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RELAZIONE DI ROMA

DI

BERNARDO NAVAGERO

1558 (1)

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(1) Tratta da un Codice della Magliabechiana, e confrontata con una copia della Collezione del March. Gino Capponi, e con un'altra della Biblioteca di Pisa.

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CENNI BIOGRAFICI INTORNO A BERNARDO NAVAGERO

Bernardo Navagero nacque da Gian Luigi e da Laura o Lucrezia Agostini, l'anno 1507. Fatti i suoi primi studii in patria, passò all'Università di Padova; e dopo avere riportata la laurea in ambe le leggi, tornò a Venezia l'anno 1529. Nel 1532 fu ammesso alla carica di Savio agli Ordini; e nel 1534 spedito Sindaco Inquisitore in Dalmazia. Nel 1540 fu creato ambasciatore ad Ercole Gonzaga cardinale, per rallegrarsi con Francesco suo tutelato, della successione al ducato; poi Revisore dei conti delle pubbliche regalie provenienti dal consolato di Damasco; indi Savio di Terraferma. Nel 1543 fu ambasciatore ordinario a Carlo V; e tornato in patria, gli venne affidata la Provveditoria alle Biade e l'Avvogaria del Comune. Fu di nuovo Savio di Terraferma; e nel 1546 andò Podestà a Padova. Era in questo reggimento, quando, nel 1548, il Senato lo spedì ambasciatore straordinario ad Enrico II di Francia, ch' erasă recato a Torino; ed ivi lo complimentò e lo pregò di conservare la pace all'Italia. Nel 1549 fu legato a Solimano, per la conservazione della pace e la prosperità del veneto commercio; nel 1551, uno dei quindici componenti la giunta del Consiglio dei X; e nel 1553, Riformatore dello Studio di Padova. Era Provveditore al Sale, allorchè nel 1555 i Padri l'inviarono legato straordinario, con altri, a Paolo IV, asceso al pontificato; e presso il medesimo rimase ordinario. Dopo tre anni circa, restituitosi in patria, fu nel 1558 spedito ambasciatore straordinario al re Ferdinando, per congratularsi della sua elezione al trono imperiale. Dopo di ciò, venne nuovamente eletto Rettore a Padova; e coprendo tuttavia questo posto, fu inviato, con Niccolò da Ponte, ambasciatore straordinario a Francesco II di Francia, nel 1559. Compiuta intanto la reggenza di Padova, ed essendogli già morta la moglie, Istriana Lando, fu eccitato dai parenti e dagli amici ad abbandonare la via secolare, e porsi nella ecclesiastica, concorrendo al vescovato di Verona. Questo vescovato però fu dato allora a Gerolamo Trevisano. Ma il Papa, tenendo in grande estimazione il Navagero, lo nominò all'impensata cardinale, ai 26 di febbraio 1561. Tale nuova, pervenuta al Navagero mentre sedeva Savio del Consiglio, lo sorprese non poco; e comunicatala al Doge ed ai Senatori, levossi dalla sala, accompagnato da quei signori, e allestite prestamente le cose, partì per Roma nel maggio di quello stesso anno. Morto nel 1562 il vescovo Trevisano, il Papa assegnò al cardinal Navagero in commenda perpetua la diocesi di Verona; e in questo frattempo lo spedì al Concilio di Trento, ove giunse nell'aprile del 1563, e si fece ammirare per la pratica dei negozii, per la rara eloquenza e per la prudenza. Sciolto il Concilio nel dicembre di quell'anno, il Navagero domando ed ottenne di recarsi alla sua chiesa di Verona; e avendola retta ottimamente, vi mori nel giorno 25 di maggio 1565,

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Egli fu uomo dottissimo, e scrisse varie cose, tra le quali abbiamo a stampa:

1. Oratio in funere Andreae Gritti, serenissimi Venetiarum principis. Sta nel libro: Codices MSS. bibliothecae Nanianae. Venetiis, 1776, in-4°; e fu ristampata colla traduzione di Girolamo Ascanio Molin nel T. I delle Orazioni, vite, elogi di Veneziani. Ven. 1795 in-4°

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II. Gratulatio pro Venetor m Republica ad Paulum IV. P. M. Sta nel libro: Anecdota Veneta etc. Venetiis, 1757, in-4°

III. Oratio ad Ferdinandum I imperatorem, Reipublicae nomine. L'originale latino non fu stampato, che si sappia; ma una traduzione ne abbiamo nel Sansovino: Orazioni ec. 1561 in-4°; posta sotto nome d'incerto.

