O CAMERETTA che già in te chiudesti angusto è il mondo, quel grande alla cui fama quel sì gentil d' amor mastro profondo, per cui Laura ebbe in terra onor celesti; o di pensier soavemente mesti solitario ricovero giocondo; di quai lagrime amare il petto inondo nel veder ch' oggi inonorata resti! Prezioso diaspro, agata ed oro fôran debito fregio, e appena degno di rivestir sì nobile tesoro. Ma no tomba fregiar d' uom ch' ebbe regno IDO destriero, mansueto e ardente, che dell' alato piè giovato hai spesso al tuo signor sì ch' ei seguía dappresso il cervo rapidissimo fuggente; tu riedi a me, da non gran tempo assente; M'è il rivederti doglia e, in un, diletto; di là tu vieni, ov' è il mio sol pensiero sovvienti ancor, quand' ella il collo e il petto t' iva palpando, indi con dolce impero tuo fren reggeva? E tu, pien d' intelletto, del caro peso te ne andavi altero. LITTLE room, embracing that great fame For which the whole wide world were small, Love's sweet And mighty singer through whom Laura's name On earth did with celestial honour meet; O solitary, jocund resting-place, Often the bitter tears have bathed my face, F IDO, my gentle and yet ardent steed, Whose flying hoof hath served full many a day Thy master and enabled him to speed After the swift and fugitive deer away, By intermingled joy and pain oppressed, I see thee come whence my sole thought doth bide: And thou didst go thy way with conscious pride S UBLIME specchio di veraci detti, mostrami in corpo e in anima qual sono. Capelli, or radi in fronte, e rossi pretti; lunga statura, e capo a terra prono; sottil persona in su due stinchi schietti ; bianca pelle, occhi azzurri, aspetto buono ; giusto naso, bel labbro, denti eletti; pallido in volto più che un re sul trono ; or duro, acerbo, ora pieghevol, mite ; irato sempre e non maligno mai ; la mente e il cor meco in perpetua lite : per lo più mesto, e talor lieto assai : or stimandomi Achille ed or Tersite. Uom, se' tu grande o vil? Muori, e il saprai. PERAR, temere, rimembrar, dolersi ; sempre bramar, non appagarsi mai; dietro al ben falso sospirare assai, nè il ver (che ognun ha in sè) giammai godersi ; spesso da più, talor da men tenersi ; nè appien conoscer sè che in braccio a' guai; e, giunto all'orlo del sepolcro omai, della mal spesa vita ravvedersi ; tal, credo, è l' uomo, o tale almen son io ; benchè il core in ricchezze o in vili onori non ponga, e gloria e amore a me sien Dio. L'un mi fa di me stesso viver fuori : dell' altra in me ritrammi il bel desio : nulla ho d' ambi finor che i lor furori. M IRROR sublime of truth, O manifest Me soul and body as I am: hair red, Now sparse about the temples, for the rest Lofty in stature with a drooping head, A meagre person on slim spindles raised, Fair skin, blue eyes, in my expression kind, Straight nose, firm lips, teeth worthy to be praised, Paler than any crownèd king, my mind Perpetually contrasting with my heart, Now soft and mild, now bitter and severe, Never malign, but fretful oft I fear, Sometimes hilarious, mostly given to woe, Now an Achilles, now Thersites. Art Thou great, O man, or mean? Die, and shalt know! Trope, remember, suffer grief and fear, To nurse desire yet be unsatisfied, Such, I believe, man's lot, at least 'tis mine, I o 'l giurerò morendo; unica norma sempre esser stato il core al compor mio, cui mai servil menzogna non deforma, nè doppio scopo o pueril desio. Rapida innanzi passami la torma de' molti scritti, in cui sbagliai fors' io; ma da ignoranza il loro errar s' informa, non da malizia; e testimon n'è Iddio. Muto e sepolto il mio nome si giaccia, pria di quest' ossa annichilato in tomba ; s' io non cercai del vero ognor la traccia. Cigno, non l' oso io dir, bensì colomba dovrà nomarmi (ove di me non taccia) quella ch' eterna l' uom coll' aurea tromba. VINCENZO MONTI, 1754-1823 Ti che, servo di corte ingannatrice, i giorni traggi dolorosi e foschi, vieni, amico mortal, fra questi boschi, vieni, e sarai felice. Qui nè di spose nè di madri il pianto, nè di belliche trombe udrai lo squillo ; ma sol dell' aure il mormorar tranquillo, e degli augelli il canto. Qui sol d'amor sovrana è la ragione ; senza rischio la vita e senza affanno ; nè d' altro mal si teme, altro tiranno, che il verno e l' aquilone. |