EATI, voi che su nel ciel godete "BIA Ole lacrime che 'l mondo non ristora, favvi amor guerra ancora, o pur, per morte, liberi ne siete ? " per amare e servire in dolor tanti. a viver molto? e questo mi spaventa : ARO m' è 'l sonno, e più l' esser di sasso, CARO mentre che 'l danno e la vergogna dura : non veder, non sentir, m' è gran ventura ; però non mi destar, deh ! parla basso. VITTORIA COLONNA, 1492-1547 M ENTRE l'aura amorosa e 'l mio bel lume fean vago il giorno e l' aer chiaro e puro, con largo volo, per cammin securo cercai d' alzarmi anch' io con queste piume. "O BLESSED ones up in the sky, Refreshed by tears we shed in vain, Since earthly love is prey to fears. Long life? Nay, direful thought, few years LUMBER is sweet, but it were sweeter still To turn to stone while shame and sorrow last, Nor see, nor hear, and so be freed from ill; Ah, wake me not! Whisper as you go past! VITTORIA COLONNA, 1492-1547 OM WHEN the tender breeze and my sweet light The air, by paths secure in daring flight La luce sparve e 'l mio primo costume lasciar convenne: or più non m' assicuro chè 'l sentier intricato e 'l cielo oscuro non ho chi m' apra e non ho chi m' allume. Spento è il vigor che pria sostenne l' ale ; onde al desio che la speranza atterga, convien che senza guida indarno s'erga. Rimane il nome in me, perchè 'l mortale dolor vincendo vivo; e il pensier sale privo d' affetto ove il mio Sole alberga. LUIGI ALAMANNI, 1495-1556 o pur, la Dio mercè, rivolgo il passo e 'l buon gallo sentier, ch' io trovo amico mi starò sempre in quelle valli ombrose, The glory disappeared, and early ways Troubled, for through dark skies and wildering maze The while thought soareth where my Sun doth reign. LUIGI ALAMANNI, 1495-1556 "HEREFORE, proud Italy, I, by God's grace, TH After six years come back to gaze on thee, Again beyond the Alps, all wreathed with snow, To strangers than thou art unto thine own! I will abide, mid those cool valleys lone, FRANCESCO BERNI, 1498-1535 ANCHERI e beccafichi magri arrosto, mangiar carbonata senza bere, essere stracco e non poter sedere ; avere il fuoco presso e il vin discosto ; riscuotere a bell' agio e pagar tosto; e dare ad altri per avere a avere ; essere ad una festa e non vedere ; e sudar di gennaio come d'agosto; avere un sassolin 'n una scarpetta ed una pulce drento ad una calza, che vada in giù e 'n su per istaffetta; una mano imbrattata ed una netta, una gamba calzata ed una scalza ; esser fatto aspettare ed aver fretta : chi più n' ha, più ne metta, e conti tutti i dispetti e le doglie GIOVANNI GUIDICCIONI, 1500-1541 D EGNA nutrice de le chiare genti ch' ai di men foschi trionfâr del mondo albergo già di dei fido e giocondo, or di lagrime triste e di lamenti ; Tal, così ancella, maestà riserbi, e sì dentro al mio cor suona il tuo nome, |