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perio: per il che sua maestà cesarea mise in bando imperiale questo duca Alberto '. L'altra causa è il ducato di Moscovia; il quale essendo vacato gli anni passati per la morte di quel duca senza eredi, e dovendosi per diritto dell' Imperio all'imperatore, il re di Polonia, per essere quella provincia contigua al suo regno, ne entrò in possesso e se la gode.

Queste cose sono causa che l'imperatore abbia mal animo contra il re di Polonia; ma la lontananza di quel regno dalli stati di sua maestà cesarea, e gli aiuti che in ogni caso potria avere il re, specialmente dal Turco, e la speranza ch'essa ha che, quando che sia, possa la cristianità servirsi all'incontro di quelle forze contra gl'infedeli, fa che non abbia fatta ancora deliberazione alcuna; oltra che il re di Polonia ha grandissimi parentadi in Germania, per avere maritato cinque sorelle nei primi principi di Germania, e una figliuola al marchese di Brandemburg elettore.

Il re di Polonia è gran re di paesi, perchè ha la Polonia e Russia, la Moscovia, e si può servire della Prussia. Ma questi suoi paesi, così come hanno grandissime campagne, così hanno poche città; e fuor che Cracovia in Polonia, e Vilna in Lituania, non ha città che fra noi non fusse giudicata, a giudicio di ognuno, mediocre castello. Ha però questo re molti vassalli, e vogliono Polacchi che sua maestà faccia cento cinquanta mila cavalli. Ma chi ha praticato quel regno dice che ne può fare intorno a settanta mila solamente; dei quali, venti mila sono assai buoni, il resto piccoli, e gli uomini mal armati: quali tutti sono obbligati a difendere il regno.

■ Vedi la nota a pag. 124.

Ha il re intorno a scudi dugento cinquanta mila di entrata; di più le miniere del piombo e del sale, che sono tutte di sua maestà, e di più dieci mila della trementina, e del mele e cera che fanno le api in sugli alberi. Ha guerra il più delle volte o con Tartari o con Vallacchi, o con Moscovi. È in età decrepita, nè può più operare cosa alcuna; ma la regina Bona, che è di casa Sforza e duchessa di Bari, e tiene che il ducato di Milano si aspetti a lei, è donna di grandissimo intelletto, e governa ogni cosa. Il figliuolo ha il nonie del padre, Gismondo; è di anni trenta, senza figliuoli, e per ancora non maritato dapoi la morte della moglie che ebbe, e non è uomo di molta speranza. Insomma fra il re di Polonia e il serenissimo re Ferdinando non è se non odio; ma se la passano in cerimonie e belle parole.

Segue per confini il signor Turco da levante, per l' Ungaria, e per tutte le provincie verso mezzo giorno, dell'animo del quale verso il re, e di quello del re verso lui non mi occorre ragionare, perchè si sa che sono naturalmente inimici, e che finalmente bisogna o che l'imperatore lasci stare tutte le altre cose ed attenda all'impresa d'Ungaria (la quale, per universal giudicio, sarà riuscibile se sua maestà avrà l'aiuto di Germania), o che il signor Turco, ogni di avvanzando qualche cosa, finalmente si metta nell' Austria e nella Moravia, e riduca il re particolarmente, e generalmente tutta la Germania a mal partito. Ma si vede nondimeno che l'imperatore abbonda molto più a trovar modo di non farquella impresa che a farla, avendo mandato ambasciatore suo al Turco forse non con tutta quella riputazione che si richiederia in un imperatore de' cristiani così potente: ed ultimamente ha fermato la tregua per cinque anni, e vuole os

servarla, e ha grandissimo piacere che il Turco voglia fare il medesimo; onde io non so quel che si possa sperare in questa materia.

Resta solo che io ragioni dell' animo di sua maestà verso questo illustrissimo dominio, e come quello che è annumerato fra li principi, e come confinante di sua maestà: la quale desidererei poter dire che fusse intrinseca amica e benevola di vostra serenità. Ma non potrei farlo con verità, secondo che io credo, perchè se bene mentre che io sono stato in quella corte, io abbia avuto tutti quei favori e dimostrazioni di amore, da sua maestà in particolare e da tutti in universale, che si potesse mai desiderare, e che quei di corte m'abbiano sempre molto onorato ed accarezzato, questo procede non solo perchè l'uomo di corte e i principi non giudicano essere obbligati mostrare di fuori quello che hanno di dentro, ma anco perchè non gli ho dato causa di fare altrimenti, anzi ho provato di guadagnarmi sempre l'animo di sua maestà, e di tutti quelli di corte con servitù e cortesia. Ma in vero giudico che sua maestà, con tutti quelli di corte, non abbia punto buon animo verso questo illustrissimo dominio, e che da lei si possa più presto in una occasione aspettare discordia e guerra, che concordia e pace: e questo credo che proceda da due cause generali e da due particolari. Le due generali credo che siano,. l'una che i principi naturalmente odiano le repubbliche per molte ragioni che sono superflue a dirsi; l'altra è l'essere confinante, onde nascono delle inconfidenze, come è consueto, le quali trovando l'animo del principe inclinato per natura a portare odio alle repubbliche, l'accrescono ogni volta maggiormente: nè a queste due parmi che si possa rimediare. Le due particolari credo che siano,

