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A forza sono amante Là 've vorria isdegnare Ma non può disamare

IV.

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Valor, nè senno vale contra Amore .
Lealemente amante e servidore

Sono stato a tuttora "

Mentre leanza non mi fue frodata.
È, sed in lamo, per forza d' Amore
Contra voler di core,

Poi la sua gioja in noja m' è tornata .
Ed io (lasso) ho cangiata

L'amorosa speranza

Per grave disleanza

Di quella

che furato avea il mio core .

Lo core mio sospira e dolor sente
Che là 'v' egli è spincente

Falso piacer ha messo in tante pene .
Non può partir, ma dolorosamente
Ciò membrandoli sente

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Peccato face Amor , se più lo tiene ;
Che l'amoroso bene "

Chello m' ha contra voglia,

Non diletto, ma doglia

Si può chiamar la gioi senza 'l dolzore. Gioja senza dolzore

Pres' aggio poi che disïando fui

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Senza mio fallo d' amanza cangiato.
Allora fatto fue d'uno cor dui;
E diviso infra nui

Di quanta benvoglienza era stato.
Non son disamorato >

Che 'n talento li chero

Che già non è leggiero,
Di tanta benvoglienza disamore".

ས.

MESS» D' un' amorosa voglia D'amare incominciai

Donna, quando isguardai

Lo vostro viso piacente ed adorno
D' un amorosa voglia

D' amare incominciai

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Donna vostro valore
"
Or m' è tornato in doglia
Sì ch' i non credo mai
Allegrar lo mio core
Poi son di vita fore
Donna, pensando bene
La vita, che sostiene

La vostra signoria ciascun giorno.
MAD. Non pensate, mio Sire

Che per pena, ch' io senta

Mostri core o talento

E'l mio cor n'è 'n desire

Molto si gli attalenta
Ed égli in piacimento
Donqua provedimento
Abbia tal nostro amare

Di volerlo celare

Che di voler senza voi non soggiorno.

VI.

A tal ferezza m' ha menato Amore Poi ch a signor mel diè disavventura,

Che m' ha tolta natura core e mente;
S' era potente, or m' ha renduto lasso.
Menir era il mio coraggio in libertate
Del proprio volere

Donavami gran gio' l' amor tradito
l'amor
Poichè mi tenne ed ebbe in potestate
La gio' tornò in dolere

.

E lo gran bene adesso fue ismarrito Rivolsemi il partito a falso ingegno Montolla sdegno e trovommi cagione Senza ragione mi tolse ogne mio bene; Tutta la spene fe' tornare incasso .

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Or mi rendesse il core in primo stato
Poichè 'l suo cor mi nega
Forse che trovaria da altrui consiglio
Poi che mi tien lo corpo tormentato,
Che non ha chi lo rega,

Nè senza 'l core a leger non simiglio.
Anzi assimiglio veramente al morto,
Che 'n pace porto tutta mia gravezza,
D' ogni allegrezza son diviso e tolto
E son rivolto per ruina in basso.

Ancor mi tornaria mercè chiamare
Con tutta umilitate

Se pietanza in lei trovasse alcuna
Che 'n ver di me dovesse umiliare
Sua gran crudelitate;

E la mia inchiesta non sería importuna .
Vist' ho fortuna in mar fera e ropente
Cessar presente e tornare in bonaccia
E fredda ghiaccia per calor disfare .
Domar fera selvaggia a passo a passo ·

FRANCESCO ISMERA

SONETTO.

Mette to Sol nell' acqua, e tranne il foco,

lo

O del fuoco con l'acqua il sol si sciovra
Adoperavi il vetro assai, o poco,

O esca fuor, che 'l prende, o mette in ovra.
E se nasce di tutti insieme loco

Or qual virtù di lor va alli altri sovra;
Vostro parer cernite d' este gioco,

Cernitel me' vostro saver io scovra .

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Chi non ritratta mia intenzione
Veggendo l'acqua rinchiusa nel vetro,
El sol ferir dall' altra parte,
e l'esca.
E po' diventar lor mutazione
Che noi veggiam per certo, ch' al di dietro
Fuoco' appar da qualche parte egli esca.

CANZONE.

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Per
gran soverchio di dolor mi muovo,
Io dico a dir, che di viver son lasso →
Poi che io tristo son condotto a passo,
Che sovra me ciascun tormento ponda.
Così fuor d allegrezza mi ritrovo
Che son d'ogni sovran diletto casso;
E porto dentro formato nel casso
Amaro pianto,
che agli occhi m' abbonda .
E chi dicesse ciò donde ti surge?
Rispondo dalla partenza gravosa,
Ch' io feci dalla mia Donna amorosa,
Onde ogni ben da me si causa e fugge.
Udite ben crudel tempesta e doppia :

Vol. II.

T t

Gran maraviglia, che 'l cor non mi scoppia,
Trovando me d' ogni conforto mondo
E poi d'ogni pericol messo in fondo
Cotal destin pensar tutto mi strugge.
Ah misero! partenza fei 'n un punto
Dalla mia Donna e da me ogni bene .
E tuttor che di ciò mi risovviene

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Affanno e angoscia mi cresce e sormonta
Con ira e con travaglio son congiunto,
E quanto ch io disio contro mi viene .
Così fortè sventura mi sostiene,

Che a suo poder nel mio peggio mi ponta
Ahimè ch' io mi nutrico pur di guai,
E sospirando lasso dico tristo

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Che tutti i mali rammasso ed acquisto,
E fuor di pene non esco giammai
Pensando, che 'l partir fu for mia voglia.
Così compreso m' ha tutto di doglia
Che stimol credo sia a chi mi vede :
Si forte pestilenzia mi possiede,
Chente ho vita veder potete omai

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Or che mia vita sì è in tanto errore,
Ch' io me medesmo consumo ed offendo
E trovo vano ciò a ch' io m' apprendo :
E ciascuna virtù a volermi stanca .
Così disposto sono in tal tenore
Che di nuocer mi vuol non mi difendo
Ma chi m' aggrava più men mi contendo ;
Così forza e saver tutto mi manca,
E tante pene con pesanza tempro,
Che di ciascun contraro ho preso forma
Cotal sentenza Dio concedut or m' ha
Credo , per dar di me al mondo esempro
Perchè chi vede di me tanto stento

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