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si ciò che Sulpizio aveva scritto in prosa. Gregorio di Tours ha scritto i libri (1) de'miracoli di s. Martino accaduti dopo la sua morte. Basta dunque esaminare Sulpizio Severo per vedere se restò alcuno ucciso, mentre s. Martino si occupava nel distruggere gli avanzi dell'idolatria. Sicuramente quello scrittore non ha difficoltà di narrarci cose soprannaturali. Se dunque esso avesse creduto che gli angeli, combattendo a favor di Martino, sconfitto avessero insieme i demonii e gli idolatri, e mandato sotterra gli uni e gli altri, non avrebbe lasciato di farcelo sapere, specialmente se di ciò si fosse fatto solenne processo. Ora nulla di ciò egli ne dice. Narra, è vero, qualche miracolo occorso mentre il santo distruggeva i monumenti della superstizione, ma destinato a salvar la vita di Martino delle armi degli idolatri, non già a toglier la vita a questi per mano degli angeli. Racconta, è vero, che due (2) angeli apparvero armati a s. Martino, per animarlo alla distruzione d'un tempio, ove già aveva provato da' paesani gentili valida resistenza, ma l'ajuto degli angeli non fe' che render coloro tranquilli, timidi e come storditi, talchè anche essi vedendo in quest' opera la mano di Dio, si resero quasi tutti Cristiani, e gli Angeli non ebbero bisogno di spargere una goccia di sangue.

Aggiungo solo un passo tratto dall'ultimo capo del T. I. Scrive l'A. che il partito de'nobili e de' vescovi fe' assassinare Childerico II. re della Neustria e attribuisce il primo pensiero di questa bella impresa a s. Léger (Leodegarius). Mentre era confinato in un monastero, il santo vescovo d'Autun, sono parole dell'A., non abbandonava la cura del suo partito: egli ordi una cospirazione, di cui suo fratello Gaerin fu il capo principale, Childerico fu preso (673), mentre era alla caccia, e massacrato con la moglie e un figliuoletto. Tutt'altro trovo negli scrittori di quel tempo. Il contínuatore di Fredegario scrive che quel re, essendo divenuto

(1) De virtut. s. Mart. Ep. L. IV.
(2) Vita B. Mart. C. XIV, al. XI.

per la sua condotta molto odioso ai Franchi, e un d'essi detto Bodilone essendo stato da lui maltrattato contro le leggi (1), eccitarono sedizione contro esso re un Ingolberto un Analberto o altri principali tra i Franchi (2), e Bodilone con altri molti uccise esso e la regina gravida. Lo scrit tore del libro Gesta Regum Francorum (3) narra lo stesso e quasi colle stesse parole, nè nomina in questo fatto Lendegario o il fratello. Solo li nomina, allorchè narrata la ele zione fatta dai Franchi di Leudesio in Maire di palazzo, dice che i due fratelli intervennero, e consentirono e poscia accennano i due cronisti la crudel morte data da Embroino a san Leodegario vescovo. L'anonimo contemporaneo scrittore della prima vita di s. Leodegario scrive che, dispiacendo la vita di Childerico a tutti gli ottimati palatini, uno di essi lo uccise (C. 2). Il nostro A. indica i crudeli supplizi che Ebroino fe' soffrire all'odiato vescovo, e aggiunge: Privato degli occhi e mutilato in tutte le membra, s. Léger era già venerato da'popoli come un martire. Segue narrando come Ebroino, volendolo finalmente far degradare ed uccidere, tentò di fargli confessare alla presenza de'vescovi, ch'esso era complice della morte di Childerico: il beato Léger non volle nè macchiare il fine della sua vi ta con uno spergiuro, negando la sua partecipazione al regicidio, nè attirarsi nuovi guai confessandolo: non altro dunque rispose a tutte le interrogazioni se non che Iddio solo, e non gli uomini, potevan leggere nel segreto del suo cuore. Queste parole furono riguardate come una confessio ne. Fu degradato e poi decapitato. La commemorazione del martirio del santo regicida si celebra il 2 di ottobre. Se condo l'anonimo biografo del santo regicida, esso rispose al contrario, che non negava di aver anch' esso, come uomo,

(1) Ad stipitem tensum caedere contra legem praecepit. S. Greg. Turon. Op. Ed. Ruinart. p. 666.

(2) Ingolbertus videlicet et Amalbertus vel reliqui majores na tu Francorum.

(3) Presso il Du Chesne: Hist. Franc. Script. T. I, p.

717.

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delle colpe, ma però di tal delitto affermava sè non essere stato affatto consapevole (1): le parole che aggiunse: Iddio saper ciò meglio che gli uomini, sono manifestamente, non un' implicita confessione della colpa, ma sibbene un chiamar Dio a testimonio della sua innocenza. Nè conosco scrittore, che contradica a questo biografo o racconti il fatto al modo del nostro A. Ecco come si scrive la storia! E pure quanti presteranno fede a chi così la scrive!

