Opere di Giacomo Leopardi, 1. ciltSuccessori Le Monnier, 1884 |
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Sayfa 247
... diceva Momo a Prometeo , che mostrano pure evidentemente di essere stati abitati ? Prometeo ricordava le inondazioni del mare , i tremuoti , i temporali , le piogge strabocche- voli , che sapeva essere ordinarie nelle regioni calde : e ...
... diceva Momo a Prometeo , che mostrano pure evidentemente di essere stati abitati ? Prometeo ricordava le inondazioni del mare , i tremuoti , i temporali , le piogge strabocche- voli , che sapeva essere ordinarie nelle regioni calde : e ...
Sayfa 252
... diceva Plotino , è ottimo e perfetto assolutamente ; ma perchè il mondo sia perfetto , conviene che egli abbia in se , tra le altre cose , anco tutti i mali possibili ; però in fatti si trova in lui tanto male , quanto vi può capire . E ...
... diceva Plotino , è ottimo e perfetto assolutamente ; ma perchè il mondo sia perfetto , conviene che egli abbia in se , tra le altre cose , anco tutti i mali possibili ; però in fatti si trova in lui tanto male , quanto vi può capire . E ...
Sayfa 315
... e invidiate spesso da chi ne è privo , ai passati o ai presenti che le sortirono . Cosa non meno contraria al retto senso , che se qualche uo- mo sano invidiasse a quei miseri che io diceva , IL PARINI , OVVERO DELLA GLORIA . 315.
... e invidiate spesso da chi ne è privo , ai passati o ai presenti che le sortirono . Cosa non meno contraria al retto senso , che se qualche uo- mo sano invidiasse a quei miseri che io diceva , IL PARINI , OVVERO DELLA GLORIA . 315.
Sayfa 316
Giacomo Leopardi. mo sano invidiasse a quei miseri che io diceva , le cala- mità del loro corpo ; quasi che il danno di quelle fosse da eleggere volentieri , per conto dell ' infelice guadagno che partoriscono . Gli altri attendono a ...
Giacomo Leopardi. mo sano invidiasse a quei miseri che io diceva , le cala- mità del loro corpo ; quasi che il danno di quelle fosse da eleggere volentieri , per conto dell ' infelice guadagno che partoriscono . Gli altri attendono a ...
Sayfa 324
... diceva , che la massima singolarità che oggi si possa trovare o nei costumi , o negl ' instituti , o nei fatti di qualunque persona civile ; paragonata a quella degli uomini che appresso agli antichi furono stimati sin- golari , non ...
... diceva , che la massima singolarità che oggi si possa trovare o nei costumi , o negl ' instituti , o nei fatti di qualunque persona civile ; paragonata a quella degli uomini che appresso agli antichi furono stimati sin- golari , non ...
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Sayfa 86 - Dolce e chiara è la notte e senza vento, E queta sovra i tetti e in mezzo agli orti Posa la luna, e di lontan rivela Serena ogni montagna.
Sayfa 118 - Opre de' servi. E che pensieri immensi, Che dolci sogni mi spirò la vista Di quel lontano mar, quei monti azzurri, Che di qua scopro, e che varcare un giorno Io mi pensava, arcani mondi, arcana Felicità fingendo al viver mio!
Sayfa 170 - ... mare, e tutto di scintille in giro per lo vóto seren brillare il mondo. E poi che gli occhi a quelle luci appunto, ch'a lor sembrano un punto, e sono immense...
Sayfa 168 - Parlando, apertamente, e di sue cose Fa stima al vero uguale. Magnanimo animale Non credo io già, ma stolto, Quel che nato a perir, nutrito in pene, Dice, a goder son fatto, E di fetido orgoglio Empie le carte, eccelsi fati e nove Felicità, quali il ciel tutto ignora, Non pur quest'orbe, promettendo in terra A...
Sayfa 129 - II grido giornaliero. Ecco il Sol che ritorna, ecco sorride Per li poggi e le ville. Apre i balconi, Apre terrazzi e logge la famiglia: E, dalla via corrente, odi lontano Tintinnio di sonagli; il carro stride Del passeggier che il suo cammin ripiglia. Si rallegra ogni core. Sì dolce, sì gradita Quand'è, com'or, la vita? Quando con tanto amore L'uomo a
Sayfa 138 - L'altra ogni gran dolore, Ogni gran male annulla. Bellissima fanciulla, Dolce a veder, non quale La si dipinge la codarda gente, Gode il fanciullo Amore Accompagnar sovente; E sorvolano insiem la via mortale, Primi conforti d'ogni saggio core.
Sayfa 115 - ... d'in su i veroni del paterno ostello porgea gli orecchi al suon della tua voce, ed alla man veloce che percorrea la faticosa tela. Mirava il ciel sereno, le vie dorate e gli orti, e quinci il mar da lungi, e quindi il monte.
Sayfa 113 - E de' suoi proprii moti 51 maraviglia il sen. Da te, mio cor, quest'ultimo Spirto, e l'ardor natio, Ogni conforto mio Solo da te mi vien. Mancano, il sento, all'anima Alta, gentile e pura, La sorte, la natura, II mondo e la beltà. Ma se tu vivi, o misero, Se non concedi al fato, Non chiamerò spieiato Chi lo spirar mi da.
Sayfa 116 - Tu pria che l'erbe inaridisse il verno, Da chiuso morbo combattuta e vinta, Perivi, o tenerella. E non vedevi II fior degli anni tuoi; Non ti molceva il core La dolce lode or delle negre chiome, Or degli sguardi innamorati e schivi; Né teco le compagne ai dì festivi Ragionavan d'amore.
Sayfa 119 - Viene il vento recando il suon dell'ora Dalla torre del borgo. Era conforto Questo suon, mi rimembra, alle mie notti, Quando fanciullo, nella buia stanza, Per assidui terrori io vigilava, Sospirando il mattin.