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ANNOTAZIONI

§ I.

In quella parte........... Il libro della memoria qui sta per la memoria stessa, genere di figura solita a' tempi del nostro autore. Il significato dunque di questo passo si è, che al principio degli anni, innanzi a' quali poco la memoria accompagnerebbe, perchè quasi nulla ricordiamo di ciò che c'incorse nella fanciullezza, trovasi una rubrica, la quale dice: Incipit vita nova, vale a dire, comincia una nuova èra, la quale segna un rinnovellarsi della vita, quasi il principio di un altro paragrafo, rubricato, intitolato: Incipit vita nova. (V. il discorso a capo).

ASSEMPRARE. Alcuni leggono assemprare, altri assemplare. Io stimo migliore la prima lezione, perchè non credo, come il Vocabolario, che tal verbo qui voglia dire ritrarre, copiare, bensì invece radunare, dal francese Assembler. Il Vellutello (Com. alla Comm. Inf., 24) al passo: Quando la brina in sulla terra assembra, chiosa bene: << assembrare è vocabolo francese che tanto suona quanto assimiglia », ma è da avvertire, che questo verbo ha nei due casi diverso significato e diversa radice.

LIBELLO. Come libretto, semplice diminutivo di libro.

E SE NON TUTTE..... .... Se non adunerò tutte le parole, ne darò almeno la sentenza, la sostanza.

§ II.

NOVE FIATE GIÀ........... Aveva Dante quando la prima volta vide Beatrice nove anni, poichè il cielo della luce, cioè il quarto ov'è il sole, era tornato quasi nove volte allo stesso punto, vale a dire aveva compito quasi nove volte il proprio giro, secondo l'antica dottrina. V. nel sonetto a Cino: lo sono stato con Amore insieme Dalla circolazion del Sol mia nona.

NON SAPEANO CHE SI CHIAMARE. In mille modi è stata corretta ed esposta questa frase. Il Trivulzio, seguito dal D'Ancona, propose che si leggesse: che si chiamare, correzione molto giudiziosa, ma forse poco vera, considerato il grande uso di questo pleonasmo si presso gli antichi. Quanto al significato, esso è ben quello del D'Ancona, per il quale non credo che siavi bisogno del si accentato. Chiamavano molti Beatrice questa donna, senza sapersi render ragione dell'arcano significato di questo nome. Giuochi di tal genere si trovano in molti antichi rimatori di Provenza ed italiani, come nel Boccaccio, nel Petrarca e nel Barberino. Gli stessi antichi illustratori della Commedia fecero derivare il nome di Dante da Dans Theos, e non perciò l'Alighieri ha mai cessato di essere un uomo. (V. anche l'Orlandini nel suo scritto sulla V. N. nell'op. Dante e il suo secolo, p. 338, e le eruditissime annotazioni del D'Ancona e del Carducci).

ELLA ERA GIÀ IN QUESTA VITA..... Dante dice nel Conv. (Tratt. II, cap. 6): tutto quel cielo si muove, seguendo il movimento della stellata spera, da occidente a oriente, in cento anni uno grado. Ora se Beatrice era vissuta tanto, che il cielo erasi mosso verso oriente la dodicesima parte di un grado, si ha che aveva allora otto anni ed un terzo, ond'è che Dante la avanzava solo di qualche mese.

ELLA APPARVEMI VESTITA DI NOBILISSIMO COLORE..... Le fanciulle e le giovanette di Firenze e dell'Italia tutta nella fine del duecento, nel trecento e nel principio del quattrocento erano solite nelle loro vesti di usare il color rosso colle varie sue gradazioni. Notisi di più che l'Alighieri usa qui il verbo cingere (cinta) nel senso di stringere la vita con quella striscia di pelle, di stoffa, di metallo o di altro, che noi chiamiamo cintura, la quale era usatissima dalle giovanette italiane di qualche conto vissute a que' tempi. Antiche pitture confermano ciò che ho detto. Una del Gaddi nella Chiesa di Santa Croce ci fa vedere una giovanetta fiorentina con in capo un beretto verde a trafori, ricamato in oro. Un velo pur esso ricamato in oro le cinge -il collo, una lunga zimarra rossa con fodera e lembi d'ermellino le copre tutta la persona, e nasconde un sottabito verde, le cui maniche son di tessuto d'oro. La cintura che le stringe la persona è nera ed oro.

In un altro dipinto del Bartoli in Siena scorgesi una di quelle vispe fanciulle, che furon tanta parte dell' allegra vita del nostro trecento. Suona un organetto che le pende dal collo per una catenella, ha una corona di fiori bianchi in testa ed una lunga veste color di rosa, stretta da una cintura d'oro su fondo turchino. Potrei citare altri esempi. La giovane italiana nobile figurata da un Vanni, pittore del trecento, sopra una tavola conservata nell'Accademia di Belle Arti di Siena, ha una zimarra rossa. Rosso è pure il manto di una giovane, che osservasi sovra un altro dipinto del quattrocento.

IN QUEL PUNTO..... I tre spiriti qui distinti dall'A. rappresentano non altro che le varie attività dell'anima, chiamate dall'Aquinate modi di vita, e distinte variamente dalle varie filosofie scolastiche del Medio Evo. Aristotile (4εрí πνxñs В. B) di tali modi ne numera quattro, il nutritivo, il sensitivo, il motivo localmente e l'intellettivo

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