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RELAZIONE DI ROMA

DI

GASPARO CONTARINI

1530 (1)

(1) Tratta da un codice del secolo XVII, esistente presso S. E. il Conte Leonardo Manin di Venezia.

CENNI BIOGRAFICI INTORNO A GASPARO CONTARINI

Gasparo Contarini, figliuolo di Luigi e di Polissena Malipiero, nacque in Venezia ai 16 di ottobre 1483. Studiò in patria sotto i professori Giorgio Valla, Marc'Antonio Sabellico, Antonio Giustiniani e Lorenzo Bragadino; e a Padova sotto Marco Musuro, Pietro Pomponaccio e Francesco da Nardò. Ritornato che fu in patria, ebbe più magistrati; fra i quali, nel 1519, quello di Provveditore alla Camera degli Imprestiti, e quello di Sopraintendente alla misurazione delle campagne del Polesine. Vista però dai Padri l'attitudine sua a sostenere carichi più rilevanti fuori di patria, lo elessero nel 1520 ambasciatore ordinario a Carlo V; dalla qual legazione tornò, con molta sua lode, nel 1525. Durante la sua assenza era stato annoverato fra i Savi di Terraferma, indi fra i consiglieri di Pregadi; e nell'anno medesimo fatto capitano a Brescia; il quale carico non potè accettare. Nel 1527 andò oratore al duca di Ferrara, per persuaderlo ad entrare nella lega che si voleva conchiudere contro l'Imperatore. Nel 1528 andò ambasciatore a Clemente VII; e, principalmente per opera sua, fu, nel 1529-30, conchiusa la pace in Bologna tra la Repubblica e Carlo V. Nell'ottobre del 1530 fu eletto Savio del Consiglio, indi Capo del Consiglio dei Dieci e Revisore delle casse; e nel dicembre di detto anno, Riformatore dello studio di Padova.

Intanto la sua fama era talmente cresciuta in Roma, che Paolo III decise di chiamarlo a sè e di fregiarlo della porpora cardinalizia. Difatti, se'endo il Contarini ai 21 maggio 1535 in Senato, giunsegli improvvisa notizia che il Papa l'aveva annoverato fra i suoi cardinali. Dubitò alquanto prima di accettare; ma poi, recatosi a Roma, fece vedere coll' opera qual pregevole acquisto avesse in lui fatto la Chiesa. Nel 1536 fu eletto vescovo di Belluno; negli anni 1538-39 ebbe varie commissioni dal Papa per l'Imperadore e per la Repubblica ; e nel 1540, a petizione di Carlo V, fu scelto legato alla Dieta di Ratisbona. Ritornato a Roma nel 1541, il Papa gli conferì l'anno dopo la legazione di Bologna. Ivi trovavasi da pochi mesi, ed era già destinato dal Pontefice ambasciatore a Carlo V in Ispagna, allorchè ai 24 di agosto 1542 lo prévenne la morte. Il suo cadavere, levato nel 1563 dalla Chiesa di S. Petronio di Bologna, ove era stato sepolto, fu trasportato a quella di Santa Maria dell'Orto in Venezia, nella cappella della famiglia.

Chi voglia avere esatta notizia dei meriti di questo grand'uomo, legga la vita che ne dettarono Lodovico Beccatello e Giovanni della Casa, e le illustrazioni fattene dal Cardinal Querini e dal canonico Giambattista Morandi, e ciò che ne scrisse particolarmente Emmanuele Cicogna, nel tomo secondo delle Iscrizioni Veneziane.

Le sue opere furono stampate in un volume in foglio a Parigi nel 1571, per cura di Luigi Contarini suo nepote. Vennero poi ristampate in Venezia Vol. VII.

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nell'1578 dall'Aldo: edizione, che è la stessa di quella dello Zennaro (1589 mutato soltanto il frontispizio. In questi ultimi tempi videro ancora la luce le seguenti opere del Contarini :

1.a Relazione di Gasparo Contarini ritornato ambasciatore da Carlo V, letta in Senato a' di 16 Novembre 1525. Sta nel principio del IV volume di questa collezione delle Relazioni degli Ambasciatori Veneti. Il Codice che servì alla stampa conservasi nell'Archivio di Corte a Torino. Prima d'allora era inedita, e si può dire pressochè ignota tale relazione. Dai Diarii del Sanuto (Tom. XL. 213 e seg.) si sapeva però che il Contarini lesse in Senato nel suddetto giorno la sua relazione, molto copiosa, sicchè l'oratore durò tre ore e mezza nell' arringo: e il lungo transunto che ne dà il Sanuto corrisponde in sostanza a quella stampata.

2. Epistolae latinae, che stanno nell'opuscolo: Clarissimorum virorum Gaspari Cardinalis Contareni, Petri Cardinalis Bembi, Pierii Valeriani, Aloysii Lollini episcopi, epistolae latinae nunc primum editae etc. Belluni 1840, in 8.o

Inedita rimaneva ancora la presente relazione di Roma, letta dal Contarini in Senato, agli otto di marzo 1530; che noi ricaviamo da un codice del secolo XVII presso S. E. il conte Leonardo Manin, uomo benemerito e versatissimo nelle storie della sua patria. Il Sanuto ne dà un ragguaglio, e aggiunge che la lettura di essa durò sette ore (1). Da questa circostanza e dalP'ultimo periodo, si può facilmente conoscere, che la copia di quella relazione non è perfetta, e che la parte mancante riguardava appunto il carattere e l'influenza dei Cardinali ch'erano in Corte al suo tempo. Nondimeno (come vedranno di per sè stessi i lettori) quel che ci resta non è di poco momento.

mezzo,

(1) Ecco il breve ragguaglio del Sanuto: « Adì 7 Marzo 1530, dopo desinare, in Pregadi, Gaspero Contarini, stato oratore al Sommo Pontefice mesi venti e andò in arringo, e vi stette sette ore. Mostrò gran memoria; disse che il Papa, quando uscì di Castello (Sant'Angelo) era molto inclinato a questa Signoria (di Venezia); ma, poichè gli fu tolto Ravenna e Cervia, aderì all'Imperatore È molto desideroso di avere il dominio di Fiorenza; non che voglia la ruina di quella città, ma bensì che i Medici la dominino, come hanno fatto altre fiate. Disse, l'entrata del papa, che era prima di ducati quattrocentocinquantamila, non essere ora che di duecentomila; per causa dell' Alemagna fatta Luterana; e poi, perchè papa Leone ed anche questo papa alienarono molte entrate della Chiesa. Disse della condizione di tutti i Cardinali; e sopra questo si dilatò molto; e come il Papa vuol fare quattro Cardinali a requisizione dell'Imperatore: cioè il vescovo di Osmo, confessore di Sua Maestà, l'arcivescovo di Toledo, il vescovo di Trento, e quello di Bressanone, zio dell' Imperatore e figlio naturale dell'imperatore Massi miliano. Disse, che l'Imperatore ha buon volere verso la Signoria nostra; che è di natura buona; e che vuole andare in Alemagna, chiamato da tutti, ad una Dieta per le cose della fede, ed altro ».

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