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Giustizia entro al tuo seno sieda, e sul labbro il vero ; e le tue mani siéno qual albero straniero, onde soavi unguenti stillin sopra le genti."

Per che si pronti affetti nel core il ciel ti pose? questi a Ragion commetti, e tu vedrai gran cose: quindi l'alta rettrice somma virtude elice.

Si bei doni del cielo

no, non celar garzone, con ipocrito velo

che a la virtù si oppone.

Il marchio ond' è il cor scolto lascia apparir nel vólto.

Dalla loro mèta han lode, figlio, gli affetti umani. Tu per la Grecia prode insanguina le mani : qua volgi, qua l'ardire de le magnanim' ire.

Ma quel più dolce senso onde ad amar ti pieghi, tra lo stuol d'armi denso venga, e pietà non nieghi al debole che cade,

e a te grida pietade.

Te questo ognor costante schermo renda al mendico; fido ti faccia amante,

e indomabile amico.

Justice dwell in thy heart,
On thy lips verity,

Let thy two hands be made
Like unto that strange tree
Whose fragrant balsams flow
On those who pass below.
Why lingers in thy heart
Passion by Heaven's decree?
Let Reason be thy guide
And wonders thou shalt see;
Through her, the peerless guide,
Rare virtues will betide.
Seek not to hide away
The fair gifts of the sky,
With a dissembling veil
All virtues putting by ;
That which the heart doth feel
O let the face reveal!

O son, men's loves are blest
According to their aim;
Thy hands are steeped in blood
For Greece and her fair fame;
Turn here, turn here the fire
Of thy magnanimous ire!

But that sweet sense through which

Thou art constrained to love,
Among vast armèd hosts

Find place for; piteous prove
Unto the weak who falls
And on thy mercy calls.

Hence to the suppliant thou

A constant shield wilt be; "Twill make a lover true, A steadfast friend of thee;

Così con legge alterna l'animo si governa.”

Tal cantava il Centauro; baci il giovan gli offriva con ghirlande di lauro. E Tetide che udiva, alla fera divina plaudía da la marina.

Q

UANDO Orion dal cielo declinando imperversa, e pioggia e nevi e gelo sopra la terra ottenebrata versa, me spinto ne la iniqua stagione, infermo il piede,

tra il fango e tra l' obliqua

furia dei carri, la città gir vede ;

e per avverso sasso

mal fra gli altri sorgente,

o per lubrico passo,

lungo il cammino stramazzar sovente.

Ride il fanciullo; e gli occhi

tosto gonfia commosso,

chè il cubito o i ginocchi

me scorge o il mento dal cader percosso.

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Altri accorre, e : Oh infelice

e di men crudo fato

degno vate!" mi dice;

e, seguendo il parlar, cinge il mio lato

con la pietosa mano,

e di terra mi toglie,

Alternate laws the soul
Guide onward to its goal."

Thus rang the Centaur's song;
The youth fond kisses gave,
And laurel garlands, while
Thetis, who from the wave
The godly creature heard,
Applauded every word.

HEN Orion on the wane

W Rages, and down below

Upon the darkening earth,
Casts rain and frost and snow,
He marks me in the vile
Weather, with wavering tread
Mid mud and the oblique

Fury of traffic sped,

And through a treacherous stone

Projecting dangerously,

Or a false step, fall down

On the road suddenly.

The urchin laughs, but then

Looks tearful when he sees

How, falling, I have hurt

My elbow, chin or knees;

Others draw near; one says:

"O worthy poet, such harm Thou hast not merited,"

And, speaking, takes my arm;

Then with a kindly hand Helps me on to my feet,

il cappel lordo e il vano baston, dispersi nella via, raccoglie : 66 Te ricca di comune

censo la patria loda;

te sublime, te immune

cigno da tempo, che il tuo nome roda,

chiama, gridando intorno ;

e te molesta incita

di poner fine al Giorno,

per cui, cercato a lo stranier ti addita.

Ed ecco il debil fianco

per anni e per natura, vai nel suolo pur anco

fra il danno strascinando e la paura ;

nè il si lodato verso vile cocchio ti appresta,

che te salvi a traverso

de' trivi dal furor de la tempesta.

Sdegnosa anima! prendi,

prendi novo consiglio,

se il già canuto intendi

capo sottrarre a più fatal periglio.

Congiunti tu non hai,

non amiche, non ville,

che te far possan mai

nell' urna del favor preporre a mille.

Dunque per l'erte scale

arrampica qual puoi ;

e fa gli atri e le sale

ogni giorno ulular de' pianti tuoi.

O non cessar di pórte

fra lo stuol de' clienti,

abbracciando le porte

degl' imi che comandano ai potenti;

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