Sayfadaki görseller
PDF
ePub

volere di tutti i cardinali, che temevano della sua natura, ai quali non aveva voluto mai compiacere (1). La complessione di questo pontefice è collerica é adusta; ha una gravità incredibile e grandezza in tutte le sue azioni, e veramente par nato a signoreggiare. È molto sano e robusto; cammina che non pare che tocchi terra; è tutto nervo con poca carne; ha negli occhi e in tutti i movimenti del corpo un vigore che eccede quella età. Due indisposizioni gli danno alcuna volta molestia, il flusso e il catarro; ma venendogli il flusso a certi tempi, si può reputare quasi purgazione; al catarro suol rimediare col mangiare formaggio parmigiano; dicendo, che così s'ingrossa e si sputa più facilmente. Le qualità dell' animo del pontefice, le quali per lo più hanno corrispondenza con la complessione, sono certo molto degne di meraviglia. È letterato in ogni sorta di lettere; parla italiano, latino, greco e spagnuolo ancora, così propriamente, che par nato in mezzo di Grecia, in mezzo di Spagna; e chi intende quelle lingue, confessa che non si può desiderar meglio. Ha una memoria così tenace, che si ricorda quanto ha letto, che è quasi ogni cosa. Ha tutta la Scrittura Sacra a mente, e gl' Interpreti ancora; ma principalmente S. Tommaso; è eloquente quant' altri che mai io abbia sentito parlare; e parla bene spesso così eccellentemente, laudando quello che altre volte ha biasimato e biasimando quel che ha lodato, che si vede chiaramente il mirabile ingegno che ha, e la cognizione di molte cose. Questa sua eloquenza e cognizione di molte cose, molti delle Eccellentissime Signorie Vostre l' hanno potute conoscere, per quegli anni che stette in questa magnifica città; e quelli che non l'hanno conosciute, l'hanno potute vedere in qualche parte ritratte nelle lettere mie. La vita sua, per quello che

(1) Altre e più minute particolarità concernenti questo pontefice, si possono leggere nella Vita di Paolo IV, Pontefice Massimo, scritta da Carlo Bromato, Roma, 1740, due Tomi in 4o.

si sa e si vede, è netta d'ogni macchia ed è stata sempre tale. È veemente in trattare tutti li negozii; talchè non vuole che alcuno gli contradica, e si risente, quando alcuno, sia chi si voglia, se gli oppone; perchè, oltre il grado del pontificato, che dice essere per mettere i re e gl' imperatori sotto i piedi, conoscendo essere nato nobilmente, con tanta cognizione di cose, e di una vita, la quale, già da tanti anni, non si può in parte alcuna riprendere, è tanto magnanimo, e stima così poco i cardinali e gli altri, che non ammette i loro consigli; onde ognuno giudica essere bene cedere alla semplice parola di Sua Santità. È veemente, come ho detto, in tutte le azioni sue; ma nell'Inquisizione è veementissimo; onde non se gli può fare maggiore offesa, che raccomandargli questi inquisiti; e nell' animo suo non ha buona opinione dei principi che lo fanno; ed io alle volte mi sono maravigliato, che un pontefice, che dimostra tanto spirito in voler punire uno inquisito per eresia, non pensi poi alle città ed a' regni, alle provincie intiere che vanno sottosopra, alle quali potria rimediare con la pace e con la quiete (1). E perchè so, che sarà grato intendere qualche particolare del modo del vivere di Sua Santità, satisfarò anche in questa parte.

Non ha il pontefice ora determinata di mangiare nè di bere; perchè l'inverno alcune volte desina a ore ventidue, alcune volte alle diciassette. Il medesimo fa nella cena; ma l' ordinario è sempre di mangiare due volte il giorno. Vuol essere servito molto delicatamente; e nel principio del suo pontificato non bastavano venticinque piatti; beve molto più di quello che mangia; il vino è possente e gagliardo,

(1) È noto che Paolo IV ristabilì l' Inquisizione e le attribul l' inumano diritto di applicar la tortura. Era appena spirato il pontefice, che il Popolo Romano corse in furia al palazzo dell' Inquisizione, ne cacciò e percosse i ministri, lo saccheggiò e vi pose il fuoco. A questo inutile tumulto, del quale ci parlerà il Mocenigo, successore del Navagero, presero parte i Colonna, gli Orsini, ed altre famiglie offese da Paolo IV.

The

nero e tanto spesso, che si potria quasi tagliare, e dimandasi mangiaguerra, il quale si conduce dal regno di Napoli; dopo pasto sempre beve malvasia; il che li suoi chiamano lavarsi i denti. Soleva mangiare in pubblico, come gli altri pontefici, sino all'ultima sua indisposizione, che fu reputata mortale, quando perse l'appetito. Consumava qualche volta tre ore di tempo dal sedere al levarsi da mensa; entrando in vari ragionamenti, secondo l'occasione, e uscendo molte volte in quell' impeto a dire molte cose segrete e d'importanza; parlando, tutto il tempo che durò la guerra, contro l'imperatore, il re suo figliuolo, e tutta la nazione spagnuola; non lasciando alcuna occasione d'infiammare i Romani (chè sempre ve n'era qualche numero) contro di essi. Ora mangia ritirato, e non ammette alcuno; il che ha tolto anco quelle poche udienze che dava, subito di poi mangiare ad alcuni, che non potevano avere la sua orecchia nella camera. Non ammetteva alla sua tavola se non cardinali, che gli facessero intendere voler mangiare con Sua Santità; e fu réputato un gran favore due volte che mi fece mangiare con lei; non l' avendo fatto in tempo mio con altro ambasciatore, se non nei conviti pubblici. Quello che ho detto del mangiare quando gli vien voglia, non servando ordine alcuno, quello osserva anco nel dormire; perchè dorme da che ora gli vien sonno, sia quando si vuole; è la notte, quando non può dormire, si leva, leggendo o scrivendo come gli par bene, finchè vinto dal sonno, ritorna un' altra volta a letto; e sebbene spunti il giorno, dorme quanto gli pare, nè ardisce alcuno entrare in camera, se esso con la campanella non fa segno; la mattina la vuole tutta per lui; perchè, oltre che vuole dire l' uffizio fino a vespro (nel che spende gran tempo, dicendolo lentamente) si lava la barba. Ordinariamente non è ammesso alcuno in camera, sé non di poi che il papa è vestito; il che fa di sua mano con tanta attillatura, che se vede nel giub

