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MAVSOLEO IN PEPERINO DEL CARD. VICEDOMINI PRESVNTO PAPA GREGORIO XI

PER VN SOL GIORNO AN. MCCLXXVI IN S. FRANCESCO.

prodotto in fedele disegno dal Bussi e dal Papebroch, L' epitaffio seguente, diverso da quello riferito dal Papebroch ivi fu posto nel secolo XVII e fu riportato dal Bussi, pag. 166, ed è del tenore scritto in caratteri latini a lettere maiuscole.

SCHEMATE SAXA RVDI TIRI LECTOR MVTA LOQVVNTVR,
NEVE CADVCA PVTES TESTE LATENTE MONENT,

NAMQVE PLACENTINIS, VICEDOMINVS ORTVS AB ORIS,
FRANCISCI SUBOLES HIC CELEBRANDA JACET,

FERRE VICES DOMINI HVIC DEDIT SORS, IMPROBA VERVM,
VNA PETRI SOLIVM, LVX, FERETRVMQVE dedit.

Noti il lettore il giuoco di parole fra Vice domino e vicario di Dio, che l'autore di questi versi pose nel fine dell' epitaffio. Se ai tempi del Theuli (1623) non vi era nessun epitaffio, e quando scrisse il Papebroch (1686 circa, credo) vi era l' altra iscrizione, sopra riferita, quello che ora si legge, come può ritenersi per attendibile, quando non rimonta che a solo un secolo fa? Più che epitaffi le due iscrizioni surriferite mi sembrano potersi qualificare per epigrammi. Mi auguro con quest' ampia trattazione, che sul Cardinale Vicedomini faccio in questo e nel seguente capitolo, di avere una volta per sempre esaurito l'incidente, provando evidentemente che Vicedomino non potè essere eletto Pontefice.

Mi grideranno addosso la croce i Piacentini ed i frati minori. Rispondo a quelli notando che il Campi non sempre fu esatto nella sua storia. Agli altri cito il loro Vadding ed il loro Pagi. Cerchino pure nella biblioteca e nell' Archivio Vaticano ed altrove in tanti Codici, in tanti Cataloghi dei Sommi Pontefici, in tante cronache contemporanee al Vicedomini e non troveranno neppure una linea che confermi quanto solo fu asserito, in un manoscritto, esistente già in Piacenza, ma ora credo perduto. Se prima del 1628, epoca della scoperta del manoscritto suddetto, nessuno numerò il Vicedomini fra i papi perchè computarlo in tale serie quattro secoli dopo?

Il Mausoleo del Vicedomini è in pietra detta di peperino ed assai rozzamente scolpito.

Il Cardinale è raffigurato giacente con i paludamenti pontificali. Ha in capo l'infula ed ai piedi le scarpe crucisegnate, poggiate sopra un cuscino. Le mani sono conserte sul petto. L'epitaffio è inciso sulla pietra, la quale mostra chiaramente di recente essere ivi stata apposta. Se entro il sarcofago siavi racchiusa la cassa contenente le ceneri del Cardinale è tuttora

un' incognita che facilmente si potrebbe risolvere, procedendo, nelle debite forme, secondo le norme dei sacri canoni, alla reperizione di queste ceneri tanto famose. Si ritiene però che il Cardinale fosse sepolto in luogo diverso e tuttora incerto, forse nella crociera di detta chiesa. Nel rifare il pavimento probabilmente l'epitaffio gotico può essere andato perduto, in tempi nei quali poco si curavano le antiche memorie.

Se quivi si riunissero i resti mortali dei Cardinali sepolti in S. M. di Gradi ed in S. M. della Verità, ora chiuse al culto, questa chiesa di S. Francesco potrebbe considerarsi, come la cattedrale, quale una necropoli dei dignitari ecclesiastici ch' ebbero sepoltura nella città nostra. Adriano V, Clemente IV, Marco da Viterbo, Vicedomino Vicedomini, Landriani, Maidalchini, Albo, Raniero Capocci, Stefano Vancha, Roberto Kiluarbio, Arnaldo, Bernard de Mont Maior ed i Vico, potrebbero in questo tempio ricordare al visitatore i bei tempi della città di Viterbo, quando entro le cerchia delle sue mura turrite ospitava la Curia Romana.

