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T

E che solinghe balze e mesti piani

ombri, o quercia pensosa, io più non amo,

poi che cedesti al capo de gl' insani

eversor di cittadi il mite ramo.

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The blades that were bartered

As reeds will be broken,

The eagle of Austria

Is plucked for a token;

Of Pole and Italian

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The red blood she drinketh

With the Cossack her henchman,

The while her heart sinketh.

Now stand we united, . . .

GIOSUÈ CARDUCCI, 1835-1907

HADE of lone hill and solitary plain,

So pensive Oak, I cannot love thee now,
S&

Since with thy tender branches thou wast fain
To glorify the miscreant spoiler's brow!

Nè te, lauro infecondo, ammiro o bramo,

che menti e insulti, o che i tuoi verdi e strani orgogli accampi in mezzo al verno gramo o in fronte a calvi imperador romani. Amo te, vite, che tra bruni sassi pampinea ridi, ed a me pia maturi il sapiente de la vita oblio.

Ma più onoro l'abete: ei fra quattr' assi, nitida bara, chiuda al fin li oscuri

del mio pensier tumulti e il van desio.

Τ ̓

AMO, o pio bove; e mite un sentimento

di vigore e di pace al cor m' infondi,

o che solenne come un monumento
tu guardi i campi liberi e fecondi,
o che al giogo inchinandoti contento
l'agil opra de l' uom grave secondi :
ei t' esorta e ti punge, e tu co 'l lento
giro de' pazienti occhi rispondi.

Da la larga narice umida e nera
fuma il tuo spirto, e come un inno lieto
il mugghio nel sereno aer si perde;
e del grave occhio glauco entro l' austera
dolcezza si rispecchia ampio e quïeto
il divino del pian silenzio verde.

O

TU che dormi là su la fiorita

collina tósca, e ti sta il padre a canto ;

non hai tra l'erbe del sepolcro udita

pur ora una gentil voce di pianto ?

Not thee, unfruitful Laurel, do I praise,

Nor seek to bear thy false, vain promise home,
Whether thy verdant pride mock wintry ways
Or a bald-pated emperor of Rome !

I love the Vine whose tendrils gay caress
The barren stones, whose wisdom mellows me
Life's merciful potion of forgetfulness.

I honour most the Pine, who finally

Between four candid walls will fold my vain
Desires and the wild secrets of my pain.

LOVE thee, pious ox, through whom my heart

I

To a sweet sense of peace and vigour yields;
Majestic, like a monument thou art,
Gazing out over the far fruitful fields !
Thou joinest, well-content beneath the yoke,
Thy strength unto man's nimble toil; he cries
And pricks thee, but thou turnest to his stroke
The slow response of thine all-patient eyes.

From the moist dusk of thy wide nostrils flows
Thy spirit's breath, and like a happy prayer
Thy lowing dies upon the tranquil air ;
Serene and mild, each green orb gravely shows,
As in a mirror, without bound or stain,
The heavenly silence of the verdant plain.

SLEEP upon the flower-strewn Tuscan hill,

ATE

There, by thy father's side, dost thou not hear,

Among the grasses of the graveyard still,

A tender sound of crying wafted near ?

È il fanciulletto mio, che a la romita

tua porta batte: ei che nel grande e santo
nome te rinnovava, anch' ei la vita

fugge, o fratel, che a te fu amara tanto.
Ahi no! giocava per le pinte aiole,
e arriso pur di visïon leggiadre
l'ombra l'avvolse, ed a le fredde e sole
vostre rive lo spinse. Oh, giù ne l'adre
sedi accoglilo tu, chè al dolce sole
ei volge il capo ed a chiamar la madre.

M

ESSER Francesco, a voi per pace io vegno
e a la vostra gentile amica bionda :
terger vo' l'alma irosa e 'l torvo ingegno
a la dolce di Sorga e lucid' onda.

Ecco: un elce mi porge ombra e sostegno,
e seggo, e chiamo, a la romita sponda ;
e voi venite, e un salutevol segno
mi fa il coro gentil che vi circonda.

De le canzoni vostre è il dolce coro,
cui da un cerchio di rose a pena doma
va pe' bei fianchi la cesarie d'oro
in riposo ondeggiante. Ahi, che la chioma
scuote e 'l musico labbro una di loro

apre al grido ribelle: Italia e Roma.

S

URGE nel chiaro inverno la fósca turrita Bologna, il colle sopra bianco di neve ride.

È l'ora soave che il sol morituro saluta le torri e 'l tempio, divo Petronio, tuo;

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