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Vita Nuova. Ed è da notare che questo scrittore, senza stimar Beatrice la Sapienza del Biscioni, nè la Monarchia Imperiale del Rossetti, nè l'Intelligenza attiva del Perez, solo la crede un essere puramente ideale, portato a questa credenza da due cause, la storicità della Vita Nuova secondo lui falsissima e quella più solita della maniera di esprimersi del poeta. Quanto alla prima, ei si fonda sopra tali argomenti di fatto: il predominio del numero nove in tutti gli episodi dell'amore Dantesco e le visioni che ne sono parte principalissima.

Dante conobbe Beatrice, quand' egli era verso la fine del suo nono anno, e questa sul principio dell'anno stesso.1 Poscia la rivide poi che furono passati tanti dì, che appunto erano compiuti li nove anni appresso l'apparimento soprascritto, e la rivide nella nona ora del giorno. Dopo averla veduta egli ebbe un sogno nella prima ora delle nove ultime ore della notte. Scrisse un sirventese in lode delle sessanta più belle donne Fiorentine, ed il nome della sua donna in alcuno altro numero non sofferse.... stare, se non in sul nono. Poichè

3

1 V. N. § II.
2 V. N. § III.
8 Ibid.

4 V. N. § VI.

da Beatrice gli fu negato il saluto, ebbe un'apparizione d'amore nella nona ora del dì,' ed un altro sogno più tardi nel nono giorno di una sua certa infermità.2 Beatrice finalmente morì nella prima ora del nono giorno del mese, l'anno 1290.3

«Sono veri tutti questi ricorsi del nove? » Tale è la domanda che si muove il Bartoli, 4 ed alla quale una critica seria non potrebbe rispondere affermativamente. Tanto che lo stesso Alighieri, prevedendo che nessuno gli avrebbe creduto quest' incalzante presentarsi del numero, che è perfetto multiplo della Santissima Trinità, vuol farci comprendere che cosa esso significhi:

« Perchè questo numero fosse tanto amico di lei, questa potrebb'essere una ragione: conciossiacosa che secondo Tolomeo e secondo la Cristiana verità, nove siano li cieli che si muovono, e secondo comune opinione astrologica li detti cieli operino quaggiù secondo la loro abitudine insieme, questo numero fu amico di lei per dare ad intendere, che nella sua generazione tutti e nove li mobili cieli perfettissi

1 V. N. § XII.
2 V. N. § XXIII.
3 V. N. § XXX.

Op. cit. 174.

mamente s'aveano insieme. Questa è una ragione di ciò; ma più sottilmente pensando, e secondo la infallibile verità, questo numero fu ella medesima; per similitudine dico, e ciò intendo così: Lo numero del tre è la radice del nove, però che senz'altro numero, per sè medesimo moltiplicato, fa nove, siccome vedemo manifestamente che tre via tre fa nove. Dunque se il tre è fattore per sè medesimo del nove, e lo fattore dei miracoli per sè medesimo è tre, cioè Padre, Figliuolo e Spirito santo, li quali sono tre ed uno, questa donna fu accompagnata da questo numero del nove a dare ad intendere che ella era un nove, cioè un miracolo la cui radice è solamente la mirabile Trinitade. Forse ancora per più sottil persona si vedrebbe in ciò più sottil ragione; ma questa è quella ch'io ne veggio, e che più mi piace. » 1

Quanto più l'autore si sforza di mostrarci l'eccellenza del numero nove, tanto meno noi pre stiamo fede ai suoi racconti. È il preconcetto che li ha guidati, preconcetto di voler magnificare in ogni modo quest' idealità di donna, questa donna della mente, la cui conoscenza, la cui vita, la cui morte, non essendo esistite

1 V. N. § XXX.

tali cose in realtà, potremmo legare anzi che col nove, col perfettissimo dieci, col tre, il simbolo stesso della trinità divina, o con un altro numero qualsiasi. Conseguenza ultima di tutto ciò (che rappresenta in altre parole le idee del Bartoli) la falsità storica della Vita Nuova.

A primo aspetto questo ragionamento così severo ed imbronciato colpisce tanto la mente, che noi siamo costretti a fermarci per considerarlo con la stessa matematica esattezza, con cui esso vien giù nel suo rigore implacabile. Ma presto siam fatti accorti di trovarci in fronte a que' difetti dei quali non senza ragione ho parlato, il troppo positivismo critico ed il positivismo malinteso.

Cadono, dice il Bartoli, ai colpi di siffatte osservazioni tutte le date le quali hanno qualche relazione col numero nove, quindi « la data del primo incontro del novenne bambino colla quasi novenne fanciulla e la data della morte di Beatrice, la quale essendo il 9 giugno 1290, si vede che non poteva contenere più nove di quelli che Dante ci ha messo. »

1

Or io domando al Bartoli, a lui tanto erudito e sì pieno d'ingegno, s'egli pensa in realtà ciò che dice. Il pregiudizio, l'illustre professore

1 BARTOLI: Op. cit. 176.

lo sa meglio assai di me, il pregiudizio viveva ai tempi dell'Alighieri nel pieno rigoglio delle sue forze e sconfiggeva gl'ingegni più grandi, aggiogandoli e facendoli correre per il solito solco. Dante poi non ne fu il più povero, anzi egli mostrasi qua e là un uomo tutto pieno delle credenze volgari de' suoi tempi, alle quali era assolutamente impossibile ribellarsi, come oggi ad una persona educata sarebbe impossibile non credere al sistema Copernicano o voler ancora studiare la chimica e la medicina, applicandosi al libro delle virtù delle erbe e del ramerino.

In qual modo sarà nato nella mente dell'Alighieri il pregiudizio del numero nove? Fo da principio notare che esso trovasi solo ripetuto nella prosa o ne' versi che stimo fatti dopo la morte di Beatrice e non contenuti nella Vita Nuova:

Io sono stato con amore insieme

Dalla circolazion del sol mia nona.... 1

Quindi non solo ci è permesso di supporre, ma abbiamo il diritto di credere, che Dante, morta la donna sua, solo in quel tempo abbia

1 Questo sonetto è responsivo all'altro di Cino: Dante, quando per caso s'abbandona.

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