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OND'IO NON SO..... Non so qual pensiero più mi potrebbe somministrar materia a ragionare d'Amore.

E SE CON TUTTI..... Si osservi la ripetizione della stessa idea nella seconda quartina ed in questo ternario.

§ XIV.

QUASI NON SApendo a che fOSSI MENATO. A che fare fossi menato a quella ragunata di donne.

Lo quale un suo AMICO..... È meravigliosa la certezza del Giuliani, che quest'amico non fosse Dante. Ciò che avvenne in appresso fa invece certo me e molti altri, che sia proprio il nostro poeta, cui dovevan capitare sì brutti momenti.

NEL PRIMO SEDERE........... Non mangiava la prima volta collo sposo, ma la prima volta in casa dello sposo. Osserva il Balbo come queste donne della compagnia doveano essere maritate; Beatrice quindi era già a quei tempi moglie di Simone de' Bardi.

POGGIAI LA MIA PERSONA. Riporto anch'io la nota del Cod. Cassin. al verso: E caddi come corpo morto cade: « Nota come quello che qui finge l'Autore, vale a dire che cadesse, avvenne a sè stesso mentre era impigliato dall'amore di Beatrice. Imperocchè essendosi fatto a certo convito in cui trovavasi Beatrice, venutogli questa incontro, in quella che montava per le scale, cadde come mezzo morto, e trasportato sopra un letto, vi stette alquanto fuor dei sensi. >>

SFOLGORASSE. Cacciasse.

SI GABBAVANO. Gabbare per burlare è verbo usatissimo dai nostri antichi. Il Nannucci (Voci e loc. dal Provenzale,

60) lo fa derivare dal Provenzale gabar, come gabbo da gab. Ma è da notarsi che il gab o gap dei Provenzali vuol dire anche onesta facezia, come in questo esempio di Arnaldo di Maraviglia: Los vostres gaps plazens e bos E'l gen solatz e'l franc respos, mentre in Italiano generalmente gabbo si usa in senso di burla di poco buon sangue. Secondo il Narducci (Secondo saggio di voci Italiane derivate dall' Arabo, p. 19) la radice di questa parola è araba, e trovasi nel verbo sordo CHABBA, deceptus fuit.

E LI DISCACCIATI RIVENUTI ALLE LORO POSSESSIONI. Quelli cioè del viso, i quali erano rimasti fuori de' loro strumenti scacciatine da Amore.

IO HO TENUTI..... È strana abbastanza l'interpretazione solenne dell' Orlandini, mentre qui davvero il senso ci sembra abbastanza chiaro. Dante dice d'essere stato fin sulla soglia della morte. Cfr. Fidandomi nella persona, la quale un suo amico all'estremità della vita condotto avea.

IO SO BENE CH'Ella non è saputa. Il Giuliani spiega benissimo: Io so bene ch'ella (la cagione del mio trasfiguramento) non è saputa (conosciuta). » Altri mi sembra che pigli errore, riferendo è saputa a Beatrice, quasi non fosse consapevole di essa cagione.

AUDIENZA. Sostantivo astratto del verbo udire (ant. audire).

FIGURA NOVA. Trasfigurata; è interpetrazione dello stesso Dante.

TENER PIÙ..... Non potrebbe la pietà essermi più nemica. Cfr. § XIII.

FIERE. Ferisce, e non infierisce, come anche ammette il Fraticelli.

E QUALE ANCIDE. La prosa precedente è illustrazione chiarissima di questi versi.

MA NON Sì..... Mi cangio, è vero, in figura d'altrui, ma non tanto, che io non senta i tormentosi lamenti degli spiriti discacciati.

ED A COLORO CHE VI SONO È MANIFESTO. Molte cose non si spiegano ma si sentono.

§ XV.

IN QUANTO TU LE RISPONDESSI. Tanto da poterle rispondere.

E PERÒ NON MI RITRAGGONO LE PASSATE PASSIONI. Ciò che altre volte ho patito alla sua vista non mi ritrae dal cercarla.

