Le poesie di Giacomo LeopardiG. Barbèra, 1905 - 583 sayfa |
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Sayfa xxviii
... buon Sanchini , che verso il 1811 gli faceva studiare anche un po ' di lo- gica , finì col dire che non sapeva che più insegnargli ; e partitosi da quella casa , dove il gesuita s'era piantato e non ne uscì se non morto , dimorando ...
... buon Sanchini , che verso il 1811 gli faceva studiare anche un po ' di lo- gica , finì col dire che non sapeva che più insegnargli ; e partitosi da quella casa , dove il gesuita s'era piantato e non ne uscì se non morto , dimorando ...
Sayfa xxix
... buon Sanchini , che verso il 1811 gli faceva studiare anche un po ' di lo- gica , finì col dire che non sapeva che più insegnargli ; e partitosi da quella casa , dove il gesuita s'era piantato e non ne uscì se non morto , dimorando ...
... buon Sanchini , che verso il 1811 gli faceva studiare anche un po ' di lo- gica , finì col dire che non sapeva che più insegnargli ; e partitosi da quella casa , dove il gesuita s'era piantato e non ne uscì se non morto , dimorando ...
Sayfa 64
... rimembrar delle passate imprese . Alla patria infelice , o buon garzone , Sopravviver ti doglia . Chiaro per lei stato saresti allora 35 40 43 50 55 Che del serto fulgea , di ch'ella è spoglia , 64 A UN VINCITORE NEL PALLONE .
... rimembrar delle passate imprese . Alla patria infelice , o buon garzone , Sopravviver ti doglia . Chiaro per lei stato saresti allora 35 40 43 50 55 Che del serto fulgea , di ch'ella è spoglia , 64 A UN VINCITORE NEL PALLONE .
Sayfa 107
... inchinando Mostra che per signor l'accolga e chiami ? Fugaci giorni ! a somigliar d'un lampo Son dileguati . E qual mortale ignaro Di sventura esser può , se a lui già scorsa Quella vaga stagion , se il suo buon tempo , LE RICORDANZE . 107.
... inchinando Mostra che per signor l'accolga e chiami ? Fugaci giorni ! a somigliar d'un lampo Son dileguati . E qual mortale ignaro Di sventura esser può , se a lui già scorsa Quella vaga stagion , se il suo buon tempo , LE RICORDANZE . 107.
Sayfa 108
Giacomo Leopardi. Quella vaga stagion , se il suo buon tempo , Se giovanezza , ahi giovanezza , è spenta ? 135 O Nerina ! e di te forse non odo Questi luoghi pariar ? caduta forse Dal mio pensier sei tu ? Dove sei gita , Che qui sola di ...
Giacomo Leopardi. Quella vaga stagion , se il suo buon tempo , Se giovanezza , ahi giovanezza , è spenta ? 135 O Nerina ! e di te forse non odo Questi luoghi pariar ? caduta forse Dal mio pensier sei tu ? Dove sei gita , Che qui sola di ...
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ACHILLA affanni alcun alfine allor amico amor anco antica ANTONIO RANIERI appo aprica assai avea avrian battaglia di Tolentino brama campo canto caro Cesare ch'a ch'io chè ciel compagnia d'ogni desio diletto dolce dolor donna Duce Egitto eterno fato figli fior fuggir gente Giacomo Leopardi giammai giorno gran granchi guardo IDILLIO Ificle intorno invano l'Egitto l'opra leopardiana lieto lirica loco luna lungo mente mira misero MONALDO LEOPARDI mondo mortal morte natura nemico Nettuno notte novo Numi obblio occhi ognor omai parea Passero solitario passo patria pensier periglio petto piaggia piange pianto piè Pietro Giordani poco poesie poeta Prence pria prosa prosteso ragion ranocchi Recanati regno Rodipan sangue schiere sento Simonide sospiri spavento speme spirto stelle stuol suol suon TEODOTO TEOFANE terra tiranno Tolomeo Topaia topi torna tristo vano veder Vedi vegga vento vidi vinto
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Sayfa 33 - Sempre caro mi fu quest'ermo colle, E questa siepe, che da tanta parte Dell'ultimo orizzonte il guardo esclude. Ma sedendo e mirando, interminati Spazi di là da quella, e sovrumani Silenzi, e profondissima quiete 10 nel pensier mi fingo; ove per poco 11 cor non si spaura. E come il vento Odo stormir tra queste piante, io quello Infinito silenzio a questa voce Vo comparando: e mi sovvien l'eterno, E le morte stagioni, e la presente E viva, e il suon di lei. Così tra questa Immensità s'annega il...
Sayfa 46 - Ahi, per la via odo non lunge il solitario canto dell'artigian, che riede a tarda notte, dopo i sollazzi, al suo povero ostello; e fieramente mi si stringe il core, a pensar come tutto al mondo passa, e quasi orma non lascia. Ecco è fuggito il dì festivo, ed al festivo il giorno volgar succede, e se ne porta il tempo ogni umano accidente. Or dov'è il suono di que
Sayfa 114 - Sorge in sul primo albore; Move la greggia oltre pel campo, e vede Greggi, fontane ed erbe; Poi stanco si riposa in su la sera: Altro mai non ispera. Dimmi, o luna: a che vale Al pastor la sua vita, La vostra vita a voi?
Sayfa 16 - O patria mia, vedo le mura e gli archi E le colonne ei simulacri e l'erme Torri degli avi nostri, Ma la gloria non vedo, Non vedo il lauro e il ferro ond'eran carchi I nostri padri antichi.
Sayfa 51 - Fu gloria, e del ritorno Ai rischi. Ahi ahi, ma conosciuto il mondo Non cresce, anzi si scema, e assai più vasto L'etra sonante e l'alma terra e il mare Al fanciullin, che non al saggio, appare.
Sayfa 120 - La donzelletta vien dalla campagna, In sul calar del sole, Col suo fascio dell'erba; e reca in mano Un mazzolin di rose e di viole, Onde, siccome suole, Ornare ella si appresta Dimani, al dì di festa, il petto e il crine.
Sayfa 32 - Io solitario in questa Rimota parte alla campagna uscendo, Ogni diletto e gioco Indugio in altro tempo: e intanto il guardo Steso nell'aria aprica Mi fere il Sol che tra lontani monti, Dopo il giorno sereno, Cadendo si dilegua, e par che dica Che la beata gioventù vien meno.
Sayfa 123 - Non vai cosa nessuna I moti tuoi, né di sospiri è degna La terra. Amaro e noia La vita, altro mai nulla; e fango è il mondo.
Sayfa 31 - Sì ch'a mirarla intenerisce il core. Odi greggi belar, muggire armenti; Gli altri augelli contenti, a gara insieme Per lo libero ciel fan mille giri...
Sayfa 19 - Dove la Persia e il fato assai men forte Fu di poch'alme franche e generose! Io credo che le piante ei sassi e l'onda E le montagne vostre al passeggere Con indistinta voce Narrin siccome tutta quella sponda Coprir le invitte schiere De' corpi ch'alia Grecia eran devoti.