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però sempre a fortificare e dar qualche stretta ai Francesi per mare e per terra), concluse la più onorevole pace che mai facessse alcuno dei suoi predecessori'. Perchè, da due cose in poi, non poteva dimandare tanto che non gli fusse concesso: e in quelle due nelle quali si erano fermati Francesi, cioè nel riaver Bologna, e nel includer Scozia nella pace, con una bella invenzione trovò tal sesto, che a punto in quelle venne a ottenere più che nel rimanente. Il che fu, che essendosi abboccati ambi gli ammiragli, e notandosi della rifazione delle spese per la guerra fatta, gl'Inglesi, contentandosi ch'ella si facesse sotto quel nome che si volesse, dimandò gran somma di danari: la qual, perche non paresse impossibile a pagarsi, addolci con una commodità di un lungo termine; il che tornava più a suo favore e sicurezza, che a' Francesi, li quali per il desiderio di risolvere, si contentorno pigliare otto anni di tempo, e pagare tutti in un tratto cencinquanta mila scudi di pensione scorsi, e seicento mila per le fortificazioni fatte per Inglesi in Bologna, e li intorno; e per le pensioni di questi otto anni che correranno, che saranno poco manco d'un altro milione di scudi, lasciar fra tanto a loro Bologna, e quella parte del contado che è oltra certo fiumetto, ch'è la maggior parte di esso. E sebbene il re cristianissimo, accortosi poi che questa lunghezza di tempo era un veneno alle cose sue, volle ridurre il tempo a tre anni, nondimeno Inglesi non volsero moversi; e dopo accordato una fiata questo articolo, fu forza mantenerlo. E con questo mezzo quell'ammiraglio, o vero il re suo, venne a fare che la inclusion de' Scozzesi nella

La pace di Guines.

pace non gl'importasse nulla; perchè prima che finiscano li otto anni, e che Bologna si restituisca, la cosa del matrimonio con la erede di Scozia sarà ultimata '; alla quale, per aver Bologna in mano, spera avere il re cristianissimo favorevole, o vero almeno non contrario. E quanto al render Bologna, mò, questi otto anni lo giovano estremamente. Perchè, non facendosi il deposito delli danari appresso d'altri che del re cristianissimo, e essendo tanta grossa somma d'oro, si può credere che mai si debba del tutto finire, potendo accadere mille occasioni di spese, necessarie a chi spende volentieri. E se pur tutti questi dui milioni si troveranno in essere allora, e che lui abbia ottenuta la figliuola di Scozia, spera che il re cristianissimo non debba ancora comprare mai così cara una terretta, come Bologna. E se pur anche la vorrà ricuperare, non so chi averà causa di dolersi più, o Inglesi alienando quel loghetto, guadagnando l'azion delle sue pensioni, e tant'oro ad un tratto; o Francesi evacuando le lor borse tanto come faranno riaquistando quel logo che già dieci anni avean perduto, e uel qual tempo saran vissuti così bene senz'esso come facevan prima quando lo possedevano. Però tornerò a dire che questo serenissimo d' Anglia ha negoziato le cose sue di pace e di guerra con un re molto più di lui potente, con la maggior riputazione, utilità e ingegno che mai facesse il re Edoardo III, nè il famoso re Artus, che furono dei suoi predecessori li più gloriosi e nominati.

E così finiti li travagli guerre e carestie e mortalità di Francia con questa pace ultima, avendone go

Ossia del matrimonio di Edoardo, figlio di Enrico VIII, colla fanciulla Maria Stuarda, erede di Scozia. Matrimonio pel quale l'Inghilterra avrebbe pacificamente conseguita la desiderata unione dei due regni.

duto io più che la parte mia, venuta la tranquillità e abbondanza, con buona grazia di vostra serenità, dopo trentaquattro mesi me ne sono tornato a ripatriare, lasciando ivi il clarissimo mio successore, della virtù e liberalità del quale la serenità vostra si può promettere quel servizio che ella potesse desiderare in ogn'altro par suo, anche a tempo di estrema importanza '.

Seguita parlando di due sue legazioni antecedenti ( l'una di dieci mesi in Baviera, l'altra di ventisette al re de' Romani) che gli costarono molto; e fa per chiederne indennità. Questo solo mi sembra dovere essere riportato:

« Signori se non lo avete inteso prima sappiatelo da me; che li nostri oratori sono a tutti li altri de' maggiori e minori principi, di peggior condizione in tutte le cose. Quelli del papa hanno per il più dieci scudi al dì; e quelli che non li hanno, essendo legati, conferendo beneficje dispense, e facendo simili officii guadagnano altro che ciance, loro, e tutta la sua famiglia. Poi han prima avuto episcopati; e nel ritorno loro sono riconosciuti di altro che di titoli, ma d'entrate di due e tre mila scudi all'anno, e tutto quello che hanno lo tengono dal papa. Quelli di Cesare, Francia, Inghilterra, Portogallo hanno similmente otto e dieci scudi al dì: guadagnano di cose particolari due e tre per cento. E di tal ragione l'oratore dell' imperatore in Francia ha guadagnato più di tre mila scudi. E dalli principi suoi hanno vescovati, abbazie, officii in vita di quattro fin dieci mila scudi di valuta. E noi altri ce ne stiamo con cinque ducati al dì, che solevano esser ducati, ora sono scudi, perchè non ho mai avuto scudi in Fraucia, che non mi siauo costati lire sette e soldi dodici l'uno: delli quali bisogna farsi le spese, tener tavola, remunerar servitori, oltra salarii, e far ogni altra spesa estraordinaria. Di modo, signori, che vi assicuro che è impossibile durarvi. Bastaria che le fatiche fosser senza guadagno, e che si tenessero tre mila scudi morti in argenti, vesti, cavalli simili, ma che non s'intaccasse altrimenti il capitale. E però nou è meraviglia se molti vogliono più presto viver privati a Venezia, che andare ambasciatori fuora. »

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AVVERTIMENTO

Circa il settembre del 1543 « l'ambasciator Ponte sorpreso « da grave infermità, essendo stato costretto di lasciar Cesare, e << ritornarsene a Venezia, in luogo di lui fu eletto Bernardo Na« vagero, quello che fu poi da Pio IV pontefice onorato del grado « di cardinale ». (Paruta L. XI.) Il Navagero seguitò l'imperatore nelle guerre di Fiandra e di Francia, ch' egli condusse personalmente, e intorno le quali, e la pace di Crepy che le concluse, reca schiarimenti importanti. Questa legazione fu, come la preccdente del Cavalli a Francesco I, di mesi trentaquattro, come l'ambasciatore avverte in principio ed in fine della Relazione.

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