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risma, onde svelleré da' petti degl' Italiani la cattolica fede; ognun sa che non è stata dimenticata in quest'opera nefanda la nostra Sicilia; ma si sa parimente che così come il resto dell' Italia, la Sicilia nostra si è non solo conservata nella fede, ma pigliando dalle persecuzioni medesime maggior lena e vigore, si è levata a quell'ardenza di fervore e di opere generose che son degne de' primi tempi della Chiesa. Taormina non è stata fra le ultime città della Sicilia a mostrarsi piena di verace attaccamento alla fede de' nostri padri. Per essa furono affatto spuntate le armi de' libertini, deglieretici, de' settarii; e ne diede una solennissima prova nel marzo del 1867 in occasione che il nuovo Arcivescovo di Messina Mons. D. Luigi Natoli recavasi per la prima volta in essa per la sacra visita. Fu veramente trionfale lo ingresso dell'ottimo Prelato nella città di Taormina, fu uua ovazione generale, fu una vera dimostrazione cattolica per parte de' Taorminesi. Un popolo immenso lo accolse alle porte, e confondevansi con esso le autorità, i nobili, ed il clero; fra mille evviva alla Chiesa Cattolica, all'immortale Pio IX, e al degnissimo Prelato, incedeva egli per una via seminata di fiori e tra il suono delle bande musicali; allorchè, non sapendo più il popolo contenere la piena dell'entusiasmo corse spontaneo a staccare i cavalli dalla carrozza che conduceva il Prelato, e la

trasse esso stesso a braccia d'uomini sino all'abitazione che gli era destinata. Tre giorni dimorò l'Arcivescovo in Taormina, e per tre giorni durarono le feste, le ovazioni, i trionfi.

Or se nel 1867, quando da' nemici della Chiesa si menavano contr'essa i colpi più mortali, quando per le leggi di soppressione, di nuova amarezza si colmava il cuore già abbastanza amareggiato del Capo Supremo della Chiesa e di tutto intero l'Episcopato, se in tal tempo la città di Taormina dava sì belle prove di fede cattolica e di amore al Prelato della Chiesa non è da dire che vivo tuttavia è in essa quel sentimento religioso che per tanti secoli e per tante vicende non è venuto meno giammai? Possa Dio per l'intercessione del suo protettore S. Pancrazio confermarla ed avvalorarla sempre più nella medesima fede!

FINE

BOLLA

del Pontefice Benedetto XIV per la qualé si dà all'Arcivescovo Domenico Rosso, ed agli Arcivescovi PRO TEMPORE il privilegio di conferire i gradi áccademici e la laurea dottorale in Sacra Teologia agli studenti nel Seminario Arcivescovile di Palermo, per le istanze e dietro le riforme introdotte in esso Seminario dal Rettore Canonico Giovanni Di Giovanni da Taormina. (1)

BENEDICTUS PP. XIV.

AD FUTURAM REI MEMORIAM

In supereminenti Apostolicae Sedis specula, meritis licet imparibus, disponente Domino constituti, et intra mentis nostrae arcana revolventes quantum ex literarum studiis Catholica Fides augeatur, Divini Numinis cultus protendatur, veritas agnoscatur, ac justitia colatur, ad ea propter quae literarum studia hujusmodi u

(1) Abbiamo trascritto questa Bolla dall'esemplare che si conserva nella Biblioteca Comunale fra i manoscritti del Di Giovanni nel Vol. intitolato Codex Diplomaticus e segnato Qq H 52 A.

bilibet excitentur libenter intendimus, et in iis sollicitudinis nostrae partes propensius impertimur, prout pia Christi fidelium, praesertim Archiepiscopali dignitate fulgentium vota poscunt, Nosque, locorum qualitate pensata, in Domino conspicimus salubriter expedire. Cum itaque sicut Venerabilis Frater Dominicus Archiepiscopus Panormitanus Nobis. nuper exponi fecit, alumnos, convictoresque Seminarii Ecclesiastici Civitatis Panormitanae, qui transactis temporibus Philosophiae et Theologiae Scholasticae studiis operam navandi causa ad publicas dilectorum filiorum Clericorum Regularium Societatis Jesu scholas accedere, absolutisque hujusmodi studiis ab eisdem Clericis Regularibus lauream doctoralem consequi, consueverunt, pro certo habens majori cum facilitate, minorique incommodo, ac mentis evagatione facultates hujusmodi in eodem Seminario addiscere potuisse, magnis sumptibus, quos pro majori dicti Seminarii directione, et Magistrorum, seu Lectorum manutentione ad commodum utilitatemque et progressum dictorum alumnorum, et convictorum facere coactus fuit, contemptis, Philosophiae et Theologiae hujusmodi studia in eodem Seminario admittere curavit, et ad hunc effectum excellentiores Lectores saeculares, et Magistros ut inibi alumnos, convictoresque hujusmodi docerent, elegerit, per electionem vero seu deputationem Magistrorum hujusmodi

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