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de' re di Spagna 1. Mi è presente, anzi passò tutta per le mie mani la deputazione di un vicario apostolico in Corsica, solo perchè que' popoli ribelli non volevano vescovi genovesi; e so pure l'erezione de' vicari apostolici nelle Indie Orientali, e nelle colonie olandesi e inglesi, a dispetto del diritto di patronato del re di Portogallo; e so finalmente che la massima della Sede Apostolica nel governo delle chiese,e nella deputazione dei vescovi, non riguarda mai il diritto, ma il solo e material possesso del conquistatore. Clemente XI ne diede molti esempi nel suo pontificato.

In questo conflitto, e tra ragioni sì gravi da una parte e dall' altra, io scioccamente direi che si assuma pure una negoziazione, ma si maneggi con dignità, con verità, con disinteresse. Non mi dispiace che siasi resa pubblica la proposizione fatta al cardinale di Martiniana, come di sopra accennai. Terrei l'istesso metodo nella risposta, e se il bisogno lo richiedesse, la comunicherei anche alle corti principali interessate in un affare di tanta importanza. Sopra tutto, preghiere, digiuni, e lacrime per avere il lume e la grazia di Dio. Non sento che sia in Roma pubblicata la bolla del giubileo: si premettano dieci giorni o di missioni, o di esercizi spirituali pubblici in molte chiese, e allora potremo dire: Hi in curribus et hi in equis, nos autem in nomine Domini. P. S. Mi viene in pensiero che incominciatasi l'apertura del trattato con Papa, non sarebbe male d'interessarci i vescovi di Francia. Si tratta di ripiantar quasi di nuovo la religione cattolica in quel regno: la Sede Apostolica in simile contingente non ha mai trascurato di sentire i vescovi. Se non paciono tutti, per cui non si possa adunare un sinodo nazionale colla presidenza di un legato pontificio, si acconsenta almeno che il Papa prenda consiglio da molti, ne chiami alcuni a Roma, induca colla persuazione a rinunziare i sospetti, e ripianti il nuovo edificio della chiesa gallicana, divida le diocesi, e rimetta in vigore l'antica disciplina col mezzo di que' pastori, che ne debbono essere i vigilanti custodi. Il resto è delicato; è la corda dura e te

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1 Au XVIIe siècle.

Mission de l'évêque de Segni en 1760, quelques années avant la réunion de la Corse à la France.

Principalement au XVIIe siècle.

nace; ma, dall' altra parte, è assai pericoloso che il Papa solo porti sopra di sè l'ira e il dispetto o dell' uno, o dell' altro partito. Io però mi rimetto all' altrui giudizio; ma conchiudo, che si tratta niente meno che di fare una controrivoluzione nello stato ecclesiastico di Francia, ed è facile di antivedere, che fatta questa, ne viene in conseguenza l'altra nello stato temporale, o ammodando l'attuale governo, o restituendo l'antico.

Se mai ella vuol rispondermi, diriga la lettera in Ancona con una sopraccoperta al Ms D. Giuseppe Benincasa. Da ciò veda che sono sulle mosse per la partenza '.

(Arch. du Vatican).

803.

Spina à Martiniana.

[Rome, vers le 20 juillet 1800].

2

L'improvvisa partenza del sig. cav. Alciati ; suo nipote degissimo, non mi permise di umiliare all' Em. V. R. un rispettoso foglio, per contestarle quanto io mi reputi onorato nel dovere essere appresso l'Em. V. l'interpetre de' sentimenti di Sua Santità, nella trattativa dell' importantissimo affare, al quale dall' Em. V. stato invitato a nome del Primo Console della Repubblica francese, Bonaparte.

Avrei già corrisposto alle brame di Sua Santità coll' intraprendere sollecitamente il viaggio a Vercelli; ma stanco ancora dalla fatica di un viaggio recentemente fatto, ed indebolito da un caldo cocentissimo, ho supplicato per qualche giorno di respiro di più, dopo il quale sicuramente mi farò un dovere di eseguire colla maggiore esattezza e sollecitudine i comandi della Santità Sua. Supplico frattanto l'Em. V. R. a voler mi costi procurare in qualche casa religiosa un ristretto alloggio, per me, e un ecclesiastico di mia compagnia, e per un mio cameriere. Il degnissimo suo sig. nipote ricusò con troppa generosità questa mia commissione; ma sarei veramente indiscreto nell' accettare la cortese offerta, da esso fattami in prevenzione a nome di V. Em.; onde spero che vorrà lei aver la degnazione di aderire alle mie

1 Le cardinal est arrivé à Rome le 4 août (Cracas, no du 9 août). Cf. t. 1, p. 44.

suppliche. Felice me, se nel recare all' Em. V. R. i sentimenti di Sua Santità, potrò, come spero, contribuire alla felice conclusione di un affare così grande ed augusto, qual si è il celere e pubblico ristabilimento in Francia della santa, apostolica, cattolica religione, Sarà sempre per me di un sommo onore il potere rinnovare di presenza all' Em. V. le proteste di profondissimo mio rispetto, e della particolare venerazione colla quale mi pregio di essere etc. (Arch. du Vatican)

Martiniana à Spina.