Ma tralasciando di insistere sopra l' incertezza che regna in tutta la biografia del Vicedomini, descritta da varii scrittori, e perfino sopra il suo stemma, poi riferirò altri giudizii relativamente al medesimo, di varii autori da me pazientemente raccolti allo scopo di illustrar la vita di questo Cardinale, il quale diè luogo a tante contese e dicerie.

Dapprima qui riferirò il caso consimile, a questo presunto del Vicedomino, avvenuto nell' anno 752 in Papa Stefano II, morto alcuni giorni dopo la sua elezione.

Scrive il Papebroch (in Conatu loc. cit. part. I, pag. 121) Stephanus, presbiter, anno DCCLII, die VI Martii, electus a ⚫ cuncto populo, et in Patriarchium Lateranense immissus, feria << II post dominicam II XLgesimae ibi biduo mansit, tertio autem << postquam e suo surgeret somno. et sedens familiares causas disponeret, subito dum sederet, alienatus obmutuit, et sequenti • die defunctus est, feria VI, id est X Martii. Hactenus Anastasius Stephanum hunc, utpote non ordinatus, inter Pontifices « non numerans, sicut nec alius, quisquam ante Baronium. • Primus hic ceteros ejusdem nominis, uno deinceps gradu submovit, et quem alii omues appellant secundum, ipse facit ⚫ tertium, et sic consequenter. Moris quidem erat electum, statim « a sua electione induci in possessionem Patriarchii, prout ex << Vitis Stephani III et Benedicti III, ab Anastasio descriptis liquet; sed quod is non prius esset, aut vocaretur pontifex quam ordinaretur liquet ex electione Archipresbiteri Petri, post mortem Ioannis V, quis nunquam fuit ordinatus, quae sine dubio legitima

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« fuit, quippe a clero precipue procedens, neque per militarem tumultum irritabilis. Nusquam tamen ille inter Pontifices nume«ratur quia scilicet nunquam processum est ad ejus ordinationem, similiter nec ad Stephani Presbyteri ordinationem pro<< cessum esse ex Anastasio, intelligitur. Non debet igitur nume<< rum Pontificum augeri. » — Qui mi si permetta di ricordare che fino al 1628 nessuno ideò di aumentare la cronotassi dei Papi con il favoloso Gregorio XI, papa di un giorno, al quale si addice quanto sopra fu riferito circa Stefano III dal Papebroch.

Scrive Spondano (in Annal, ad ann. 1276) intorno al Vicedomino, presunto Gregorio XI. « Quod tamen rei tante nemo alius uspiam vel minimum meminerit, nec quo nomine, aut tempore, hic papa fuerit praedicti Annales (Placentini) tradant sinamus eum adhuc lateri, quo usque revelaverit dies Domini, nec sine necessitate numerus pontificum multiplicemus. » E con queste parole chiudo altresì pur io questo capitolo. Dagli argomenti sopra riferiti e dai seguenti risulta chiaramente che Vicedomino non fu giammai eletto pontefice, e non potea esserlo, per le ragioni ivi specificate. A chi tali argomenti non sembrassero convincenti, non saprei, per ora, come altrimenti recarne dei, nuovi e più persuasivi. -Tentai intanto di chiarire un punto oscuro della storia ecclesiastica. Se non riuscii a conseguir tale intento, si sappia almeno apprezzare la buona intenzione, che ebbi ne trattare in questo capitolo e nel seguente tale questio. ne, onde far risaltare la verità storica illustrando questa tomba famosa, ed il Cardinale entro quella sepolto.

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