bone o nelle calze, o nelle stringhe cosa che non sia secondo il cuor suo, l'acconcia in modo che si vuol satisfare. Con questa medesima diligenza si veste gli abiti pontificali quando esce in pubblico. Le udienze dopo desinare non le sogliono avere se non cardinali e ambasciatori; e molte volte ritornano senza averla, perchè dice il resto dell' uffizio, che è il vespro e compieta, e spesso mattutino, e molte volte dorme; in che spende tanto tempo, che non si può quasi dire, nè appena credere. Entrati che son quelli che desiderano l'udienza, molte volte il pontefice entra prima a parlare; e come quello che conosce saperlo molto ben fare, si va tanto compiacendo in questo, che chi l' interrompe, e non mostra essere maravigliato de' suoi concetti e delle sue parole, non ottiene cosa alcuna.

È necessaria con Sua Santità molta pazienza e destrezza, e bisogna con alcune occasioni, che son messe nella prudenza e giudizio di chi negozia, ricercare le cose, perchè, addolcito, poi difficilmente le niega. Io mi sono sforzato accomodarmi a questa natura, nè mai andai con animo risoluto di fare alcun negozio, ma ben accomodatomi all'occasione, secondo la disposizione che avessi conosciuta in Sua Santità; il che se mi sia riuscito, o no, sia al giudizio dell' Eccellentissime Signorie Vostre. Dei tre giorni, che sono deputati ai concistorj, che sono il lunedì, mercoledì e venerdì, e li due di segnatura, che sono il martedì ed il sabato, ne lascia molti; ma quello che esso ha dedicato all'Inquisizione, con suo intervento, che è il giovedì, non lascia per alcuno accidente che possa occorrere. Mi ricordo che si dava all' arme per Roma, quando venne la nuova che era stato preso Anagni, e che ognuno stava in spavento di perdere la roba e la vita; esso, essendo il giorno deputato all'Inquisizione, stava intrepido, parlando delle cose appartenenti a quell'uffizio, come se non vi fusse alcuna sospezione di guerra, non che gl' inimici fussero vicini alle porte.

Si ritrova il pontefice tre nipoti, figli di fratello, come ho detto di sopra: l'uno duca, l'altro marchese, il terzo cardinale; il quale è minore d'anni degli altri, ed è quello col quale il papa consiglia tutte le cose, e l'ama e stima assai; però di lui dirò prima quei maggiori particolari che potrò; perchè, mentre che viverà questo pontefice, sarà sempre adoperato, e chi è grato a lui, potrà condurre i negozii a buon fine (1).

Nacque il cardinal Caraffa l'anno 1519; servì per paggio al cardinal Colonna, e dopo la morte di quello, il duca Pier Luigi, figliuolo di papa Paolo III, e padre del cardinale Farnese, e fratelli. Poi il marchese del Vasto, nella guerra di Piemonte; di poi il duca Ottavio in Svevia, e in Sassonia. Ebbe querela con uno di casa Manriquez, spagnuolo, che testificava esso Don Carlo aver detto d'avere alcuni prigioni a metà con uno spagnuolo; per la quale testimonianza fu data la sentenza in favore dello spagnuolo dal signor duca d' Alva; onde Don Carlo sfidò a combattere detto Manriquez, e però tornando in Italia, fu rattenuto in Trento per commissione dell'imperatore. Dopo molti mesi, liberato, si mosse alli servizii del re di Francia, accostandosi al maresciallo Strozzi, col quale fu alla guerra di Toscana; ma poco avanti la presa di Port' Ercole, venne a Roma; e dopo pochi giorni fu eletto pontefice suo zio, il quale lo fece cardinale; dopo pochi dì che il conte di Montorio ebbe il governo, tutte le cose cominciarono a passare per suo mezzo. Questi ottenne già da Paolo III il priorato di Napoli, ad istanza del cardinale, ora pontefice; ma non potè mai avere il possesso; essendo detto priorato

(1) L'anno dopo, che il Navagero riferiva coteste cose in Senato, la parzialità di Paolo pei suoi nepoti era intieramente cessata. Tre anni dopo, il cardinale Carlo Caraffa, il duca di Palliano, suo fratello, e due altri parenti vennero, per ordine di Pio IV, decapitati. Delle cause del mutamento di Paolo e della severità di Pio, è superfluo il parlare a chi conosce anche mediocremente la nostra storia; tuttavia avremo occasione di ritornare su questo argomento nella relazione che segue.

« ÖncekiDevam »