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questo stato. Per queste vie salirono all' apice della gloria i dotti giureconsulti, ad illustri onorificenze gli Archiatri eccellenti, i celebri oratori, i preclari architetti, pittori e scultori d'ogni nazione. Chi condusse quel sacerdote di Esculapio a vegliare sulla salute del sovrano, che tosto lo decorò del titolo di cavaliere e lo trascelse fra suoi intimi consiglieri, se non le notti vegliate sui volumi del vecchio di Coo, ed una lunga e faticosa raccolta di osservazioni ben fatte e di non fallaci sperienze? Oh quanti e quanto illustri alunni di quest' Esculapica famiglia potrei io qui nominare insigniti de' più rispettabili ordini, che dai sovrani d'Europa si conferiscono! Nel 1775 uscì dalle stampe di Lucca un libro col titolo - Notizie di Medici cavalieri da alcuni professori di medicina raccolte - cui si premette una dotta e ben intesa prefazione. In esso se ne presentano 118, che sono schierati per ordine alfabetico, e che dai soli regnanti vennero decorati.

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Quanti dotti potrei io qui additare scelti da ogni classe di scienze e dalle belle arti e da ogni ordine di persone, che furono da' sovrani distinte di Ordini cavallereschi, e al grado innalzate di nobili? Chi è tico delle storie non abbisogna di una tale, che sarebbe assai lunga, enumerazione. Non posso però passare sotto silenzio un Tiziano che, onorato da Carlo V del titolo di cavaliere, vide quel sovrano inchinarsi al suo valore, prendendogli da terra il caduto pennello.

L'immortal Sisto V fece cavaliere Domenico Fontana che in Roma aveva fatto cose straordinarie e scgnatamente innalzati i grandi 'obelischi, che tutt'ora

si conservano in quella vasta capitale del mondo cattolico.

Paolo V fece lo stesso onore a Paolo Guidotti pittore eccellente e scultore. Chi non sa che il celelebre architetto Bernino, già dichiarato cavaliere di Gesù Cristo dal Pontefice Gregorio XV, fu chiamato dal monarca riformator della Francia a riformare, ed abbellire i palazzi reali in Parigi ? Giuseppe Cesari ricevette due Ordini di cavalleria. Il re Lodovico XIII gli conferì quello di s. Michele, ed il ed il påpa quello di Cristo. Rubens fu fatto cavaliere dal re d'Inghilterra, a cui il re di Spagna l'aveva inviato in qualità di ambasciatore. Il celebre Anton Raffaelle Mengs ricolmato di ricchezze e d'onori da Carlo III re di Spagna, dopo aver dipinto alla Vaticana la camera de' papiri, che riuscì un capo d'opera, fu dal pontefice Clemente XIV, regalato di una cassetta di preziose antichissime medaglie, ed insignito della Croce dello Speron d'oro. Pio VI proteggitore anch'esso delle belle arti, quanti non decorò celebri artisti fra' quali non posso dimenticare il valente architetto mio concittadino ed amico il cavaliere Cosimo Morelli, mancato quattro anni sono di vita in età di anni 80, tanto amato onorato e distinto da quel sovrano? Ma cosa dirò del successore di Lui, del grande, del forte, del magnanimo Pio VII, conoscitore e premiatore di ogni azion virtuosa ? Cel dicano il Fidia italiano, il cav. e marchese Canova, il giureconsulto signor Francesco Paolo Mantegna di Palermo, che per meriti non equivoci di dottrina, prudenza, ed attività nel promuovere l'industria, l'agricoltura, ed il commercio fu l'anno scorso insieme all'unico di lui figlio deco

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rato di quest' ordine e dichiarato Console generale Pontificio di Sicilia residente in Palermo ; e tant'altri di merito distinto che hanno conseguito una tale decorazione. Il signor cavaliere D. Antonio Lucenno al servigio di S. M. Carlo IV, già insignito da S. M. Cristianissima della Croce del Giglio, è stato decorato da S. Santità di quella dello Speron d'oro con breve dei 20 giugno 1816. Lo fu pure il signor conte di Coudenhofen Ciamberlano di S. M. l'Imperatore d'Austria, e capitano del reggimento Radetezchy Usseri, che dal Taro accompagnò il S. Padre fino a Roma. Altri militari italiani ed esteri sono stati di questa decorazione fregiati (1).

