Le poesie di Giacomo LeopardiG. Barbèra, 1905 - 583 sayfa |
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Sayfa lxxiv
... Leopardi trattando la satira non restò mediocre , non si aggirò in campo non suo ; ma v'impresse impe- riture orme del proprio genio . Questi giudizî su certi caratteri delle poesie liriche e satiriche del LXXIV GIACOMO LEOPARDI .
... Leopardi trattando la satira non restò mediocre , non si aggirò in campo non suo ; ma v'impresse impe- riture orme del proprio genio . Questi giudizî su certi caratteri delle poesie liriche e satiriche del LXXIV GIACOMO LEOPARDI .
Sayfa 36
... campo . ALCETA . Chi sa ? non veggiam noi spesso di state Cader le stelle ? MELISSO . Egli ci ha tante stelle , Che picciol danno è cader l'una o l'altra 2 Di loro , e mille rimaner . Ma sola Ha questa luna in ciel , che da nessuno ...
... campo . ALCETA . Chi sa ? non veggiam noi spesso di state Cader le stelle ? MELISSO . Egli ci ha tante stelle , Che picciol danno è cader l'una o l'altra 2 Di loro , e mille rimaner . Ma sola Ha questa luna in ciel , che da nessuno ...
Sayfa 41
... campo , Questa flebil riguardi umana sede . Me spesso rivedrai solingo e muto Errar pe ' boschi e per le verdi rive , O seder sovra l'erbe , assai contento Se core e lena a sospirar m'avanza . 105 XII . LA SERA DEL DÌ DI FESTA . [ 1819 ...
... campo , Questa flebil riguardi umana sede . Me spesso rivedrai solingo e muto Errar pe ' boschi e per le verdi rive , O seder sovra l'erbe , assai contento Se core e lena a sospirar m'avanza . 105 XII . LA SERA DEL DÌ DI FESTA . [ 1819 ...
Sayfa 50
... campo all'ire inferme Del mondo . Ei primo e sol dentro all ' arena Scese , e nullo il seguì , che l'ozio e il brutto Silenzio or preme ai nostri innanzi a tutto . Disdegnando e fremendo , immacolata 136 Trasse la vita intera , E morte ...
... campo all'ire inferme Del mondo . Ei primo e sol dentro all ' arena Scese , e nullo il seguì , che l'ozio e il brutto Silenzio or preme ai nostri innanzi a tutto . Disdegnando e fremendo , immacolata 136 Trasse la vita intera , E morte ...
Sayfa 63
... campo eleo , Che stupido mirò l'ardua palestra , Nè la palma beata e la corona D'emula brama il punse . E nell'Alfeo Forse le chiome polverose e i fianchi Delle cavalle vincitrici asterse 10 15 20 Tal che le greche insegne e il greco ...
... campo eleo , Che stupido mirò l'ardua palestra , Nè la palma beata e la corona D'emula brama il punse . E nell'Alfeo Forse le chiome polverose e i fianchi Delle cavalle vincitrici asterse 10 15 20 Tal che le greche insegne e il greco ...
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ACHILLA affanni alcun alfine allor amico amor anco antica ANTONIO RANIERI appo aprica assai avea avrian battaglia di Tolentino brama campo canto caro Cesare ch'a ch'io chè ciel compagnia d'ogni desio diletto dolce dolor donna Duce Egitto eterno fato figli fior fuggir gente Giacomo Leopardi giammai giorno gran granchi guardo IDILLIO Ificle intorno invano l'Egitto l'opra leopardiana lieto lirica loco luna lungo mente mira misero MONALDO LEOPARDI mondo mortal morte natura nemico Nettuno notte novo Numi obblio occhi ognor omai parea Passero solitario passo patria pensier periglio petto piaggia piange pianto piè Pietro Giordani poco poesie poeta Prence pria prosa prosteso ragion ranocchi Recanati regno Rodipan sangue schiere sento Simonide sospiri spavento speme spirto stelle stuol suol suon TEODOTO TEOFANE terra tiranno Tolomeo Topaia topi torna tristo vano veder Vedi vegga vento vidi vinto
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Sayfa 33 - Sempre caro mi fu quest'ermo colle, E questa siepe, che da tanta parte Dell'ultimo orizzonte il guardo esclude. Ma sedendo e mirando, interminati Spazi di là da quella, e sovrumani Silenzi, e profondissima quiete 10 nel pensier mi fingo; ove per poco 11 cor non si spaura. E come il vento Odo stormir tra queste piante, io quello Infinito silenzio a questa voce Vo comparando: e mi sovvien l'eterno, E le morte stagioni, e la presente E viva, e il suon di lei. Così tra questa Immensità s'annega il...
Sayfa 46 - Ahi, per la via odo non lunge il solitario canto dell'artigian, che riede a tarda notte, dopo i sollazzi, al suo povero ostello; e fieramente mi si stringe il core, a pensar come tutto al mondo passa, e quasi orma non lascia. Ecco è fuggito il dì festivo, ed al festivo il giorno volgar succede, e se ne porta il tempo ogni umano accidente. Or dov'è il suono di que
Sayfa 114 - Sorge in sul primo albore; Move la greggia oltre pel campo, e vede Greggi, fontane ed erbe; Poi stanco si riposa in su la sera: Altro mai non ispera. Dimmi, o luna: a che vale Al pastor la sua vita, La vostra vita a voi?
Sayfa 16 - O patria mia, vedo le mura e gli archi E le colonne ei simulacri e l'erme Torri degli avi nostri, Ma la gloria non vedo, Non vedo il lauro e il ferro ond'eran carchi I nostri padri antichi.
Sayfa 51 - Fu gloria, e del ritorno Ai rischi. Ahi ahi, ma conosciuto il mondo Non cresce, anzi si scema, e assai più vasto L'etra sonante e l'alma terra e il mare Al fanciullin, che non al saggio, appare.
Sayfa 120 - La donzelletta vien dalla campagna, In sul calar del sole, Col suo fascio dell'erba; e reca in mano Un mazzolin di rose e di viole, Onde, siccome suole, Ornare ella si appresta Dimani, al dì di festa, il petto e il crine.
Sayfa 32 - Io solitario in questa Rimota parte alla campagna uscendo, Ogni diletto e gioco Indugio in altro tempo: e intanto il guardo Steso nell'aria aprica Mi fere il Sol che tra lontani monti, Dopo il giorno sereno, Cadendo si dilegua, e par che dica Che la beata gioventù vien meno.
Sayfa 123 - Non vai cosa nessuna I moti tuoi, né di sospiri è degna La terra. Amaro e noia La vita, altro mai nulla; e fango è il mondo.
Sayfa 31 - Sì ch'a mirarla intenerisce il core. Odi greggi belar, muggire armenti; Gli altri augelli contenti, a gara insieme Per lo libero ciel fan mille giri...
Sayfa 19 - Dove la Persia e il fato assai men forte Fu di poch'alme franche e generose! Io credo che le piante ei sassi e l'onda E le montagne vostre al passeggere Con indistinta voce Narrin siccome tutta quella sponda Coprir le invitte schiere De' corpi ch'alia Grecia eran devoti.