D. da Majano. D. da Majano a Menna Nina. M. Nina a D. da Majano.

a c. 272.

a c. 273.

a c. 274.

a c. 275.

a c. 276.

a c. 277. D. da

a t. 278. a c. 279.

Majano.a c. 280.

D. dá Majano a M. Nina:
D. da Majano a diverfi.
Chiaro Davanzati a D. da
Guido Orlandi al medefimo.
Salvino Doni al medefimo.
D. Alagh. al medefimo.
Ricco da Varlungo al medefimo.
Ser Cione Ballione al medefimo.

[blocks in formation]
[blocks in formation]

til core,

Nel cui confpetto viene il dir prefente;

In ciò chè mi rifcrivan fuo par

vente;

Salute in lor fignor, cioè Amore Già eran quafi che atterzate l'hore Dei tempo, ch' ogni ftella è più lucente; Quando m'apparve Amor fubitamente; Cui effenza membrar mi da horrore. Allegro mi fembrava Amor, tenendo

Mio core in mano, e ne le braccia havea Madonna involta in un drappo dormendo: Poi la fvegliava, e d'efto core ardendo Lei paventofa humilmente pafcea: Appreffo gir lo ne vedea piangendo. A

Piangete

II.

Piangete Amanti, poi chè piange Amore,
Udendo qual cagion lui fa plorare.
Amor fente à pietà donne chiamare,
Moftrando amaro duol per gli occhi fore:
Ferchè villana morte in gentil core
Ha meffo il fuo crude'e adoperare,
Guaftando ciò, che al mondo è da lodare
In gentil donna, fuora de lo honore.
Udite,quanto Amor le fece horranza ;
Ch'io'l vidi lamentare in forma vera
Sovra la morta imagine avvenente;
E riguardava ver lo ciel fovente,
Dove l'alma gentil già cata era;
Che donna fù di sì gaja fembianza.

III.

Cavalcando l'altr'hier per un cammino,
Penfofo de lo andar, che mi fgradia,
Trovai Amor nel mezzo de la via,
In habito leggier di pellegrino:
Ne la fembianza mi parea mefchino,
Come havelfe perduto fignoria ;
Efofpirando, penfofo venia,
Per non veder la gente, a capo chino:
Quando mi vide, mi chiamò per nome,
E diffe: io vegno di lontana parte,
Dove era lo tuo cor per mio volere ;
E recolo a fervir novo piacere :
Allhora prefi di lui sì gran parte,
Ch'egli difparve, e non m'a cor come.

A

IV.

Tutti li miei pensier parlan d' Amɔré,
Ed hanno in lor sì gran varietate;
Ch' altro mi fa voler fua poteftate;
Altro folle ragiona il fuo valore ;
Altro fperando m' apporta dolzore;
Altro pianger mi fa fpeffe fiate;
E fols' accordano in chieder pietate,
Tremando di paura, ch'è nel core:
Ond' io non sò da qual matera prenda;
E vorrei dire, e non sò che mi dica;
Così mi trovo in l'amorofa erranza:
E, fe con tutti vo' fare accordanza,
Convencmi chiamar la mia nemica
Madonna la pietà, che mi difenda .

V.

Con l'altre donne mia vilta gabbate,
E non penfate, Donna, onde fi muova,'
Ch' io vi raisembri fi figura nova,
Quando riguardo la voftra biltate;
Se lo favefte, non porria pietate

Tener più contra a mel' ufata prova :
Che quando Amor sì presso a voi mi trova,、
Prende baldanza, e tanta ficurtate;
Che'l ficre tra' miei fpirti paurofi,
E quale ancide, e qual caccia di fora ;
Si ch' ei folo rimane a veder vɔi;
Ond' io mi cangio in figura d' altrui ;
Ma non sì, ch' io non fenta bene allhora
Gli guai de' difcacciati tormentoli.

A 2

Ciò

« ÖncekiDevam »