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SONETTI E CANZONI

DEL

PETRARCA.

PARTE SECONDA.

41621 wxbr 1-1845

51125

SONETTO I.

ARGOMENTO.

Quanti beni perduti ha 'l mondo nella morte di Laura! ma più che agli altri tutti, a lui tocca dolorando tragger guai.

OIMÈ il bel viso ! Oimè il soave sguardo!
Oimè il leggiadro portamento altero !
Oimè 'l parlar ch' ogni aspro ingegno e fero
Faceva umile, ed ogni uom vil, gagliardo!

E oimè il dolce riso ond' uscìo 'l dardo
Di che morte, altro bene omai non spero !
Alma real, dignissima d' impero,

Se non fossi fra noi scesa sì tardo!

Per voi conven ch' io arda e 'n voi respire;
Ch'i'
pur fui vostro; e, se di voi son privo,
Via men d'ogni sventura altra mi dole.

ᎠᎥ

speranza m'empieste e di desire,
Quand' io parti' dal sommo piacer vivo;
Ma 'l vento ne portava le parole.

CANZONE I.

ARGOMENTO.

Laura è morta. Tenzone del sì e del no, se debba da se torsi la vita. Vince il no.

CHE debb' io far? che mi consigli, Amore?

Tempo è ben di morire;

Ed ho tardato più ch' i' non vorrei.
Madonna è morta, ed ha seco 'l mio core;
E, volendol seguire,
Interromper conven quest' anni rei;

Perchè mai veder lei

Di quà non spero, e l' aspettar m' è noia.
Poscia ch' ogni mia gioia

Per lo suo dipartire in pianto è volta,
Ogni dolcezza di mia vita è tolta.

Amor, tu 'l senti, ond' io teco mi doglio,

Quant'è 'l danno aspro e grave,

E so che del mio mal ti pesa e dole,

Anzi del nostro, perch' ad uno scoglio
Avem rotto la nave,

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