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» corso de' giorni suoi ha con tanta fiducia venerata. ... Io muojo, parmi » dica a Maria santissima, io muojo e a voi raccomando questi miei » figli. »

E per dare qualche breve notizia anche della solennità di questi otto giorni della memoranda incoronazione, piacemi proseguirne il racconto colle parole dello stesso Riccardi. « Nel primo giorno, dic'egli (1), dopo la solenne messa pontificale del cardinale arcivescovo Morozzo nel » santuario, fu compito il sacrosanto rito dell' Incoronazione di Maria, >> portata la statua con maestosa edificantissima processione sul grandioso » terrazzo eretto e addobbato come un bel tempio aggiunto con vaga » armonia al santuario innanzi alla sua facciata principale. Fu certa» mente uno spettacolo commoventissimo alla vista di tutto il gran po» polo che copriva quel sacro monte il mirare intorno al simulacro riu» niti i quattro Aronni, o vescovi, i quali spiranti gravità, religione, » magnificenza, prelevata prima riverentemente dal cardinale arcivescovo » la prima corona, stendeano d'accordo le loro destre a riporre il nuovo » insigne diadema prima sul capo adorato del Bambino, proferendo tutti » insieme le seguenti parole: Sicuti per manus nostras coronaris in terris, » ita et nos a te gloria et honore coronari mereamur in coelis. Poscia sul » capo di Maria, pronunciando di nuovo le seguenti parole: Siculi per » manus nostras coronaris in terris, ila et a Christo gloria et honoré co» ronari mereamur in coelis. Una piena e soave musica accompagnava » i cantici corrispondenti al sacro rito, e inebbriava di una dolcissima »estasi tutta quella moltitudine di ossequiosi ammiratori. Un silenzio » profondo, un santo contegno, che parea impossibile in tanta confu»sione di gente, formava un vero spettacolo. Prostrati tutti al suolo ⚫ uomini e donne, grandi e piccoli, nobili e plebei, si vedevano fissi da ogni parte nell'incoronata Regina. Tanta era la calca, che si vedeano » inerpicare anche da lontano per luoghi i più scoscesi, afferrare cespugli e bruchi per sostenersi a contemplare Maria. Padri e madri addi»tavano alla tenera lor prole il sacrosanto simulacro della Vergine In» coronata, e non cessavano d' invocarla e lodarla. Il vecchio cadente, » poggiando prostrato sul robusto bastone spiegava sul volto la più bella » serenità, e benediceva la gran Vergine di Oropa per essere stato

(1) Luog. cit., pag. 58.

» spettatore di tanta solennità. Divote donzelle, manifestando nelle diverse » foggie di vestire il lungo lor viaggio, vedeansi formare in vari drappelli » una sola famiglia, e col rosario in mano tributare alla gran Madre » l'incenso odoroso delle lor preci. Tutto spirava ossequio, pietà e reli»gione, che innanzi a lei, quando spiega la maestà del suo culto, si >> piega e commove anche quello che sembra averla in non cale. » Fin qui il dotto Riccardi, il quale chiude il suo racconto sul santuario di Oropa, pronunziando questa verace sentenza. L'uomo è nato per Iddio, e la religione è per gli uomini. Ma da questa lunga digressione si ritorni all' interrotta storia della chiesa di Biella.

Visse il vescovo fr. Bernardino altri otto anni ancora: la sua morte avvenne il dì 14 giugno 1828 in Biella, e fu sepolto nella sua cattedrale. Lo sussegui, dopo quindici mesi di vedovanza di questa sede, il carmelitano FR. PLACIDO MARIA Tadini, nato in Moncalvo nel 1759 e consecrato in Roma il giorno 18 ottobre 1829. Governò la chiesa biellese poco più di due anni ed otto mesi; poi fu trasferito all' arcivescovato di Genova, il giorno 2 luglio 1852, ritenendo l'amministrazione altresì di questa diocesi. E la tenne finchè nel concistoro del 50 settembre 1855, gli fu dato a successore GIAN PIETRO Losanna, nato in Vigone diocesi di Torino, il di 22 gennaro 1795; fatto vescovo di Abido nelle parti degl' infedeli sino dall' anno 1827, costituito vicario apostolico di Aleppo e delegato dalla santa sede al Monte Libano. Egli ne possede sino al giorno d'oggi la santa cattedra pastorale.

La diocesi è composta di cento undici parrocchie, tre delle quali in città, due nei sobborghi. Tra le parrocchie della città è compresa la cattedrale, di cui esercita la cura delle anime un canonico col titolo di arciprete, ma senz' essere dignità del capitolo. Imperciocchè il capitolo ne ha quattro sole, e sono, il preposto, il tesoriere, il mazzaro, ed il primicerio ; ed è composto inoltre di altri quattordici canonici. Ha la diocesi due seminarii: uno è detto seminario maggiore, e vi s'insegnano le scienze teologiche e filosofiche; l'altro è detto seminario de' giuniori, e vi sono educati gli allievi nella grammatica e nelle belle lettere. Nè di più mi rimane a dire sulla chiesa di Biella. Dei pochi prelati, che ne possedettero la pastoral cattedra, è questa la serie cronológica.

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