Vercelli, 2 agosto 1800.

Ben può V. S. I. essere persuasa, che di verace e particolar soddisfazione mi è riuscita la notizia della savissima destinazione, fatta dalla Santità di Nostro Signore, della pregiata di lei persona in interpetre de' suoi venerabili sentimenti intorno il gravissimo affare che hassi a trattare, e di cui degnassi a me commettere buona parte del formidabile incarico. La personale conoscenza sua, e le egregie parti che ho in lei ammirate, egli è ben evidente che dovevano in me produrre una così gioconda sensazione, e farmi riguardare la di lei spedizione come un fausto presagio, mentre io la tengo per un gratissimo aiuto nell' ardua impresa. Nulla di più dunque io desidero, che di vederla quà giunta felicemente, e così tosto che i giusti riguardi accennatimi gliele permetteranno.

Il conte Alciati, mio nipote, mi conosce bastevolmente per non ingannarsi ne' suoi preventivi concetti. Si compiacerà pertanto V. S. I. quà arrivando di venire smontare da me, poichè desidero non altro sia il di lei alloggio che la mia casa. Coi sentimenti frattanto della più distinta stima e parziale rispetto, mi pregio confermarmi etc.

(Arch. du Vatican).

804. Consalvi aux membres de la Congrégation pour les affaires écclésiastiques.

Dalle stanze del Quirinale; 28 luglio 1800.

Essendo stati presentati alla Santità di Nostro Signore diversi

affari ecclesiastici, degni per la loro moltiplicità ed importanza di una seria considerazione, e sopraggiungendone continuamente dei nuovi, per un effetto delle passate vicende, le quali ne hanno o sospeso il corso, o dato causa ad accrescere il numero, è venuta Sua Beatitudine nella determinazione di creare una particolar congregazione sopra gli affari ecclesiastici, composta di cinque Emi cardinali, e cinque prelati compreso il segretario, i quali, con l'opera di alcuni teologi e canonisti che saranno destinati dalla Santità Sua, si occupino dell' esame dei medesimi, a secondo che verranno da Sua Santità commessi alla detta congregazione, e quindi si propongano alla definizione del Santo Padre quelle provvidenze, e risoluzioni che la congregazione crederà più convenienti. Pertanto, essendosi degnata la stessa Santità Sua di annoverare fra i componenti una tal congazione l'Em. V., Consalvi scrivente le ne dà riscontro di questa pontificia considerazione, e si prostra umilmente al bacio della sagra por

pora.

Emi sig. cardinali e prelati componenti la Congregazione particolare sopra gli affari ecclesiastici.

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Voto sull' articolo di lettera dell' Emo Martiniana alla Santità

Ce cardinal n'arriva à Rome que le 17 septembre.

• Ghislieri (dép. du 30 juillet), dit que Mgor Litta, proposé pour faire partie

de cette congrégation, avait été écarté comme étant mal vu des deux cours impériales.

Ce Votum a servi de base pour la discussion des propositions de Bonaparte (cf. pièce no 806; et p. 569, 572, etc.).

di Nostro Signore Pio PP. VII, relativa alle proposizioni fatte dal generale Bonaparte.

I. Articolo di lettera dell' Emo Martiniana a Sua Santità'.

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Bonaparte dunque desidererebbe di far caso vergine della chiesa gallicana. I vescovi che emigrarono, dice che non possono più convenire alla Francia, mentre la maggior parte di essi credesi abbia decampato, non per puro zelo di religione, ma per interessi e mire temporali. De' vescovi intrusi poi neppur vuol sentire a parlare. Gli pare pertanto, che se ne debbano eleggere de' nuovi dalla potestà che eserciterà nella nazione la sovranità, e che debbano canonicamente esser istituiti, ricevendo la missione e le bolle dalla Santa Sede. Oltre a ciò, siccome in tanti anni di rivoluzione si è fatta la totale alienazione dei beni, che la chiesa gallicana possedeva, la di cui rivendicazione riuscirebbe affatto impossibile e getterebbe la nazione intera in nuovi sconvolgimenti, per non aggravare di troppo la nazione istessa, reputa necessario che il numero de' vescovi venga scemato il più che sia possibile, e che la congrua interinale, e sino a quando si possano fissare dei fondi stabili di ciascun vescovado, sia una pensione da pagarsi dalle finanze nazionali di due in due mila e cinque cento scudi romani, ossia di dieci in undici mila lire di Francia. Per siffatta maniera pare non vi sarà più luogo in Francia al doloroso spettacolo di mirare una gran parte de' suoi vescovi fare la loro residenza in Parigi, e ne deriverà un sommo vantaggio a quella chiesa, etc. »

II. - Voto.

L'articolo di lettera del sig. cardinale Martiniana, vescovo di Vercelli, relativo al desiderio manifestato da Bonaparte, esige la più matura ispezione.

Io non mi fermerò a discutere se e per quanto possa contarsi

1 Nous avons publié (pièce no 16) une traduction française de cet extrait. En raison de l'importance particulière du document, nous croyons utile d'en reproduire ici le texte italien, qui d'ailleurs contient à la fin une phrase de plus.

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