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Blasmai nel passo, ch' a tal porto venni .
Però ch' io veggio ben mosse me torto
Che alcun lesser perder non è voglia.
Onde ragion lo spoglia

Di negligenza in difender la cosa
Che era di suo onor, e vita sposa
Una gran colpa difender non osa
La parte non finita,

Che non si tolse vita 9

Ma forse alquanto la scusa 'l volere
Di salvazion per l'altra poi vedere :
Che chi vedesse la pena e 'l dolere
D' esta sua vita fera,

Per buon consiglio

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, pera

Diria ciascuno ed io ben lo vorria
Per alleggiar la maggior sorte mia
Ma se nocendo "

E dispiacendo

Il ben comun ci ha tolto

Null' ho speranza

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In amistanza del suo magro volto .
Questo lamento è di cotal natura
Che non si può intender dalla gente,
Che non ha sottil mente

Nè an' da quella, ch' ave lo intelletto;
Se non avesse ben ferito il petto

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E questa non può già ben veder pura
Conclusion d' esto mio dir; se crede
Leggendo quel, che vede

Poter trovar da dolor infinito
Di certo fin alcun sermon fornito.
Però girai parlar così vestito

Tra lor, che tu ben sai
Che non t' inteser mai;

Ma tra color ti fendi, ed avri, e straccia;
Ch' al tuo venir apparecchian le braccia ;
E per gli amici il tuo camin avaccia .
che spesso

Che se quel son

Parlato m' hanno adesso

Tu gli vedrai chinar le ciglie a' piedi
E tu con questi fa soggiorno e siedi :
Che per onore

Di tal signore,

E della somma parte

Dece,

che pianto,

Almen alquanto, ne sia in ogni parte .

II.

Madonna, allegro son per
allegro son per voi piagere :
Che viene a compimento il gran desio
Che sempre avete di mia morte avuto :
Ora s' adempie ogni vostro volere,
Ed io men vo doloroso; com' io

Poi vi fui servo m' ho tuttor veduto
E son per queste tre cagion perduto :
Altezza non degnar a gente

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stare

Da parte della vostra signoria,

E dalla parte mia

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Temenza disventura e basso affare;
Fervente fede, e lungo desiare

Che soglion dare a molti amanti gioja,
Son pur per me tormento e pena e noja:
Nè piango io perch' io muoja

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Che men dolor mi fa morte bramare

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Non è 'l mio pianto, se non per la doglia, Ch' abbonda sì dentro dall' alma fera Che per l'estremità convien, che sparga :

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E move da pietà, quando mi spoglia
Lo gran soverchio di speranza intiera ;
Che tutte mie vertù spezzate larga;
Ne men per questo nel venire allarga
Lo rivo delle lagrime crescendo

Che fuor la faccia, come dentro fende .
Da ciò chi vuole imprende,

Com' io vo dentro a gran tristezza ardendo;
E questo è peggio, che per me languendo
Del disperato ed aspero mio danno

Tutti miei amici a trista testa vanno ;
Che ben veggiono e sanno,

Ch' io a giornata vo vita perdendo.
Stima ciascun oggimai sì per corso:
Che chi mi dice; Piglia penitenza .
Chi; Dio ajuti e chi; Vedi peccato
E nullo è che mi possa dar soccorso
Nè vo' che sia in alcun la potenza;
Sol del passar io mi chiamo pagato ;
Però chi vuol veder lo sventurato
Non tardi punto, affretti il suo venire;
Ch' io son già presso a quel punto finale
Es' io ho cosa tale "

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Che piaccia, prenda, ch' io la vo' largire, Ma prego chi ci vien

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che sia 'l suo dire

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Non a corforto di me nè a bene
Ma solo acciò che n' accresca le pene
Che chi in vita mi tiene

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Vie più m' offende, ch' allegro ho il morire
Chi ha nemici e vuol lor morte dare
Menimi a lor, che 'l doloroso aspetto,
Ch' io porto in vista gli farà finire ;
Chi vuol la morte in figura trovare
Metta la man nello squartato petto

Vol. II.

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D' esto dolente ch' ella fa perire ;
Troveralla con arme da fedire

Percuoter forte il misero mio cuore,

E lui che grida Questo m' è in piagere :
Sol che fermi il volere

Di tormi tosto e farmi quest' onore .
Io son già tanto innanzi, che 'l Signore,
Che mi fa servo, dice; Va con Dio,
Che più non posso per te valer io

Che ogni vigor mio

M' ha per andato

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veduto il colore.

Voi vedrete la fine mia sì fatta,
Che si movranno i duri quori a piant●
E li pietosi a paura di morte;

E poi che fia dal corpo l' alma tratta
Le noje, che vi mostran gravar tanto
Saran, Madonna
Madonna, finite per sorte.
Parole assai, che m' eron da voi porte,
Trovar cantar e sollazzo menare

Son tutte omai alla sua fin venute

E le fatte perdute

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E sommi dato a non mai più parlare.
Lo spirito vital vo' presentare

A quei, che me 'l prestò superno Sire,
Alla cui corte ho speranza di gire:
E d'ogni mio fallire

N'ho penitenza a suo piager portare.
Canzon *

e non per ch' io mi pento; e a ciascun perdono

In questo punto, ched' io morto sono.
Ma si ti chero un dono •

D andarti a quella, per cui sono spento

GIOVANNI DALL' ORTO.

SONETTI.

I.

Chi sua voglienza ben avesse intera

Di prender vera contr' Amor difenza
Quando sua 'ntenza in far mette che 'l
pera
Donandoi fera sua vita in doglienza,
E in ciò potenza desseli maniera,
Oi come altera aria da Dio licenza
Che cordoglienza, ni pena gravera,
Non mai portera, a mia dico parvenza.
Che 'l pena dammi ognor oltragravosa,
Ni disio , posa, o alcun potimento
Per partimento da ciò far, che fammi

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E certo stammi a ragion ben che cosa Ch' uom ha vogliosa, e sa gli è struggimento, Giudicamento dritt è che n' affiammi; Però consiglio di sentiment' ave, Ancor sia grave, che da lui si guardi Che tardi isferra, cui ben fier d'artiglio.

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II.

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L'uccel Fenis quando viene al morire
Dice la gente, che fa dolce canto ;
Ed è gran meraviglia, allo ver dire
Della cosa cantare onde vien pianto.
A me medesmo veggio addovenire
Che sono innamorato 9
e moro e canto,
E della morte non posso guarire
Senza Madonna, per forza di Santo.

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