Le poesie di Giacomo LeopardiG. Barbèra, 1905 - 583 sayfa |
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Sayfa xxxv
... veder la Toscana , si trasferì dopo due mesi a Firenze , di là nell'ot- tobre a Pisa , 6 nel giugno del 1828 a Firenze di nuovo ; donde nel novembre a Recanati per l'ultima volta , accom- pagnato in quel viaggio da un giovane che dovea ...
... veder la Toscana , si trasferì dopo due mesi a Firenze , di là nell'ot- tobre a Pisa , 6 nel giugno del 1828 a Firenze di nuovo ; donde nel novembre a Recanati per l'ultima volta , accom- pagnato in quel viaggio da un giovane che dovea ...
Sayfa xliii
... veder , prima di morire , la stampa delle sue Opere , che tutta avea preparata . Difatti , dopo essersi re- stituito , a mezzo il febbrajo del 1837 , dalla villa in città , infierendo sempre più il male , che apparve essere idropi- sia ...
... veder , prima di morire , la stampa delle sue Opere , che tutta avea preparata . Difatti , dopo essersi re- stituito , a mezzo il febbrajo del 1837 , dalla villa in città , infierendo sempre più il male , che apparve essere idropi- sia ...
Sayfa 49
... Veder che tutto è vano altro che il duolo . O Torquato , o Torquato , a noi l'eccelsa Tua mente allora , il pianto A te , non altro , preparava il cielo . Oh misero Torquato ! il dolce canto 124 Non valse a consolarti o a sciorre il ...
... Veder che tutto è vano altro che il duolo . O Torquato , o Torquato , a noi l'eccelsa Tua mente allora , il pianto A te , non altro , preparava il cielo . Oh misero Torquato ! il dolce canto 124 Non valse a consolarti o a sciorre il ...
Sayfa 50
... Scese , e nullo il seguì , che l'ozio e il brutto Silenzio or preme ai nostri innanzi a tutto . Disdegnando e fremendo , immacolata 136 Trasse la vita intera , E morte lo scampò dal veder peggio . Vittorio mio 50 AD ANGELO MAI .
... Scese , e nullo il seguì , che l'ozio e il brutto Silenzio or preme ai nostri innanzi a tutto . Disdegnando e fremendo , immacolata 136 Trasse la vita intera , E morte lo scampò dal veder peggio . Vittorio mio 50 AD ANGELO MAI .
Sayfa 51
Giacomo Leopardi. E morte lo scampò dal veder peggio . Vittorio mio , questa per te non era Età nè suolo . Altri anni ed altro seggio 170 Conviene agli alti ingegni . Or di riposo Paghi viviamo , e scorti Da mediocrità : sceso il ...
Giacomo Leopardi. E morte lo scampò dal veder peggio . Vittorio mio , questa per te non era Età nè suolo . Altri anni ed altro seggio 170 Conviene agli alti ingegni . Or di riposo Paghi viviamo , e scorti Da mediocrità : sceso il ...
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ACHILLA affanni alcun alfine allor amico amor anco antica ANTONIO RANIERI appo aprica assai avea avrian battaglia di Tolentino brama campo canto caro Cesare ch'a ch'io chè ciel compagnia d'ogni desio diletto dolce dolor donna Duce Egitto eterno fato figli fior fuggir gente Giacomo Leopardi giammai giorno gran granchi guardo IDILLIO Ificle intorno invano l'Egitto l'opra leopardiana lieto lirica loco luna lungo mente mira misero MONALDO LEOPARDI mondo mortal morte natura nemico Nettuno notte novo Numi obblio occhi ognor omai parea Passero solitario passo patria pensier periglio petto piaggia piange pianto piè Pietro Giordani poco poesie poeta Prence pria prosa prosteso ragion ranocchi Recanati regno Rodipan sangue schiere sento Simonide sospiri spavento speme spirto stelle stuol suol suon TEODOTO TEOFANE terra tiranno Tolomeo Topaia topi torna tristo vano veder Vedi vegga vento vidi vinto
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Sayfa 33 - Sempre caro mi fu quest'ermo colle, E questa siepe, che da tanta parte Dell'ultimo orizzonte il guardo esclude. Ma sedendo e mirando, interminati Spazi di là da quella, e sovrumani Silenzi, e profondissima quiete 10 nel pensier mi fingo; ove per poco 11 cor non si spaura. E come il vento Odo stormir tra queste piante, io quello Infinito silenzio a questa voce Vo comparando: e mi sovvien l'eterno, E le morte stagioni, e la presente E viva, e il suon di lei. Così tra questa Immensità s'annega il...
Sayfa 46 - Ahi, per la via odo non lunge il solitario canto dell'artigian, che riede a tarda notte, dopo i sollazzi, al suo povero ostello; e fieramente mi si stringe il core, a pensar come tutto al mondo passa, e quasi orma non lascia. Ecco è fuggito il dì festivo, ed al festivo il giorno volgar succede, e se ne porta il tempo ogni umano accidente. Or dov'è il suono di que
Sayfa 114 - Sorge in sul primo albore; Move la greggia oltre pel campo, e vede Greggi, fontane ed erbe; Poi stanco si riposa in su la sera: Altro mai non ispera. Dimmi, o luna: a che vale Al pastor la sua vita, La vostra vita a voi?
Sayfa 16 - O patria mia, vedo le mura e gli archi E le colonne ei simulacri e l'erme Torri degli avi nostri, Ma la gloria non vedo, Non vedo il lauro e il ferro ond'eran carchi I nostri padri antichi.
Sayfa 51 - Fu gloria, e del ritorno Ai rischi. Ahi ahi, ma conosciuto il mondo Non cresce, anzi si scema, e assai più vasto L'etra sonante e l'alma terra e il mare Al fanciullin, che non al saggio, appare.
Sayfa 120 - La donzelletta vien dalla campagna, In sul calar del sole, Col suo fascio dell'erba; e reca in mano Un mazzolin di rose e di viole, Onde, siccome suole, Ornare ella si appresta Dimani, al dì di festa, il petto e il crine.
Sayfa 32 - Io solitario in questa Rimota parte alla campagna uscendo, Ogni diletto e gioco Indugio in altro tempo: e intanto il guardo Steso nell'aria aprica Mi fere il Sol che tra lontani monti, Dopo il giorno sereno, Cadendo si dilegua, e par che dica Che la beata gioventù vien meno.
Sayfa 123 - Non vai cosa nessuna I moti tuoi, né di sospiri è degna La terra. Amaro e noia La vita, altro mai nulla; e fango è il mondo.
Sayfa 31 - Sì ch'a mirarla intenerisce il core. Odi greggi belar, muggire armenti; Gli altri augelli contenti, a gara insieme Per lo libero ciel fan mille giri...
Sayfa 19 - Dove la Persia e il fato assai men forte Fu di poch'alme franche e generose! Io credo che le piante ei sassi e l'onda E le montagne vostre al passeggere Con indistinta voce Narrin siccome tutta quella sponda Coprir le invitte schiere De' corpi ch'alia Grecia eran devoti.