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vone; nondimeno questi semidotti che pur sollevandosi alquanto sul livello comune non riescono a mantenersi coerenti a sé stessi, ci fanno sentire più vivamente o con le loro aspirazioni mal raggiunte o con le loro finzioni male dissimulate, come l'ideale dell'antichità s'imponesse a tutte le menti.

Sulla cima della piramide, lontanissimi dal volgo, precursori d'un non lontano avvenire, stanno i dotti veri, gli ammiratori esclusivi e gelosi degli antichi, come Benvenuto da Imola, l'autore del Romuleon, e sopratutto come Francesco Petrarca. Le opere di costoro non hanno più nulla delle favole popolari; il colorito ed il contenuto sono storici, e Cesare vi appare in una luce più o meno chiara, ma pur sempre secondo il concetto che di lui s'erano formato gli antichi. Ognuno sa che la Vita di Cesare scritta dal Petrarca, tutta intessuta di brani de' Commentari e d'altre opere latine, e piena per lui d'una vivace simpatia ed ammirazione che si sfoga in sdegnose invettive contro i suoi uccisori, fu per lungo tempo creduta opera d'uno storico latino, Giulio Celso, e che solo sul principio di questo secolo fu rivendicata al suo autore da un benemerito dotto tedesco (1). Il rinascimento italiano cominciava sotto auspici certamente felici, quando uno de' suoi precursori raggiungeva senza mirarvi lo scopo, al quale esso fu poi si può dir tutto consacrato, di confondere in una indissolubile fraternità le opere sue con le antiche; ma senza dubbio nè così felici sarebbero stati i principî nè il seguito così maraviglioso, se il movimento si fosse circoscritto nelle menti più elette, e non invece queste avessero purificato e reso fecondo colla potenza del pensiero un sentimento che fremeva confuso nel cuore di tutta la nazione italiana.

(1) SCHNEIDER, op. cit.: cfr. p. 247 in rota. Subito dopo l'opera dello Schneider, usciva quella di DOMENICO ROSSETTI, Petrarcu, Giulio Celso e Boccaccio, Trieste, 1828.

CORREZIONI ED AGGIUNTE

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in.

Pag. 238 n., lin. 6, dopo STOCK aggiungi: Die Phonetik des Roman de Troie und der Chronique des Ducs de Normandie „, P. 242, l. 18, il punto e virgola va mutato in due punti; più sotto, n.o, l. 5, il punto deve sostituirsi con una virgola. P. 243 n., 1. 27, Grant c. Grand, 1. 36 Aufzeichnung c. Aufzeichnungen. P. 246,

a tout.

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1. 16, dalle mura: più esattamente dalla finestra del suo palazzo.
P. 247, n.2, l. 2, RISer. c. r. i. s.; n.3, l. 6, pp. 365 c. pp. 265.
P. 253, n., l. 10 e 11, né c. nè e così altrove, p. 302, ll. 2, 3, 31, 32,
p. 303, 1. 7, p. 305 n., ll. 19, 20, 21 etc. P. 254, l. 19, atout c.
P. 255, l. 17-18 [con]trees c. [contrees]. P. 257, l. 16,
si tolga la virgola. P. 259, n., linea ultima, amour c. amour
P. 260 n., l. 11, prost[r]ibulis c. prost(r)ibulis. P. 276, n.2, l. 1,
p. 67 c. p. 367. P. 280, 1. 30, riesce non male c. non finisce troppo;
1. 31, per la vittoria c. pel vantaggio. P. 283 n., l. 2, Herimanno
e. Herimanni. P. 386, 1. 8, di cavalieri, che c. di cavalieri, i
quali. P. 287, 1. 26, cancella il punto e virgola dopo Roma.
P. 288, 1. 3, Senatori c. senatori. P. 292, n.1, l. 1, fatti c. Fatti.
P. 300, n.2, 1. 2, Studi, V,

P. 298, n.2, 1. 4, p. 348 c. p. 248.
indica il fascicolo, mentre altrove si cita piuttosto il volume con
Studi, II. P. 307, n., linea ultima, dal Latini c. del Latini.
P. 308, 1. 3, si tolga la virgola dopo f. 101 a.

P. 314, n.o, Dal P. 325, n.', 1. 7. P. 335, n.', Aggiunto dalla stampa c. Aggiunto seguendo P. 346, l. 6, è ripetuto erroneamente due volte prima. P. 353, 1. 8, si tolga la virgola dopo rosse e si metta dopo miniate.

f. 153 d al 158 a c. Dal. f. 153 d al f. 160 c. noi c. voi.

la stampa.

P. 376, n.o, linea ultima, Intelligenzo c. Intelligenza.

F. 32 - v c. F. 32 v; n.2, F. 33 -rc. F. 33 r.

P. 386, n.',

P. 389, n.3,

togli il punto dopo 1. P. 400, l. 10, suo' c. suo; così altrove ho scritto sud (o tuò), p. 406, n., l. 18, p. 408, l. 25, p. 411, l. 15 etc., ma sarà meglio non accentare, suo, tuo, quantunque probabilmente le due vocali si unissero strettamente insieme nella pronunzia, per la posizione proclitica del pronome. P. 410, 1. 6, ai due punti si sostituisca punto e virgola. P. 427, l. 13, si tolga la virgola. P. 430.

Noi abbiamo fatto inutilmente ricerche in molte biblioteche italiane per trovar una copia dell'Eneida volgare stampata a Bologna nel 1491, giacché in fondo vi è aggiunta la morte de Cesaro imperatore cum la morte de tutti li gram principi li quali a li di nostri sono stati in Italia: cfr. Studi, II, pp. 206 sgg., sopratutto p. 209. Si può dubitare se con questa morte de Cesaro imperatore abbia nulla a fare il poemetto del cod. Ashburnamiano. P. 457, l. 1, sopprimi la

virgola. P. 471, n.2, c. pp. 243 e 244.

Mi resta da aggiungere che recentemente il sig. Hermann Wahle ebbe la fortuna di trovare in un codice della biblioteca pubblica di Ginevra un poemetto francese di Nicolò da Verona, l'autore dell' ultima parte dell'Entree de Spagne, e che lo pubblicò nelle Ausgaben und Abhandlungen dello Stengel, LXXX, col titolo: Die Pharsale des Nicolas von Verona. La ragione del titolo è che il poemetto narra l' ultima battaglia tra Cesare e Pompeo; cosicché esso entra nel nostro argomento e noi avremmo dovuto farne oggetto di studio, se ne avessimo avuto conoscenza in tempo. Il luogo che più precisamente gli sarebbe spettato sarebbe nel capitolo III, giacché l'editore dimostra con buone prove, pp. XI sgg., che il poeta si servì contemporaneamente e di Lucano e dei Fait. Il poemetto è in forma di chanson de geste e conta 117 lasse con un totale di 3166 versi; la lingua è pressapoco quella dell'Entree.

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§ 1. La redazione del codice Riccardiano 2418 (p. 292).
§ 2. I Fatti di Cesare a stampa; l'Aquila vo-
lante (p. 322).

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§ 3. Una redazione sconosciu

ta (p. 348). § 4. Il Cesariano (p. 366).

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§ 1. L'Intelligenza (p. 376). - § 2. Il Libro Impe-
riale (p. 392). - § 3. Poemetto sulla Morte di Ce-
sare (p. 424).

Capitolo III. MATERIA CLASSICA E MATERIA FRANCESE

§ 1. I Fatti di Cesare nella Fiorita d'Armannino (p. 431) – § 2. La Farsaglia in ottava rima (p. 459). CONCLUSIONE Correzioni ed aggiunte

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