CIÒ CHE M'INCONTRA. Incontra vorrebbe spiegare il Giuliani per sta contro, ma è chiaro che qui incontra nella mente significa sovviene.

Lo viso..... Il colore del viso è specchio di ciò che si agita nel cuore.

CHE TRAMORTENDO..... Che svigorito s' appoggia (s'appoia) ovunque può.

EBRIETA. Eccesso.

LE PIETRE. Il Fraticelli s'affretta ad osservare, che queste son proprio «<le pietre di quella parete, di quella muraglia, ov'egli (Dante), sentendosi venir meno, s'appoggiò.

PER LA PIETÀ........... La illustrazione più chiara è quella del Torri: « Il sentimento di compassione rimane estinto (per metafora ucciso) dal vostro beffardo contegno: il qual sentimento di compassione sarebbe mosso, destato in altri dall'aspetto affannoso che mostra la mia interna voglia di morire; se non che ognuno v'imita non solo in non commiserarmi, ma anzi nel prendere a dileggio il mio tor

mento. >>

PER ESEMPLO DEL VISO. Come si addimostra nel viso.

ACCIOCCHÈ MI SAREBBE. Perciocchè mi sarebbe.

§ XVI.

IO MI MOVEA, QUASI DISCOLORITO TUTTO. Questo è in certo modo ripetizione di ciò che trovasi detto nel precedente paragrafo.

DISCONFIGGEA LA MIA POCA VITA. Finiva di distruggere quel po' di vita che ancora era in me.

SUBITANAMENTE. Avverbio composto dall'aggettivo subitano. All' assalto d'Amore tutto cede, e se uno spirito campa e resta vivo, si è perchè ragiona di Beatrice.

TREMUOTO. Questa voce qui significa tremito e non

terremoto.

Che fa de' POLSI. Questo tremito uccide la sua vita, perchè fa partir l'anima dal sangue (de' polsi), sua sede naturale.

NON M'INTRAMETTO. Bene il Fraticelli: Non m'impaccio, non mi do pensiero.

§ XVII.

CREDENDOMI TACERE..... Questo paragrafo segna il passaggio del poeta dalla prima alla seconda maniera.

§ XVIII.

SAPEANO BENE LO MIO CUORE. L'affetto che era nel mio cuore, prendendo il contenente per il contenuto.

A MOLTE MIE SCONFITTE. Amore in presenza di Beatrice sconfiggeva il poeta, come a § XIV, ove dice che i suoi spiriti furono si distrutti..... per la forza che Amore prese veggendosi in tanta propinquitade alla gentilissima donna, che non gli rimase in vita più che gli spiriti del viso; ed ancor questi rimasero fuori de' loro strumenti, però che Amore volea stare nel loro nobilissimo luogo per vedere la mirabile donna.

COMINCIARONO AD ATTENDERE IN VISTA. Mostravano agli atti esterni la loro aspettazione. Il Giuliani riferisce in vista a Dante, e spiega che guardavano nell' aspetto del poeta per raccoglierne la sua risposta, ma ciò è evidentemente erroneo. Cfr. gli esempi citati dal Carducci; Petr., Son. LVIII; D., Purg., I, 79, e Purg., XIII, 100.

FORSE DI CUI Voi intendete. Di Beatrice, il cui amore nè confessa nè nega.

IN QUELLE PAROLE CHE LODANO LA DONNA MIA. È l'artista, padrone della materia, che parla con sicura baldanza di ciò che non gli si può mai torre.

Se tu ne dicesSI VERO..... Se le tue parole son vere, ad esse tuttavia non corrispondono i fatti, e questo perchè dici d'aver posta tutta la tua beatitudine nelle parole che lodano la tua donna, e nelle rime ti vai invece querelando della negazione del saluto.

CON DESIDERIO DI DIRE E CON PAURA DI COMINCIARE. Il desiderio lo avea già espresso, ma ora, causa l'arditezza della nuova materia, fa capolino la paura, lo scoraggiamento.

§ XIX.

FEMMINE. Non che femmina non possa usarsi per donna anche in buon senso; è però vero che più spesso trovasi in senso cattivo.

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