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E ragiona1 d'Amor sì dolcemente,
Che face consentir lo core in lui.
L'anima dice al cor: Chi è costui,

Che viene a consolar la nostra mente,
Ed è la sua virtù tanto possente,
Ch'altro pensier non lascia star con nui?

Ei le risponde: O anima pensosa,

Questi è uno spiritel nuovo d'amore,
Che reca innanzi a me 2 li suoi desiri:

E la sua vita, e tutto il suo valore,
Mosse dagli occhi di quella pietosa,
Che si turbava de' nostri martiri.

§ XL.

Contra questo avversario della ragione si levò un dì, quasi nell'ora di nona, una forte imaginazione in me, che mi parea vedere questa gloriosa Beatrice con quelle vestimenta sanguigne, colle quali apparve prima agli occhi miei, e pareami giovane, in simile etade a quella, in che prima la vidi. Allora incominciai a pensare di lei; e secondo l'ordine del tempo passato ricordandomene, lo mio core incominciò dolorosamente a pentirsi del desiderio, a cui così vilmente s'avea lasciato 3 possedere alquanti dì contro

'Il codice Cas. d. V, 5, legge: A ragionar d'amor si dolcemente. 2 Altrimenti: innanzi me. 3 Tre codici hanno: s'era lasciato.

alla costanza della ragione: e discacciato questo cotal malvagio desiderio, si rivolsero tutti i miei pensamenti alla loro gentilissima Beatrice. E dico che d'allora innanzi cominciai a pensare di lei sì con tutto il vergognoso cuore, che li sospiri manifestavano ciò molte volte; però che quasi tutti diceano nel loro uscire quello che nel cuore si ragionava, cioè lo nome di quella gentilissima, e come si partio da noi. E molte volte avvenia che tanto dolore avea in sè alcuno pensiero, che io dimenticava lui, e là dov'io era. Per questo raccendimento di sospiri si raccese lo sollevato 1 lagrimare in guisa, che li miei occhi pareano due cose, che desiderassero pur di piangere: e spesso avvenia che, per lo lungo continuare del pianto, dintorno loro si facea un colore purpureo, quale apparir suole per alcuno martìro che altri riceva; onde appare che della loro vanità furono degnamente guiderdonati, sì che da indi innanzi non poterono mirare persona, che li guardasse sì che loro potesse trarre a simile intendimento. Onde io volendo che cotal desiderio malvagio e vana tentazione paressero distrutti 2, sì che alcuno dubbio.

1 Gli editori Pesaresi leggono solennato aggiungendo " solennato, fatto solenne, palese. Manca al vocabolario. Dimenticava Dante là dov'egli era, e senza ritegno abbandonavasi al pianto. Diveniva adunque il suo lagrimare palese, solenne, solennato, e non sollevato Il D'Ancona osserva che "noi non cerchiamo nel sollevato ciò che il pianto divenisse, maciò che era prima e cessava di essere. 19 2 Seguo l'edizione Pesarese. Il D'Ancona legge: paresse destrutto.

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non potessero inducere le rimate parole ch'io avea dette dinnanzi, proposi di fare un sonetto, nel quale io comprendessi la sentenza di questa ragione. E dissi allora: Lasso! per forza, ec. Dissi lasso in quanto mi vergognava di ciò che li miei occhi aveano così vaneggiato 1.

Questo sonetto non divido, però che è assai manifesta la sua ragione.

Lasso! per forza de' molti sospiri,

Che nascon de' pensier che son nel core,
Gli occhi son vinti, e non hanno valore
Di riguardar persona che gli miri.

E fatti son che paion due disiri

Di lagrimare e di mostrar dolore,
E spesse volte piangon sì, ch'Amore
Gli cerchia 2 di corona di martiri.
Questi pensieri, e li sospir ch'io gitto,
Diventan dentro al cor 3 sì angosciosi
Ch'Amor vi tramortisce, sì glien duole 4.
Però ch'egli hanno in sè 5 li dolorosi
Quel dolce nome di madonna scritto,
E della morte sua molte parole.

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1 Nella divisione del testo dalla chiosa, m'attengo qui al D'Ancona.- 2 Gli editori Pesaresi leggono: Gl'incerchia. 3 Altrimenti : Diventano nel cor. * Per dare idea del modo, come gli amanuensi corrompevano i testi, ecco ad litteram questo verso nel codice Barb. XLV, 130: Chamore intramortisci tale dolore. Altrimenti: in lor.

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Il codice Cas. d. V, 5, legge: di mia donna.

§ XLI.

Dopo questa tribolazione avvenne, in quel tempo che molta gente andava per vedere quella imagine benedetta, la quale Gesù Cristo lasciò a noi per esempio della sua bellissima figura, la quale vede la mia donna gloriosamente, che alquanti peregrini passavano per una via, la quale è quasi in mezzo della cittade, ove nacque, vivette e morio la gentilissima donna, e andavano, secondo che mi parve, molto penosi. Ond'io pensando a loro, dissi fra me medesimo: Questi peregrini mi paiono di lontana parte, e non credo che anche udissero parlare di questa donna, e non ne sanno niente; anzi i loro pensieri sono d'altre cose che di questa qui; chè forse pensano delli loro amici lontani, li quali noi non conoscemo. Poi dicea fra me medesimo: Io so che se questi fossero di propinquo paese, in alcuna vista parrebbero turbati, passando per lo mezzo della dolorosa cittade. Poi dicea fra me stesso: S'io li potessi tenere alquanto, io pur gli farei piangere anzi ch'egli uscissero di questa cittade, però che io direi parole, che farebbero piangere chiunque le intendesse 1. Onde, passati costoro dalla mia veduta, proposi di fare un sonetto, nel quale manifestassi ciò

1 Un codice Magliab., il Fraticelli ed il Giuliani con altri leggono le udisse.

1

ch'io avea detto fra me medesimo; ed acciò che più paresse pietoso, proposi di dire come se io avessi parlato loro; e dissi questo sonetto, lo quale comincia: Deh, peregrini, ec. E dissi 1 peregrini, secondo la larga significazione del vocabolo: chè peregrini si possono intendere in due modi, in uno largo e in uno stretto. In largo, in quanto è peregrino chiunque è fuori della patria sua; in modo stretto non s'intende peregrino se non chi va verso la casa di santo Jacopo o riede. E però è da sapere che in tre modi si chiamano propriamente le genti che vanno al servigio dell'Altissimo: chiamansi palmieri, in quanto vanno oltremare, là onde molte volte recano la palma; chiamansi peregrini, in quanto vanno alla casa di Galizia, però che la sepoltura di santo Jacopo fu più lontana dalla sua patria, che d'alcuno altro apostolo; chiamansi romei, in quanto vanno a Roma: là ove questi ch'io chiamo peregrini, andavano.

Questo sonetto non si divide, però ch'assai il manifesta la sua ragione.

Deh peregrini, che pensosi 2 andate

3

Forse di cosa che non v'è 3 presente,

Venite voi di sì lontana gente,.

Come alla vista voi ne dimostrate?

2 Il

1 Gli editori Pesaresi, il Fraticelli ed il Giuliani assegnano indebitamente alla chiosa le parole: E dissi . . . . . andavano. codice Barb. XLV, 130, legge: Deh peregrin che si pensosi. codice Barb. XLV, 130, legge: non è.

3 Il

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