Bastino queste poche osservazioni a mostrare quanto falsa via prenderebbe chi nell'opere istoriche del sig. Sismou di volesse istruirsi di ciò che riguarda martiri, persecuzioni religiose, santi, e in generale uomini e cose di Chiesa. Esaminare tutti i passi meritevoli di censura, che posson trovarsi nella Storia della Caduta dell'Impero Romano, sarebbe cosa faticosa e increscevole. Più bello sarebbe, se persone capaci, amanti del vero e fornite d'uno zelo illuminato e prudente per la causa della religione, ad impedire i funesti effetti che recar possono simili storie, ne opponessero delle altre sull'argomento medesimo, ma più fedeli e scritte con migliore spirito. Tali opere potrebbono non solo rimediare in parte al male che quelle producono, ma generare una vera ed assoluta utilità, facendo vedere i frutti felici che la vera religione ha recato in tutti i tempi; e come, a pari circostanze, tanto più l'uomo è malvagio, quanto più s'allontana da essa, o quanto meno, se la professa ne concepisce lo spirito e ne osserva i precetti. Il Cattolico illuminato, che studia la storia accostandosi a fonti pure e sincere, s'affeziona sempre più alla sua religione, e sempre più ne conosce la necessità. Si desta probabilmente dal giocondo sogno dell' età dell'oro, del buon tempo antico; ma se vede in tutti i tempi assai uomini malvagi o infelici, vede pure in tutti i tempi delle virtù e delle consolazioni, e tanto più numerose quanto più è seguita e meglio compresa la religione. G. B. P.

(1) De hoc facinore nullatenus fuisse se conscium, sed Deum potius quam homines hoc scire, professus est. C. 3.

APPENDIGE

DECRETI E DISPOSIZIONI DELLA S. SEDE.

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DECRETUM

FERIA II DIE 27 AUGUSTI 1838.

Sacra Congregatio Eminentissimorum, ac Reverendissimo

rum S. Romanae Ecclesiae Cardinalium a Sanctissimo Domino Nostro GREGORIO PAPA XVI, Sanctaque Sede Apostolica Indici Librorum pravac Doctrinae, eorumdemque proscriptioni, expurgationi, ac permissioni in Universa Christiana Republica praepositorum, et Delegatorum, habita in Palatio Apostolico Quirinali, damnavit, et damnat, proscripsit, proscribitque, vel alias damnata, atque proscripta in Indicem Librorum prohibitorum referri mandavit, et mandat Opera, quae sequuntur:

La chute d'un Ange, épisode par Alphonse de Lamartine. Decr. 27
Augusti 1838.

Vie de Grégoire VII. 1073-1085. Par M. A. De Vidaillan. Decr. eod.
Del rinnovamento della Filosofia antica italiana del Conte T. Ma-
miani della Rovere. Decr. eod.

-.

3

Nuove Poesie del Conte Mamiani della Rovere. Decret. eod.
Des Leben Jesu, kritisch bearbeitet von D. David Friedrich Strauss.
- Latine vero
Vita Jesu Christi critice tractata. Decr. eod.
Darstellung des ältesten Christenthums aus den Schriften der ältesten
Kirchenväter. Latine Expositio antiquissimi Christianismi
ex Operibus Veterum Patrum Ecclesiae, Decr. eod.
Prüfung der Unterrichts-Methode der praktischen, Religion.....
Latine vero Examen Methodi Instructionis Religionis pra
eticae, consideratae sub respectu aptitudinis: pro amicis reli-
gionis, ac in Religione Magistris per Dr. J. B. Graser R. Bav.
Gubernii et Scholae sectionis Consiliarium. Decr. eod.
Divinität oder das Princip der einzig Wahren Menschenerziehung...
Latine vero - Divinitas, sive principium unice verae Insti

tutionis hominum cum speciali applicatione ad novam ex eo procedentem methodum Elementaris Instructionis a J. B. Graser, Auctore examinis catholicae practicae Instructionis Religiosae etc. Decr. eod.

Das Verhältniss der Graser' schen Unterrichts-Methode. . . - idest Relatio Graseriae methodi Instructionis ad positivam Instructionem de Religione tamquam Appendix ad Divinität etc. Decr. eod.

Das Verhältniss des Elementarunterrichts zur Politik... - idest Relatio Instructionis elementaris ad Politicam hujus temporis. Critica anterioris Instructionis atque expositio unicae Salutaris methodi Instructionis. Viris politicis pro merito dijudicanda, Viris vero Scholis addictis ad sinceram practicam conside rationem proposita a Dr. J. B. Graser Decr. eod. Die Erhebung des geistlichen Standes zur Würde. . . idest - Exaltatio status ecclesiastici ad honorem (sive dignitatem ) et acti~ vitatem tamquam principalis conditio publicae tranquillitatis et bonorum morum inter nationes, ab Auctore Divinität etc. Dr. J. B. Graser Decr. eod. Lehrburch der christkatholischen Glaubens. Liber pro instructione Christiano-Catholicae doctrinae Fidei, et morum in interrogationibus, et responsionibus pro Episcopatu Varmiensi, Auctore J. H. Archterfeldt Professore Theologiae in Licaeo Hosiano. Decr. S. Off. die 28 Novembris 1858. Itaque nemo cujuscumque gradus, et conditionis praedicta Opera damnata, atque proscripta, quocumque loco, et quocumque idiomate, aut in posterum edere, aut edita legere, vel retinere audeat, sed Locorum Ordinariis, aut haereticae pravitatis Inquisitoribus ea tradere teneatur, poenis in Indice Librorum vetitorum indictis.

Latine vero

sub

Quibus Sanctissimo Domino Nostro GREGORIO PAPAE XVI, per me infrascriptum Secretarium relatis, Sanctitas sua Decretum probavit, et promulgari praecepit. In quorum fidem etc. Datum Romae die 7 Januarii 1839.

Loco Sigilli

J. CARD. JUSTINIANUS Praefectus.

Fr. Thomas Antoninus Degola Ord. Praed. Sac. Congr.
Indicis Secretarius.

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