l'una de' ministri di sua maestà, i quali sono tedeschi o spagnuoli; e l' una e l'altra di queste nazioni odia la nazione italiana, e fra questa la serenità vostra maggiormente; e sempre che possono non mancano di ragionare e fare officj contrarj alla pace, il che ho conosciuto espressamente più di una volta. Ma vi è un'altra sorta di servitori e cortigiani del re, quali sono mezzo tedeschi e mezzo italiani, i quali sono peggiori degli altri; e ciò forse o perchè il principe non li abbia in sospetto per essere italiani e confinanti, o perchè rispetto ai confini nasca qualche volta la causa di questo odio. Questi sono i Madrucci, i conti di Lodrone, i conti d' Arco, e similmente i Della Torre del Friuli, ed altri. Li Madrucci sono il signor Gaudenzio con due figliuoli, il cardinal di Trento e il signor Niccolò colonello dell'imperatore, che hanno i beni patrimoniali nel contado di Tirolo. Questi, come ho detto, hanno malissimo animo contro vostra serenità, e il cardinale fra gli altri l'ha dimostrato, quando venne a Roma per conchiudere la guerra col papa contro luterani. E un giorno quando eravamo col campo sotto Vittemberg, e che fu concluso l'accordo col duca, e che la terra si rese, il signor Niccolò disse, ragionando con un italiano amico mio che me lo riferì: Dio volesse che così fusse in mano dell'imperatore lo stato dei Veneziani: il che dimostra assai chiaramente il mal animo che hanno verso questo illustrissimo dominio. I Lodroni pure sono molti, e la maggior parte servono attualmente sua maestà; perocchè il conte Battista con tutti li suoi quattro nipoti la servono come soldati, il conte Gismondo è cavallerizzo del principe Massimiliail conte Luigi di Ferdinando. Le terre di questi confinano con vostra serenità nelle parti massime del Bre

no,

sciano e verso il lago. Solevano già un tempo essere amicissimi e servitori di questo illustrissimo dominio; e ií primo che si mostrasse affezionato fu il conte Paris da Lodrone, il quale, nelle guerre che ebbe questa eccellentissima republica con gli ultimi Visconti duchi di Milano e poi con lo Sforza, soccorse più volte, e fece genti in favore di vostra serenità, combattè con l'inimico e lo ruppe, ma poi fu rotto: e allora venne a Venezia e fu onoratamente ricevuto, e gli fu assegnato mille e cinquecento ducati all' anno di provvisione a lui ed alli suoi eredi, quali hanno sempre goduto dopo la sua morte fino al 1509, quando il conte Antonio di Lodrone, che fu fratello del conte Battista presente, si mostrò parzialissimo all' imperatore Massimiliano, e fece molto contro vostra serenità, e lo seguitorno molti altri de' suoi. Allora gli fu levata la provvisione, e sono da poi restati al servizio della casa d'Austria, e con quell'animo che può pensare vostra serenità. Però se bene alcuni non meritino riguardo per le operazioni loro, alcuni però dimostrano, e massimamente il conte Luigi, di amare vostra serenità. Questi ha per moglie una figliuola del magnifico messer Matteo Avogadro, e un giorno, ragionando della provvisione, si lamentò meco dicendo che a lui e a suo fratello toccava la quarta parte, e ch'essi non operorno mai alcuna cosa contro la serenità vostra. Di quelli d'Arco vi è il conte Felix che fu in Carignano col signor Pirro Colonna, e non stà in corte; ma vi stanno il conte Scipione trinciante di sua maestà, e il conte Pirro...... di Massimiliano. Sono giovani di buona speranza, e non mancheranno in ogni occasione fare il debito loro verso la casa d'Austria. I conti della Torre sono due: il signor Francesco capitano di Gorizia, e il signor Niccolò ca

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