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pensa essere stato il Dott. Bianucci, poi Professor di Pisa (1)) parlò per tre quarti d'ora. Egli fece l'analisi delle piante molli, e provò che la paglia sorpassa le altre in fragilità; passò dalla paglia alla donna; ed epilogò con prontezza e chiarezza uguale una specie di saggio anatomico del corpo umano. Spiegò la sorgente delle lacrime in ambo i sessi; provò la delicatezza delle fibre nell'uno, e la resistenza nell'altro; e fiuì con un grazioso complimento alle Dame, che vi assistevano, dando la prerogativa della sensibilità alla debolezza, e tenendosi ben lungi dal parlar del pianto non naturale,,.

Non poteva negarsi al trattenimento del Sibillone il titolo d'ardimentoso, che gli dette il Goldoni; ma da un'altra parte, come osserva il citato Sig. Proposto (2), serviva a metter gl' ingegni a cimento, a sollecitarli, a farli conoscere. I Letterati infatti potevano in esso far pompa de' loro talenti e delle lor cognizioni, e trovare in esso anche una via ai loro avanzamenti. In altre occa sioni noi parleremo di quelli, che sopra gli altri sepper distinguersi nel nostro celebre Giuoco, e rife riremo anche alcune delle più ingegnose soluzioni fatte da essi de' proposti problemi. Adesso serveci d'avvertire ancora, che pel Giuoco del Sibillone crebbe grandemente la fama dell' Acca

(1) Osservatore Fiorentino Tom. I.

pag. 195.

(2) Ivi.

Vol. II.

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demia degli Apatisti, e che ad essa accorrevano in gran numero i forestieri ed i nazionali, quando facevasi il Giuoco. La sua floridità sotto il Granduca Gio. Gastone derivò anche dalla protezione, che ei le accordò; protezione, che concesse ancora all' Accademia Fiorentina e alla Società della Crusca, per cui esse pure si trovarono, come abbiamo veduto, sotto il di lui Governo in un floridissimo stato.

Un'altra Società oltre le tre mentovate esiste. va in Firenze, allorquando il detto Principe salì sul Trono della Toscana, vale a dir la Botanica. Noi ne narrammo a suo luogo l'istituzione ed i primi progressi; ora convien che parliamo de' suoi avanzamenti sotto l'ultimo de' Regnanti Medicei. Gli Accademici Botanici, a' quali era stata accordata da Cosimo III. la custodia del Real Giardino de' Semplici con un' annua decorosa dote per mantenerlo ed ornarlo, videro presto, che la loro provincia limitata alla sola manutenzione del detto Giardino era troppo ristretta. Si determinarono dunque d'ingrandire il loro Istituto, e nel 1734. rifecero nuove Leggi, colle quali stabilirono, che la materia de' loro studi e delle loro Dissertazioni potesse prendersi da tutta la Fisica (1). La riforma della Società Botanica fu celebrata pubblicamente con una dotta ed elegante Orazione toscana, che è stata più volte data alle stampe, la quale fu re

(1) V. Lastri Osserv. Fior. Tom. I. pag. 133.

citata dal celebre Dott. Antonio Cocchi. Sono degne d'esser considerate le seguenti espressioni, che leggonsi in essa;,, Non peraltro, disse l' illustre Oratore, avete voi voluto celebrare questo giorno e a me comandato avete, che da questo augusto luogo io parli, se non per render palese a tutti l'eroica intenzione vostra di formare una Società filosofica per ampliare ed accrescere e spargere quanto si possano comunemente le più recondite verità delle Scienze, che han per oggetto la contemplazione dell'eterne immutabili leggi della natura Nella Libreria di questo Imperial Museo si trovano molte Memorie lette nella detta Società, conseguenza e frutto della rinnuovata sua legislazione (*). In altro luogo noi noteremo quanto essa crescesse in fama, e quanti illustri Membri acquistasse per la notata riforma, e particolarmente quando a questa un'altra se ne aggiunse nel 1745.

Mentre intanto le nominate Accademie trovavansi nella loro floridità, un' altra adagio adagio formavasene, che un giorno dovea con esse gareggiar nell'onore. L'istituzione della Societa Colombaria appartiene sicuramente ai tempi del Granduca Gio. Gastone. Il Cav. Gio. Girolamo Pazzi essendosi nel 1729. ammogliato s'allontanò dalle geniali conversazioni, che ei frequentava, ed una

(*) Si trovano tra' Documenti ec. della Società Botanica Fiorentina dall'anno 1724. al 1774.

ne unì presso di se di pochi, ma colti amici. Questi parlavano insieme nelle loro frequenti Adunanze di ciò che s'era fatto, e delle Memorie che s'eran lette nell' Accademia Fiorentina, in quella degli Apatisti, e nell' altra della Crusca, e facevan tra loro altri eruditi discorsi. Dovevan gli amici del Pazzi salire anguste e lunghissime scale per giugnere a lui, perchè aveva voluto ritirarsi, per lasciare gli altri appartamenti della sua abitazione al padre e alla moglie, in camere altissimne, che formavano un giorno una delle torri della sua famiglia.,, Per una tal ragione, dice Bindo Simon Peruzzi nelle Notizie dell'origine e dell' Istituto della Società Colombaria (), cominciarono alconi di essi a scherzare dicendo, che andavano in Colombaia, e che quelli, che lassù s'adunavano, erano i Colombi Una tal piacevolezza piacque grandemente alla Conversazione, ed il Pazzi per seguitarla s'affrettò a darsi il nome di Torraiuolo, come gli altri ad appellarsi con denominazioni adattate a'Colombi.,, Per proseguire lo scherzo, aggiugne il citato Peruzzi (2), tornato il Cavaliere l'anno 1732. del mese d'Agosto dalla sua Villa per alcuni giorni in Firenze, invitò quattro de' più frequentanti la sua Conversazione a cena, la quale avea fatta abbondantemen

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(1) V. Memorie di varia erudizione della Società Colombaria. Tom. I. pag. L.

(2) Ivi.

te, ma solo di piccioni in varie gustose maniere cucinati apparecchiare. Si rinnuovò, prosegue a dire il detto Scrittore (1), a tal veduta il riso festevole tra gli amici, i quali viepiù al luogo il nome di Colombaia, e a se stessi quello di Colombi confermarono,,. Ecco d'onde venne la denominazione della Società, della quale adesso scriviamo.

Essa poi prese la vera forma d'Accademia il dì 15. Maggio 1735. (2). Allora s'incominciarono le sue Sedute con regola, e da quel punto si diede principio alla compilazion de' suoi Annali. Il numero de' Soci Colombari fu in principio ristretto (3), e furono i principali di essi Gio. Girolamo Pazzi Pierantonio Micheli, Anton Maria Biscioni, Francesco Gori, l'Ab. Gio. Batista Nardi, Gio. Vincenzio Fantoni, ed il Dott. Giovanni Targioni (4). A qual cosa fossero diretti subito gli studi loro, si conosce bastantemente da ciò, che ne scrisse il nominato Francesco Gori. Egli dopo d'aver detto (5) nella Prefazione alle Memorie pubblicate della Società, di cui trattasi, che non mancava a Firenze ricca già di Accademie, se non che una ne fosse fondata, la quale coll' assiduo

(1) L. c.

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(2) V. ivi pag. XII. nella Prefazione d' Anton Francesco Gori.

(3) V. ivi le Notizie della Società scritte dal Peruzzi in più luoghi.

(4) L. c. pag. XII,

(5) Ivi pag. V.

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