IV. Relazione dell'ambascería a Carlo V. È impressa nel vol. I, Serie I delle Relazioni ec. Firenze, 1839.

V. Relazione dell' Impero Ottomano. È stampata nel vol. I, Serie III delle suddette Relazioni ec. Firenze, 1840.

VI. Relazione delle cose di Roma nel 1558. È impressa nel libro: De la préeminence des nos Roys etc. par M. Aubery. Paris, 1649 in-4°

VII. Editti ed ordini per le monache della diocesi di Verona. Verona, 1565, in-8°

Gli si attribuiscono alcuni versi latini e italiani, inseriti in qualche raccolta stampata nel secolo XVI. Ma questo è un errore; perchè spettano ad un altro contemporaneo, Bernardo Navagero, ch'era figliuolo di Bartolommeo. Fra le opere inedite, abbiamo di lui:

1. Relazione di Mantova, nel 1540. Si conserva in un codice miscellaneo presso E. Cicogna.

II. Registro di dispacci pubblici dell' ambasceria a Carlo V, dal 1543 al 1516. (Dai cataloghi Balbi e Svajer).

III. Registro dei dispacci, come Bailo a Solimano, dall' anno 1550 al 1552. (Dal catalogo Balbi).

IV. Registro di lettere pubbliche e dispacci, come ambasciatore a Paolo IV, dal 1555 al 1558. (Dai cataloghi Balbi e Svajer; dall' Archivio pubblico di Venezia; dai codici Foscarini a Vienna; dai codici dell' inglese Brown; da quelli di E. Cicogna; dalla biblioteca di Pisa; di quella del Marchese Costa in Napoli; e probabilmente in parecchie altre, italiane e straniere.)

V. Detti e fatti di Gabriele Salvago. (Codice Zeniano, ora Marciano, col numero LXXVI, Classe XI. ) Il Cicogna ha dato notizia di questo codicetto nella Lettera, che pubblicò, di Gabriele Salvago, intorno a Venezia, l'anno 1842.

VI. Ricordi a Giovanni Alvise Navagero. (Catalogo Soranzo, e codice miscellaneo di E. Cicogna).

VII. Sommarii di arringhe da lui tenute in Collegio, quando era Savio di Terraferma, negli anni 1542, 1546 cc. (Codici Cicogna, intitolati: Annali della Repubblica. )

VIII. Epistole.

IX. Dialogo del fuggire il matrimonio.

X. Commentario della Pretura sostenuta in Padova.

XI Viaggio da Costantinopoli a Venezia, e notizie di Solimano. XII. Orazione latina all'apertura del Sinodo diocesano di Verona. XIII. Orazione in morte del cardinale Marco Cornaro.

XIV. Vita di Paolo IV.

XV. Orazione al cardinal Cornaro, nell' atto che gli si dava il cappello. Tutti questi opuscoli, dal numero 8 al numero 15 inclusive, sono ricordati da Agostino Valiero e da altri; ma non si sa se esistano e dove. Crediamo però, che taluni non siano se non alcune delle cose sopra riferite; come il numero 11 può essere la Relazione di Costantinopoli; il numero 14, la Relazione di Roma ec.

Moltissimi fecero, più o meno, menzione del Navagero; ma due principalmente; cioè, Agostino Valiero nel libro : Bernardi Naugerii cardinalis Veronensis ecclesiae administratoris vita.Veronae apud Angelum Tanium, 1602 in-4°; e il Conte Leonardo Manin: Elogio a Bernardo Navagero. Venezia, 1814 in-4°. Anche il conte Pompeo Litta ne stese un articolo, ove trattò della famiglia Navagero.

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