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Se diamo uno sguardo alla classe de' poeti, quanti non ce ne accenna la storia? Il raro genio di Sculero, che cangiò il suo nome in quello di Sabino meritò la corona poetica, e la qualità di cavaliere. L'Imperatore Carlo V nella dieta di Ratisbona l'anno 1541 pose questo celebre poeta nel numero de' nobili dell' Impero di quattro generazioni da canto di padre e di madre. Fra' poeti italiani quanti non se ne contano? E chi non conosce il cav. Marino il cav. Giambattista Bertani, il cavalier Perfetti già nel 1725 per comando del pontefice Benedetto XIII coronato in Campidoglio?

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(1) Questa sovrana munificenza fa chiaro vedere che le persone virtuose e di merito riconosciuto, sono dal regnante sommo pontefice Gregorio XVI considerate e pubblicamente premiate, e distinte. Per la qual cosa la Santità Sua ha medesimamente instituito l' insigne Ordine di s. Gregorio Magno, onde avere più campo a sodisfare il paterno e sovrano animo nel premiare coloro che si sono resi meritevoli.

suo,

Maometto II, Imperatore de' Turchi, avendo veduto alcune pitture di Gentile Bellini, desiderò di vederlo, e farlo dipingere. Andò quest' uomo eccellente

Costantinopoli, fece bellissime opere, e fra le altre dipinse la decollazione di san Giovanni Battista, che i turchi onorano come un gran profeta. Maometto gli fece grandi regali, e lo creò cavaliere mettendogli egli stesso al collo una collana di gran valore, e lo raccomandò alla repubblica Veneta, come suo Cavaliere. Ciò si rileva anche da due versi che leggonsi in uno de' suoi quadri esistenti in Venezia.

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Gentilis patriae dedit haec monumenta Bellinus.
Othomano accitus munere factus eques.

Luigi XIV aveva la cura di attrarre a forza di premi e di onori i più abili artisti stranieri, e di ricompensar bene i nazionali, che in qualche produzione d'industria si segnalavano. Il conte di Tessen egregio ministro di Svezia, uomo celebre per la dottrina, per la politica, e l'intelligenza delle belle arti stimatissimo, spesso soleva dire all'Augusto principe, la cui educazione gli era stata affidata: - Proteggete le arti, signore, e voi le vedrete stabilirsi nel vostro regno; premiate ed onorate gli eccellenti artisti e vi prenderanno una fissa dimora senza uscirne giammai

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Li Mecenati fanno fiorire le scienze e le belle arti, e creano li valenti uomini. Senza la munificenza di un Alessandro non si sarebbero svegliati i geni sublimi di Apelle, e di Dinocrate; nè, a tempi più recenti, quelli di Raffaele, di Michel Angelo, di Leonardo da Vinci, di Tiziano se Leone X, e Paolo III pontefici, se Cosimo I de' Medici, Francesco I re di Francia, e Carlo V imperatore, non avessero procurato di profon

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dere in essi e comodi, e ricchezze, ed onori. La virtù è premio certamente a se stessa, ma non è quel premio che basti, nè è quel premio che tranquillizzi qualunque animo in faccia all' inopia, o agli urti ed alle scosse violentissime, che sovente dal prepotente vizio ella riceve. Virtù senza premio insterilisce la semenza degli eroi. Le ricchezze poi non sempre eccitarono i geni sublimi fra i nobili artisti. Quella sensibilità, che si sperimentò restia, e, direi quasi, insensibile all'urto seducente dell'oro e dell'argento, cedette alle onoranze; e la stima universale e la gloria furono le potenti molle alle grandi, ed alle sorprendenti opere d'ingegno. Quel fuoco d'un' entusiastica passione, che anima lo spirito, quella vita ed attività dell'anima, la quale produce e crea le nuove forme delle cose, che io chiamo ingegno, vogliono essere animate da una molla energica. E quale è più efficace dell'onore e della gloria?

Ma poichè io son venuto a far parola di premi, e d'onori dispensati da'sovrani ad uomini virtuosi, in grazia di aver preso ad asame l'antichità dell'ordine dello Speron d'Oro, che parmi bastevolmente provato discendere dal Magno Costantino, siami permesso di far conoscere ai miei leggitori ciò che questo religiosissimo imperatore decretò a favore delle scienze e delle belle arti, che egli non solo in Costantinopoli e in quel vasto impero, ma in Roma e nell' Italia favorì e promosse. Nell' epitome delle vite degl' imperatori attribuite ad Aurelio Vittore si afferma che egli favorì, animò gli studi delle lettere e delle arti liberali; ed una chiara prova ne abbiamo nella di lui lettera scritta a Porfirio Ottaziano, che insieme co' versi di questo poeta fu pubblicata da Mario Vulsero. In essa ei mo

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